Due amici magistrati, una vita piena di passione e di amore per la loro terra. Appena si pronuncia Falcone, subito si pensa anche a Borsellino.
Ricorre oggi la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta Rocco Dicilio, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Il giudice Ilda Boccassini, dopo la morte di Falcone, urlerà la sua rabbia rivolgendosi ai colleghi nell’aula magna del Tribunale di Milano: “Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche: voi diffidavate di lui, adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali”.
Poi, in un’intervista su Repubblica nel maggio 2002 confermerà le sue critiche: “Né il Paese, né la magistratura, né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento. Non c’è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di “amici” che magari, con Falcone vivo, sono stati burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito”.
Quando Giovanni Falcone viene ucciso, Paolo Borsellino capisce che non gli resterà troppo tempo. Lo dice chiaro: “Devo fare in fretta, perchè adesso tocca a me”.
Ad un mese dalla morte dell’Amico, con molta emozione parla di lui: “Perchè non è fuggito, perchè ha accettato questa tremenda situazione…per amore. La sua vita è stata un atto d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato. Perchè se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, amare Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era possibile dare alle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene”.
Oltre a Paolo Borsellino, nell’attentato di Via D. Amelio a Palermo 1l 19 luglio 1992, morirono gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto è Antonio Vullo, in gravi condizioni.
Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo 23 maggio 1992)
Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992
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