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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 01/11/2010 00:37 |
Diamo il benvenuto novembre 2010
Novembre è l'undicesimo e penultimo mese del anno nel calendario gregoriano
e dispone di 30 giorni. Il suo nome deriva da Novem ('nove' in latino), essendo stata
il nono mese del calendario romano. Mantenuto il suo nome "none", anche
anno in cui ha aggiunto i mesi di gennaio e febbraio.
La pietra del mese di novembre è il topazio, e fiori, crisantemi
TOPAZ
CRISANTEMO
DATE importanti:
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Il 1 novembre ricorre il giorno di Tutti i Santi.
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Il 2 novembre ricorre il Giorno dei Morti in gran parte del mondo.
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L´11 novembre è San Martino, si assaggia il vino novello.
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De: Lelina |
Enviado: 01/11/2010 07:42 |
FOGLIE D´ AUTUNNO
E’ una nuova tendenza che gli inglesi chiamano “fall foliage” ossia fogliame autunnale, mentre gli americani definiscono “leef peeping”, osservazione delle foglie.
Le foglie fino all’ultima settimana di novembre cambiano colore seguendo tutte le sfumature del rosso e del marrone, passando anche per il giallo, e questo spettacolo regala un arcobaleno autunnale che appassiona non solo i viaggiatori romantici, ma anche i fan incalliti del tramonto ruggente. Questa visione offre agli occhi dell’osservatore uno spettacolo che difficilmente si potrà eguagliare, una sorta d’incendio-amico che s’impadronisce della natura rendendola calda e affascinante.
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BENVENUTO NOVEMBRE
Col paniere colmo di frutti
con profumi estasianti
e colori sgargianti...
Passa nel cielo un nuvolone
e giù scrosci di pioggia,,,
foglie colorate rosse e gialle
che il vento fresco fa volare
come farfalle impazzite
fan mille giri attorno
e depositano a terra
un bel tappeto sgargiante
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Novembre inizia con due celebrazioni importanti, due momenti per riflettere e ricordare. Il primo del mese si festeggiano i Santi. Il 2 novembre è il momento di ricordare chi non c’è più: una giornata ricca di significati religiosi, che si fondono con antichi riti e credenze popolari. Ricorrenze, eventi, piatti tipici e curiosità: vi proponiamo un viaggio lungo la Penisola per conoscere il rito, il mito, la storia e le tradizioni di queste due ricorrenze.
La celebrazione di Ognissanti
Già la cristianità primitiva era solita celebrare feste in onore dei Santi: i primi resoconti scritti risalgono a Tertulliano e a Gregorio di Nizza (223-395 d.C.), ma solo le pagine scritte da Sant’ Ephraem, morto nel 373 d.C., danno una sicura testimonianza della "festa celebrata in onore dei martiri della terra" il giorno 13 maggio.
La festa, dunque, nacque nel nord Europa e giunse a Roma il 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon di Roma alla Vergine Maria e a tutti i martiri.
Le ragioni dello spostamento della data al primo novembre non sono certe: sembra che fin dall’800 d.c. Alcuino, consigliere di Carlo Magno, decise di stabilire la santissima solennità di tutti i Santi in questa data e di celebrarla con una festa di tre giorni. In questo modo, la Chiesa voleva cristianizzare la festa pagana del Capo d'anno del popolo Celtico, che cadeva ai primi di novembre.
Nel tentativo di far perdere significato ai riti legati alla festa di Samhain, nell'anno 835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi del Paradiso, dal 13 maggio al primo novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Lo stesso Papa Gregorio III fece costruire all'interno della Basilica Vaticana la cappella di Ognissanti. In inglese la festa di "Ognissanti" si chiama "All Hallows' Day"; la vigilia del giorno di Ognissanti, cioè il 31 ottobre, si chiama All Hallow' Eve. Queste parole si sono trasformate prima in "Hallows' Even", e da lì ad Halloween il passo è stato breve. Nonostante i tentativi della Chiesa Cristiana di eliminare i riti pagani, Halloween è rimasta una festa legata al mistero, alla magia, al mondo delle streghe e degli spiriti. La stretta associazione con la commemorazione dei defunti, celebrata il giorno successivo, fu istituita solo nel 998 d.C.: si pensava che i morti entrassero in comunicazione coi vivi. Così, l’abate Odilone di Cluny diede disposizioni per celebrare il rito dei defunti a partire dal vespro del primo novembre. Il giorno seguente era invece commemorato con un'Eucarestia offerta al Signore, "pro requie omnium defunctorum", un'usanza che ben presto si diffuse in tutta l'Europa cristiana e che fu ufficialmente istituzionalizzata da Papa Gregorio IV. Fu Papa Sisto IV, nel 1474, che rese obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d'Occidente, per celebrare la comunione tra la Chiesa gloriosa e la Chiesa ancora pellegrinante e sofferente.
Il 1° giugno 1949, la Costituzione italiana inserisce il giorno di Ognissanti tra quelli considerati "festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici".
Come l’Italia, anche altri paesi europei come l’Austria, il Belgio, la Spagna, la Francia, la Grecia, il Lussemburgo hanno istituito ufficialmente questa celebrazione.
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2 novembre: le tradizioni in Italia
Un motivo ricorre nelle tradizioni popolari della festa dei morti: la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. Per questa ragione, i riti di commemorazione hanno assunto in tutta Italia significati e finalità simili: accogliere, confortare, placare le anime degli avi defunti. Se è vero che oggi il culto popolare commemora i defunti attraverso il suffragio e la preghiera, è vero anche che molte delle antiche usanze vivono ancora.
Una suggestiva poesia del Pascoli, La tovaglia, rende in modo tenero e suggestivo la sensazione della presenza dei cari scomparsi in casa:
"Entrano, ansimano muti: ognuno è tanto mai stanco! e si fermano seduti la notte, intorno a quel bianco.
Stanno li sino a domani col capo tra le mani, senza che nulla si senta sotto la lampada spenta."
In alcune zone della Lombardia, la notte tra l'1 e il 2 novembre si suole ancora mettere in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi.
In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un po’ di pane.
Nel Veneto, per scongiurare la tristezza, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti "Ossi da Morti".
In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la notte.
Anche in Piemonte e in Val D’Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero. I valdostani credono che dimenticare questa abitudine significhi provocare tra le anime un fragoroso tzarivàri (baccano).
Nelle campagne cremonesi ci si alza presto la mattina e si rassettano subito i letti affinché le anime dei cari possano trovarvi riposo. Si va poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si confezionano i tipici dolci detti "ossa dei morti".
In Liguria la tradizione vuole che il giorno dei morti si preparino i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). Tanti anni fa, alla vigilia del giorno dedicato ai morti i bambini si recavano di casa in casa per ricevere il "ben dei morti" (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni raccontavano storie e leggende paurose.
In Umbria si producono tipici dolcetti devozionali a forma di fave, detti "Stinchetti dei Morti", che si consumano da antichissimo tempo nella ricorrenza dei defunti quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la Fiera dei Morti, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita.
In Abruzzo, oltre all’usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di legame tra le generazioni passate e quelle presenti.
A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si consumasse il pasto accanto alla tomba di un parente per tenergli compagnia. Altra tradizione romana era una suggestiva cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera si andava sulle sponde del fiume al lume delle torce e si celebrava il rito.
In Sicilia il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere che, se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni. Quando i fanciulli sono a dormire, i genitori preparano i tradizionali "pupi di zuccaro" (bambole di zucchero), con castagne, cioccolatini e monetine e li nascondono. Al mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano usciti dalle tombe per portare i regali.
In Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano per le piazze e di porta in porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. La sera della vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e le credenze aperte.
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Festa dei Morti: storia, religione e antichi riti
Il giorno dei morti è la festività che la Chiesa cattolica dedica alla commemorazione dei defunti. La festa ha origini antiche, che uniscono paesi lontani per epoche e distanze. La nascita di questa ricorrenza e, soprattutto, la data del festeggiamento, il 2 novembre, non sono casuali.
Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio di cui parla la Genesi, il Diluvio per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto di Mosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", che corrisponderebbe al nostro novembre.
La Festa dei Morti nacque dunque in "onore" di persone che Dio aveva distrutto, per esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Da qui in poi la storia, che è ovviamente sospesa tra religione e leggenda, diventa più chiara.
Il rito della commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove l’unico comune denominatore è consolare le anime dei defunti perché siano propizie per i vivi.
La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era la "notte di Samhain", la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre.
In epoca cristiana, queste tradizione erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nel 835 Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre, pensando in questo modo di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel 998 Odilo abate di Cluny aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi ci si mascherava da santi, da angeli e diavoli e si accendevano falò.
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I Dolci della Festa dei Morti
Secondo le credenze della tradizione popolare, nella notte tra l'1 e il 2 novembre le anime dei defunti tornano dall’aldilà. Il viaggio che li separa dal mondo dei vivi è lungo e faticoso… Nasce così, per ristorare i propri cari e per renderli benevoli verso i giorni che verranno, la tradizione culinaria della Festa dei Morti.
Da Nord a Sud della Penisola, vi proponiamo un percorso attraverso le delizie gastronomiche dedicate a questa festività. I dolci dei morti simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte.
Tanti i prodotti fatti in casa tipici della tradizione, che si preparano per l'occasione, come i Seni della Vergine, dolci siciliani a forma di mammelle, ripieni di zuccata al gelsomino. Dalla Sicilia arriva anche la Mani: un pane ad anello con un unico braccio che unisce le due mani. Calabresi invece le dita di Apostolo, dolci di pasta di mandorle farciti con marmellata di cedro che assumono la forma delle dita di una mano. I Cavalli sono grandi pani a forma di cavallo che si cucinano in Val Passiria in Alto Adige.
Ecco qualche ricetta.
Le Fave dei Morti
Ingredienti:
Farina 200 gr
Zucchero 100 gr
Mandorle dolci 100 gr
Burro 30 gr
Un uovo
Odore di scorza di limone, oppure di cannella, o d'acqua di fior d'arancio.
Preparazione:
Sbucciate le mandorle e pestatele con lo zucchero. Mischiate il composto con la farina e gli altri ingredienti. Lavorate l’impasto fino ad ottenere una pasta morbida. Modellatela a forma di piccole fave. Disponete il tutto su una teglia da forno precedentemente imburrata e spolverizzata con la farina. Dorate con il tuorlo d’uovo e infornate per circa 20 minuti a 160°.
Le Ossa dei Morti
Per 4 persone
Ingredienti:
Farina 150 gr
Mandorle pulite 100 gr
Nocciole pulite 100 gr
Zucchero 200 gr
Burro 10 gr
Chiodi di garofano 30 gr
Cannella in polvere 1/2 cucchiaino; Marsala secco q.b.
Preparazione: Rompere 25 gr di nocciole e 25 gr di mandorle a metà, tritare molto finemente il resto di mandorle e nocciole con lo zucchero e i chiodi di garofano e unire la cannella al trito. Impastare con farina e marsala fino ad ottenere una pasta soda (unire il marsala 1 cucchiaiata alla volta) . Lavorare la pasta finchè diventerà liscia e omogenea. Formare con le mani un rotolo non troppo grosso e tagliarlo in otto parti. Avvolgere gli 8 cilindretti con le mandorle e le nocciole divise a metà, disponendoli poi sulla placca imburrata. Infornare per 30 minuti circa, nel forno a 200°.
Pupi di zuccaru (pupi di zucchero) dalla Sicilia
Ingredienti:
Farina 1 kg
Zucchero 300 gr
Strutto 250 gr
3 uova
10 gr di cremon di tartaro
5gr di bicarbonato
Preparazione:
Impastate tutti gli ingredienti con un po’ d’acqua fino ad ottenere un composto simile a quello del pane. Modellare l’impasto a forma di piccole figure, riporre in una teglia da forno precedentemente imburrata e infornare.
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Le ossa dei morti
Classici biscotti per la festività del giorno dei morti sono le “ossa dei morti”, chiamati in questo modo perché hanno appunto la sembianza delle ossa. E’ possibile, con un po’ di fantasia modellarli in forma di scapole, vertebre, mandibole e via dicendo, altrimenti limitatevi a dare a questi dolci una approssimativa forma di ossetto.
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Pupi di zuccaru
"I Pupa ri zuccaru": zucchero scolpito e colorato qui a forma di Paladino di Francia !
La "festa dei morti", ovvero la ricorrenza del 2 novembre, è molto sentita in tutta la Sicilia. Anticamente questa ricorrenza era per i bambini quello che è oggi il Natale. Infatti in Sicilia, a portare i doni non erano le consuete figure delle festività natalizie, ma erano i defunti, che nella notte tra l'uno e il due novembre, visitavano i propri cari ancora vita. Era, ed è tuttora con gioia, che i bambini aspettano la festa dei morti per avere la "visita" dei nonni, zii, parenti che non ci sono più, e per ricevere oltre a giochi e regali vari, i "pupi di zucchero", sculturine in zucchero generalmente con la forma dei pupi siciliani, la famosa "frutta martorana", frutta preparata con pasta di mandorla del tutto simile a quella vera, e molte altre specialità tipiche di questa festa.
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De: Marika |
Enviado: 05/11/2010 08:58 |
Grazieeeeeeeee!!
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De: Lelina |
Enviado: 06/11/2010 07:57 |
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De: Lelina |
Enviado: 10/11/2010 22:18 |
Non c'è stagione più fantastica dell' autunno. La Natura dovrebbe essere lì per addormentarsi, eppure quanta forza in questo tripudio di oro, rosso, arancio, accompagnato con pacatezza dal marrone brunito dei tempi che verranno. E quanta leggerezza nelle piccole foglie accartocciate ai miei piedi sul viale dei platani, screziate ancora di verde ma pronte tuttavia a essere portate via dal vento. L' aria è ferma in un azzurro prorompente con poche indecisioni di nuvole e un cielo che è già di settembre inoltrato. Sarà uno scorcio finale d' anno pieno di rinnovamento, è scritto. A piccoli passi decisi ma senza ripensamenti o malinconie di sorta. E' tempo che le cose vadano per il loro verso. E al Tempo non possiamo frapporre ostacoli perché è Lui che detta legge. |
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De: Lelina |
Enviado: 10/11/2010 22:20 |
L'estate è finita
Sono più miti le mattine e più scure diventano le noci e le bacche hanno un viso più rotondo. La rosa non è più nella città. L'acero indossa una sciarpa più gaia. La campagna una gonna scarlatta, Ed anch'io,per non essere antiquata, Mi metterò un gioiello.
Emily Dickinson
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De: Marika |
Enviado: 14/11/2010 06:56 |
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De: Marika |
Enviado: 14/11/2010 06:58 |
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