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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 06/12/2010 07:47 |
STORIA DI NATALE
Era una buia notte di Natale ed una nonna se ne stava accanto al fuoco, con un grande libro illustrato, a raccontare ai suoi quattro nipoti una storia antica, ma vera. Nel frattempo, la neve cadeva fitta, coprendo i tetti delle case. La gente se ne stava chiusa nelle proprie abitazioni, al caldo vicino alla stufa, festeggiando gioiosamente la Notte di Natale con deliziosi dolcetti e regali. Solamente due persone sconosciute e un asinello camminavano per le strade fredde e silenziose del piccolo borgo. Erano una giovane donna e un anziano signore dalla lunga barba. La donna camminava lentamente e vestiva abiti leggeri, inadatti a quella notte gelida, si era quindi coperta con un vecchio mantello un po' logoro, mentre l'uomo indossava un lungo cappotto malandato; condivideva il loro cammino un vecchio asinello un po' spelacchiato. I due poveretti bussarono alla porta di una casa. Una vecchia signora elegante aprì l'uscio, e vedendoli così malconci, urlò: " Andate via, vagabondi! Vi sembra questo il momento di disturbare la quiete della gente per bene? Essi proseguirono il loro cammino, fino ad arrivare ad un altro edificio; bussarono ed un signore aprì loro la porta. " Che cosa volete?" disse l'uomo bruscamente. " Le vorremmo chiedere, se gentilmente, ci potesse offrire un posto per trascorrere la notte al caldo. Mia moglie è molto stanca, siamo affamati e qui fuori si gela. " Non ho posto per voi e se sto qua fuori ancora un po', con la porta aperta, mi esce tutto il calore della stufa! Poi diede un colpo all'uscio e lo fece sbattere violentemente. Bussarono a tante altre porte, ma il risultato era sempre lo stesso, la gente rifiutava di ospitarli. Erano troppo occupati a pensare al Natale oppure a loro stessi e ai loro regali. Camminando faticosamente si avviarono fuori del paese; il silenzio era interrotto solo dal suono ritmico degli zoccoli dell'asinello. I loro abiti erano sempre più fradici e i loro piedi erano doloranti per il gran freddo; fu a quel punto che videro una casetta isolata, proprio ai margini dell'abitato. La luce fioca che proveniva da laggiù li guidò. Giunti vicino alla casa, guardarono attraverso i vetri appannati. Videro una nonna che raccontava, a quattro attenti bambini, una storia scritta su un grande libro; l'uomo e la donna si guardarono e sorrisero. La nonna in quell'istante lesse: " … Perché non c'era posto per loro nell'albergo. " Avevano bussato a molte porte?" domandò Giacomo, il più grande dei suoi nipoti. In quell'istante si udì un lieve ticchettio provenire dalla finestra. " Cos'è questo rumore?" chiese Sara. Davide, Giacomo e Laura smisero di ascoltare la storia e si guardarono attorno. Poi videro due figure confuse dietro i vetri ed allora corsero verso la finestra, ansiosi di scoprire chi era venuto a trovarli. " Nonna Clementina! Vieni a vedere. Ci sono Maria, Giuseppe e l'asinello fuori in cortile!" esclamò concitato Davide. La nonna si alzò lentamente dicendo: " Ma Davide! Sono vissuti duemila anni fa. Hai un'immaginazione troppo fervida. L'anziana signora guardò anche lei dalla finestra e vide quei due poveretti infreddoliti e li fece subito entrare. " Laura! Porta altre due sedie vicino al fuoco! " Accomodatevi, vi diamo subito qualcosa di caldo da bere. Altrimenti vi prenderete un malanno!" disse nonna Clementina. " Volete darci i vostri cappotti inzuppati? Li metteremo ad asciugare. " propose Sara. La giovane donna si tolse il mantello e tutti videro un grande e tondo pancione…Aspettava un figlio! " Ma tu, sei Maria!" urlò convinto Davide. Ella sorrise teneramente. " No… non sono Maria. Mi chiamo Cristina. Laura domandò: " E… lui come si chiama? " Giuseppe! Si chiama Giuseppe! Guardate come assomiglia al disegno che c'è sul nostro libro. " strillò insistentemente Davide. " Mi spiace deluderti, ma il mio nome è Giovanni. " disse l'uomo. I quattro cuginetti, delusi, si guardarono con aria dubbiosa, poi osservarono ancora una volta l'illustrazione sul libro e notarono che la somiglianza era incredibile. " Basta bambini! Smettetela con tutte queste domande. Ve lo avevo detto che non potevano essere loro. State buoni e non disturbate i signori con domande sciocche e impertinenti. " Non si preoccupi, signora. I bambini non disturbano e le loro domande sono innocenti. " sussurrò gentilmente Cristina. Giacomo a quel punto domandò: " Sarete molto stanchi? Volete un posto per riposarvi? " Bravo Giacomo! Questa è una domanda seria e giudiziosa. " disse la nonna al nipote. Poi si rivolse agli ospiti: " Mi dispiace, non ho più posto qui in casa, ma se non vi offendete, posso offrirvi la stalla. Non sarà molto accogliente, ma è calda e pulita. Là troverete un vecchio e mansueto bue, che non vi disturberà. " Grazie! Sarà sicuramente un luogo perfetto per noi e per il nostro asinello. Lei è una persona generosa e gentile. " rispose Giovanni. La nonna prese una torcia ed insieme ai suoi nipoti li accompagnò al capanno. L'asinello si sistemò soddisfatto e compiaciuto accanto al bue; mentre Giovanni e Cristina si adagiarono sulla soffice paglia. Cristina li guardò con aria dolce e li ringraziò per tutto quello che avevano fatto per loro. Davide, uscendo dalla stalla, mormorò: " Eppure sembrano proprio Maria e Giuseppe. Laura coscienziosa lo rimproverò: " La nonna ha detto di no! Il loro sonno, quella notte, fu interrotto da suoni e rumori strani provenienti dalla stalla e dal cortile. Nel cuore della notte, poi, furono svegliati all'improvviso da una luce abbagliante che filtrava attraverso le persiane. Al mattino, i bambini si precipitarono, strepitando, in cucina, dove era già pronta per loro un'abbondante colazione. I bambini, prima di iniziare a mangiare, pensarono di portare un po' di cibo a Giovanni e Cristina… ma quando entrarono nella stalla videro con stupore, che era nato un bambino. "E' nato Gesù. " urlò Davide. "Lo abbiamo chiamato Matteo" corresse Cristina. La nonna arrivò di corsa, richiamata dall'urlo del nipote ed anche lei rimase lì incantata a bocca aperta ad osservare la scena. Giovanni a quel punto interruppe l'incanto e disse: " Vi siamo molto grati, per quello che avete fatto per noi in questa notte molto speciale; ma purtroppo dobbiamo partire e sebbene qui ci sentiamo un po' come a casa, dobbiamo far ritorno alla nostra vera casa, che è molto lontana. Così, Cristina, il piccolo Matteo, Giovanni ed il loro asinello si misero in cammino, lasciando nel cuore della nonna e dei quattro bambini un'inspiegabile tristezza. Passarono velocemente i giorni di vacanza, fra giochi e scherzi; a volte pensavano ancora a quelle persone conosciute il giorno di Natale ed il ricordo piacevole di quell'incontro li faceva sorridere. Poi, un giorno, proprio quando le vacanze stavano per finire e si avvicinava il loro ritorno in città, il postino consegnò alla nonna un grande pacco. I bambini eccitati lo aprirono velocemente e videro con stupore che conteneva un grazioso presepe intagliato nel legno ed un bigliettino sul quale era scritto: Un grazie sincero a quattro bambini generosi e alla loro nonna. Un vecchio falegname Rimasero lì a guardare quel pacco per un attimo, poi Sara disse: " Guardate il bollo postale! Tutti insieme lessero: " BETLEMME.
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De: Marika |
Enviado: 06/12/2010 08:00 |
Molto bella questa storia
Grazie Lely per averla condivisa
Desidero anch'io condividere con tutti
LA LEGGENDA DEL
VISCHIO
C'era una volta, in un paese tra
i monti, un vecchio mercante.
L'uomo viveva solo, non si era
mai sposato e non aveva amici.
Il vecchio mercante si girava e
rigirava, senza poter prendere sonno.
Uscì di casa e vide gente che
andava da tutte le parti verso lo stesso luogo.
Qualche mano si tese verso di
lui. Qualche voce si levò:
- Fratello, - gli gridarono -
non vieni? Fratello, a lui fratello?
Lui non aveva
fratelli.
Era un mercante e per lui non
c'erano che clienti a cui vendeva e fornitori da cui comprava.
Per tutta la vita era stato
avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa
facessero.
Ma dove andavano?
Si mosse un po' curioso. Si unì
a un gruppo di vecchi e di fanciulli.
Fratello! Oh, certo, sarebbe
stato anche bello avere tanti fratelli!
Ma il suo cuore gli sussurrava
che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati?
Piangeva miseria per vender più caro.
E speculava sul bisogno dei
poveri. E mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere
fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita.
Eppure tutti gli camminavano a
fianco.
Ed era giunto, con loro, davanti
alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e
nessuno era a mani vuote, anche
i poveri avevano qualcosa.
E lui non aveva niente, lui che
era ricco.
Arrivò alla grotta insieme con
gli altri; s'inginocchio insieme agli altri.
- Signore, - esclamò - ho
trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E cominciò a piangere.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta,
il mercante continuò a
piangere, e il suo cuore cambiò.
Alla prima luce dell'alba quelle
lacrime splendettero come perle,
in mezzo a due
foglioline.
Era nato il
vischio.
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De: Nando1 |
Enviado: 06/12/2010 10:08 |
Grazie !
per queste belle storie
spero di rileggerne tante altre
Nando |
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Che dolci e belle storie!
E´ un vero piacere leggerle
Grazie!
Desidero condividere anch'io una storia natalizia con tutti voi:
La stella di Natale
"Se hai dimenticato le parole
per pregare, per avvicinarti al
Cielo, raccogli un mazzo di
Stelle sulla collina di Taxco,
portalo nella tua casa e
accendi una candela: sarà il
miracolo della notte di
Natale.
Tratta da un antico canto messicano
Narra una leggenda messicana, che una notte di Natale di tanto tempo fa, una bambina di nome Lola, era in chiesa e ammirava i doni che le persone più ricche, portavano all'altare.
La povera bimbetta soffriva di non poter fare altrettanto e piangendo chiese a Gesù, cosa potesse fare per dimostrargli il suo amore. D'improvviso, una voce emerse da una luce immensa e le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi di erbe qualsiasi e di portarle in chiesa, deponendole sull'altare.
Lola non se lo fece dire due volte, così, una volta raccolte le sterpi e portatele in chiesa, vide quelle sterpi trasformarsi in rami che sulle proprie sommità portavano quelle meravigliose stelline rosse e che alla luce delle candele, sembravano splendere.
Tutti i presenti pensarono ad un miracolo così, la Poinsettia, divenne il simbolo del donare e dell'amore verso gli altri e da quel momento si diffuse largamente, tant'è che in Messico presero a comparire un po' ovunque. il suo nome in Messico è "Flor de la Noche Buena" (Fiore della Notte Santa), proprio in virtù della leggenda .
In Francia, dove è conosciuta come "Etoile d'amour" (Stella d'Amore), viene commercializzata anche per la Festa della Mamma ed ha un largo mercato in molti periodi dell'anno.
Serenella
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