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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 01/11/2010 08:06 |
IL SOGNO DELLA LAVAGNA
La lavagna era triste triste. "Non ce la faccio più" pensava. "Sono stanca di vedere bambini spaventati,bambini che piangono,che mi guardano come se fossi una strega portasfortuna. Un giorno o l'altro me ne vado".
E un bel giorno,anzi una bella notte se ne andò : uscì dalla scuola e,toc toc,se ne andò per il mondo.Il concellino le rotolò dietro piagnucolando: "Signora lavagna,vengo con te".
Andarono insieme.Il cancellino cancellava le nuvole del cielo perchè la notte fosse più chiara;cancellava i semafori rossi perchè la lavagna potesse passare;cancellava i ciottoli sulle stradine di campagna,cancellava le montagne troppo alte.
Una notte cancellò perfino tre banditi che volevano rapire la povera lavagna per scriverci il conto delle rapine che avevano fatto.
Cammina e cammina,una bella notte la lavagna si fermò.Disse:"Cancellino,sono molto stanca,ho bisogno di dormire".
Il cancellino cancellò sterpi,rovi,pietre che si trovavano intorno e così la lavagna potè sdraiarsi sull'erba pulita,sotto la chioma di un grosso albero.
"Signora lavagna"disse il cancellino."Ti sei stesa sotto un castagno,è pericoloso.Se ti cade un riccio sulla faccia ti punge,ti fa male.Io lo cancello quest'albero".
Ma la lavagna si era già addormentata e stava facendo un sogno.
Sognava di essere in piedi in mezzo a un prato,con tanti bambini intorno.E i bambini erano i bambini della sua scuola,però erano allegri,scrivevano con gessi colorati,inventavano poesie,inventavano parole,inventavano numeri,inventavano disegni. Lei era felice.
Da lontano sentiva la voce del cancellino:"Signora lavagna,svegliati,è giorno."No" rispondeva lei"Non voglio svegliarmi,non mi sveglierò finchè il sogno che sto facendo non sarà diventato realtà".
Spero vi sia piaciuta...
Partecipate pure voi
facendoci conoscere altre belle e simpatiche storie...
Un abbraccio di Amicizia
e
Felice Novembre
Lely |
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De: Ver@ |
Enviado: 04/11/2010 00:33 |
LA COLOMBA E LA FORMICA
Esopo
Una formica assetata era scesa in una fontana e, trascinata dalla corrente,
stava per affogare.
Se n’avvide una colomba e, strappato un ramoscello da un
albero, lo gettò nell’acqua.
La formica vi salì sopra e riuscì a salvarsi.
Poco
dopo, un uccellatore, con i suoi panioni pronti, si avanzò per prendere la colomba.
La formica lo
scorse e diede un morso al piede dell’uccellatore, che, nell’impeto del dolore,
gettò via i panioni, facendo così fuggire immediatamente la colomba.
La
favola mostra che bisogna ricambiare i benefattori.
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De: Ver@ |
Enviado: 04/11/2010 00:44 |
FILOSOFIA DI VITA
Un professore di filosofia, in piedi davanti
alla sua classe, prese un grosso vasetto di
marmellata vuoto e comincio a riempirlo con dei
sassi, di circa 3 cm. di diametro. Una volta
fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di
piselli,
li
versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari
sassi.
Ancora
una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse
pieno ed essi, ancora una volta, dissero di si.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di
sabbia e la verso dentro il vasetto.
Ovviamente la sabbia riempi ogni altro spazio vuoto
lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il
Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di si, senza dubbio
alcuno.
Ora, disse il Professore, voglio che voi capiate che questo
vasetto rappresenta la vostra vita.
I
sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri
amici,la vostra salute, i vostri figli - le cose per le quali se
tutto il resto fosse perso, la vostra vita
sarebbe ancora piena.
I piselli sono le
altre cose per voi importanti: come il vostro
lavoro, la vostra casa , la scuola .... La
sabbia e' tutto il resto...... le piccole cose . Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò
il
Professore, non ci sarà spazio per i piselli e per i sassi.
Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il
vostro tempo e le vostre energie alle piccole
cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle
cose che vi rendono felici: giocate con i vostri
figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici.
Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la
casa, lavare l'auto. Prendetevi cura dei sassi
per prima - le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità...il resto e' solo sabbia.
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De: Ver@ |
Enviado: 05/11/2010 10:46 |
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De: Lelina |
Enviado: 06/11/2010 08:19 |
E´ IL TRENO DELL´ AMICIZA
MERAVIGLIOSO!!
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Bellissime storie
lette con vero piacere...
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Bellissimeeeeeee
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De: Marika |
Enviado: 14/11/2010 08:24 |
Una storia
bella
Leggila tutta di un fiato, non ti fermare
all'apparenza. Grazie! Questa e-mail mi è arrivata tramite un amica e mi ha
commosso molto, vorrei che anche altri la potessero leggere.
Ad una cena di beneficenza per una
scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli
studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno
dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose
una domanda:
"Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la
natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può
imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere
profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle cose quando
si tratta di mio figlio?"
Il pubblico alla domanda si fece
silenzioso.
Il padre continuò: "Penso che quando viene al mondo un
bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande
opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre
persone trattano quel bambino."
A quel punto cominciò a narrare una
storia:
Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay
sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: "Pensi che
quei ragazzi mi faranno giocare?" Il padre di Shay sapeva che la maggior
parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva
anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo
figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo
handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.
Il padre si
Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto)
se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso
e disse: "Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che
possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono"
Shay entrò nella
panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team.
Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel
petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse
accettato dagli altri.
Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay
prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono
inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò
nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da
baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo
padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un
nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di
vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo
punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la
partita? Incredibilmente lo lasciarono battere. Tutti sapevano che era una
cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza,
tantomeno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il
lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di
quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così
piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza. Il primo tirò
arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo
il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a
Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla
che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora finito.
A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla
all'uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita sarebbe
finita. Invece... Il tiratore lanciò la palla di molto oltre l'uomo in prima
base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti
dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare:
"Shay corri in prima base! Corri in prima base!" Mai Shay in tutta la sua
vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima
base. Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quel
punto tutti urlarono: "Corri fino alla seconda base!" Prendendo fiato Shay
corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda
base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla.. Il ragazzo più
piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e
diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in
seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente
molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra
potesse raccoglierla. Tutti urlavano: "Bravo Shay, vai così! Ora
corri!" Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo
raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui
Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti
gridarono:" Corri in prima, torna in base!!!!" E così fece: da solo tornò in
prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della
partita. "Quel giorno" disse il padre piangendo "i ragazzi di entrambe le
squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed
umanità".
Shay non è vissuto fino all'estate successiva. E' morto
l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e
di aver reso orgoglioso e felice suo padre.. non dimenticò mai l'abbraccio di
sua madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto.
ED
ORA UNA PICCOLA NOTA AL FONDO DI QUESTA STORIA:
In internet ci scambiamo
un sacco di giochi e mail scherzose senza che queste ci facciano riflettere, ma
quando si tratta di diffondere mail sulle scelte della vita noi esitiamo. Il
crudo, il volgare e l'osceno passano liberamente nel cyber spazio, ma le
discussioni pubbliche sulla decenza sono troppo spesso soppresse nella nostre
scuole e nei luoghi di lavoro. Se stai pensando di forwardare questo
messaggio, c'è probabilità che sfoglierai i tuoi contatti di rubrica scegliendo
le persone "appropriate" o "inappropriate" a ricevere questo messaggio. Bene:
la persona che ti ha mandato questa e-mail pensa che TUTTI NOI POSSIAMO FARE LA
DIFFERENZA. Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di
aiutare il "naturale corso delle cose" a realizzarsi. Ogni interazione tra
persone, anche la più inaspettata, ci offre una opportunità: passiamo una calda
scintilla d'amore e umanità o rinunciamo a questa opportunità e lasciamo il
mondo un po' più freddo? Un uomo saggio una volta disse che ogni società è
giudicata in base a come tratta soprattutto i meno fortunati.
Ora tu hai
2 scelte:
1. cancellare 2. inoltrare
Possa questo giorno essere
un giorno luminoso...
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De: Lelina |
Enviado: 14/11/2010 13:47 |
IL SERPENTE E LA LUCCIOLA
Racconta la leggenda che una giorno un serpente inizió ad inseguire una lucciola.
Questa fuggiva rápida per paura del feroce predatore e il serpente allo stesso tempo continuava ad inseguirla.
Fuggì un giorno e lui la inseguiva, due giorni e la inseguíva...
Il terzo giorno, senza forze, la lucciola si fermò e disse al serpente: Posso farti tre domande?
- Non sono abituato a rispondere a nessuno, però siccome ti devo mangiare, puoi chiedere, rispose il serpente...
Appartengo alla tua catena alimentare? domandó la lucciola
- No , rispose il serpente...!!!....
- Io ti ho fatto qualcosa di male ? disse la lucciola?
- No, tornó a rispondere il serpente.
- Allora, perchè mi vuoi uccidere?
- Perchè non sopporto vederti brillare...
Morale Molti di noi ci siamo trovati coinvolti in situazioni dove ci chiedavamo:
- Perchè mi succede questo se io non ho fatto niente di male, ne danneggiato nessuno? Semplice è la risposta...
Perchè non sopportano vederti brillare......!!!!
Quando ti accade questo, non smettere di brillare, continua ad essere te stesso, continua e seguita a dare il meglio di te, continua a fare meglioramenti, non permettere che ti danneggino, non permettere che ti feriscano, continua a brillare e non potranno toccarti... Perchè la tua luce rimarrá integra.
La tua essenza permarrá, accada quello che accada.....
Sii sempre autentico, anche se la tua luce molesta i predatori!!
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Lette con piacere
fanno riflettere...
Mariasole
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VAI TU PER ME
Un uomo aveva l'abitudine di dire ogni domenica mattina a sua moglie. "Va' in chiesa tu e prega per tutti e due". Agli amici diceva: "Non c'è bisogno che io vada in chiesa: c'è mia moglie che va per tutti e due". Una notte quell'uomo fece un sogno. Si trovava con sua moglie davanti alla porta del Paradiso e aspettava per entrare. Lentamente la porta si aprì e udì una voce che diceva a sua moglie. "Tu puoi entrare per tutti e due!". La donna entrò e la porta si richiuse. L'uomo ci rimase così male che si svegliò. La più sorpresa fu sua moglie, la domenica dopo, quando all'ora della Messa si trovò accanto il marito che le disse: "Oggi vengo in chiesa con te".
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De: Lelina |
Enviado: 15/11/2010 07:55 |
UN VIAGGIO IN TRENO
IL TRENO DELLA VITA... |
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De: Marika |
Enviado: 21/11/2010 07:41 |
Durante un incendio nella foresta,
mentre
tutti gli animali fuggivano,
un colibrì volava in senso
contrario
con una goccia d'acqua nel becco.
"Cosa credi di
fare!"
Gli chiese il leone.
"Vado a spegnere l'incendio!"
Rispose
il piccolo volatile.
"Con una goccia d'acqua?"- disse il leone
con
un sogghigno di... irrisione.
Ed il colibrì, proseguendo il
volo,
rispose: "Io faccio la mia parte!"
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De: Ver@ |
Enviado: 24/11/2010 16:17 |
La favola del riccio
Durante l'era glaciale molti animali morirono per il freddo.
I ricci se ne accorsero e decisero di unirsi in gruppo e aiutarsi. In questo modo si proteggevano, ma le spine di ognuno ferivano i compagni più vicini che davano calore. Perciò decisero di allontanarsi e iniziarono a congelare e a morire.
Così capirono che o accettavano le spine del compagno vicino oppure sparivano dalla terra e morivano in massa. Con saggezza decisero di tornare tutti insieme. In questo modo impararono a convivere con le piccole ferite che un compagno vicino può causare, dato che la cosa più importante era il calore dell'altro.
In questo modo sopravvissero...
Le relazioni migliori non sono quelle con delle persone perfette, ma quelle nelle quali ogni individuo impara a vivere con i difetti degli altri e ad ammirarne le qualità.
Buona Serata Amici
Vera
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De: Ver@ |
Enviado: 24/11/2010 16:21 |
Un giorno un picchio carino carino, con il becco arancione, di nome Picchio si fece una tana sull'albero di Papicchio, un suo amichetto. Ma Papicchio non fu cortese con lui e gli disse - Scendi subito da quest'albero Picchio. Non è tuo ! - Allora Picchio disse - Scusa Papicchio , ma nel bosco dei 100 anni tutti gli animali sono molto ospitali ed aggiunse - Dai ti prego solo per questo mese.... dai, dai.... Allora Papicchio finalmente si convinse ed a malincuore disse - E va bene, se queste sono le leggi del bosco, fai pure la tua tana sul mio albero ma fra un mese dovrai andartene via perchè io non ti voglio- Passato un mese, i due picchi si salutarono poichè Picchio era riuscito a trovare una casa proprio affianco a quella di Pappicchio. Però un giorno venne un temporale e, nel bosco dei 100 anni si distrussero tanti tanti alberi ; anche quello di Papicchio. Papicchio, poverino, era lui stavolta che cercava una casa e chiese aiuto proprio a Picchio. - Picchio, amico mio, mi ospiteresti sul tuo albero?- chiese molto cortesemente ed umilmente a Picchio. Picchio disse: - Ti ospito volentieri, ma ti ricordo che tu non hai fatto altrettanto con me. Devi imparare a trattare bene gli altri anche quando non ne hai bisogno come adesso.- Papicchio imparò a sue spese la lezione e da quel giorno si comportò come un bravo picchio.
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LA TRISTEZZA E LA FURIA
In un regno incantato dove gli uomini non possono mai arrivare, o forse dove gli uomini transitano all’infinito senza rendersene conto…
In un regno magico, dove le cose intangibili diventano concrete…
C’era una volta…
Uno stagno meraviglioso.
Era una laguna di acque cristalline e pure, n cui nuotavano pesci di tutti i colori possibili e dove tutte le tonalità del verde si riflettevano continuamente…
A quello stagno magico e trasparente si avvicinarono in buona compagnia la tristezza e la furia, per fare il bagno.
Entrambe si tolsero gli abiti e nude entrarono nello stagno.
La furia, frettolosa (com’è sempre la furia), velocissima, senza sapere il perché, si tuffò rapidamente ed ancora più rapidamente uscì dall’acqua…
Ma la furia è cieca, o comunque non distingue chiaramente la realtà, così, nuda e frettolosa, uscendo dallo stagno si infilò i primi vestiti che trovò…
E successe che quei vestiti non erano i suoi ma quelli della tristezza…
E così vestita da tristezza la furia se ne andò.
Con grande calma, serena, sempre disponibile a rimanere nel luogo in cui si trova, la tristezza finì di farsi il bagno e senza fretta (o meglio senza la consapevolezza del passare del tempo), con lenta pigrizia riemerse dallo stagno.
Sulla riva si accorse che i suoi vestiti non c’erano più.
Come sappiamo tutti, se c’è qualcosa che non piace alla tristezza è mettersi a nudo, così indossò gli unici abiti che c’erano vicino allo stagno, gli abiti della furia.
Si narra che da allora ci capita sovente di incontrare la furia, cieca, crudele, terribile ed iraconda…ma se ci prendiamo il tempo di osservarla bene, scopriamo che la furia che vediamo è soltanto una maschera, e dietro la maschera della furia in realtà…si cela la tristezza.
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