Non si può non ammettere che ancora oggi i Beatles sono la principale ispirazione per decine e decine di gruppi pop inglesi e non solo, anzi sicuramente possono considerarsi capostipiti della musica leggera moderna. La loro storia inizia nel lontano 1957 nella città di Liverpool, quando il diciassettenne John Lennon (nato il 9 ottobre del 1940) e un quindicenne Paul McCartney (nato il 18 giugno del 1942) si incontrano per la prima volta su un palcoscenico alla Woolton Parish Church durante un concerto rock: sono entrambi chitarristi in due differenti gruppetti di dilettanti.
Inizia cosi un rapporto destinato a produrre una quantità enorme di canzoni storiche; inizia con due ragazzi che decidono di perfezionare insieme la loro a quel tempo scarsa tecnica chitarristica. Non ci vuole molto perché al duo si aggiunga un compagno di scuola di Paul, George Harrison (nato il 25 febbraio del 1945).
Nel 1958 è pronto il primo nucleo dei futuri Beatles, anche se si chiamavano Quarrymen e propongono una strana miscela di musica skiffle (una musica "povera" a base di jazz tradizionale e rhythm blues) e rock’n’roll. Ma in quell’anno un tragico evento contribuisce a rendere più intrasigente il carattere già ribelle di John Lennon: muore in un incidente stradale la madre Julia, a cui verrà dedicata, nel famoso "album bianco" del 1968, l’omonima canzone. La musica, allora, diventa la prima ragione di vita e dopo un periodo di incertezze, Lennon guida i futuri Beatles verso miglioramenti tecnici quotidiani. In contraddizione con tutto ciò, si aggiunge al gruppo nel 1959 in qualità di bassista il poco esperto Stuart Sutcliffe: il basso, come strumento, addirittura non lo conosce affatto, ma ha abbastanza soldi per poter comprare una strumentazione decente e, perciò, il gioco è fatto. Manca solo un batterista e, un anno dopo viene trovato nella persona di Pete Best. Così nel 1960 dopo vari cambi di nome (da Johnny & the Moondogs a Moondogs, da Silverbeatles a Beatles), il gruppo parte per Amburgo con, per la prima volta, la promessa di una vera paga: 25 sterline alla settimana ciascuno.
I giorni di Amburgo sono appassionati e ricchi di avventure: è qui che viene inventato il look dei Beatles grazie ad Astrid Kirchher, una fan tedesca che studia per loro gli abiti e quel particolare taglio di capelli che farà storia. Il fermento che si è crea in Germania intorno ai quattro ragazzi serve a far crescere le loro quotazioni anche in patria: tornati a Liverpool si esibiscono al "Cavern Club" e la loro fama di nuova eccitante attrazione della musica pop si accresce a dismisura. Li vogliono ancora in Germania nel 1961 e qui incidono il loro primo 45 giri, My Bonnie, come gruppo spalla del cantante Tony Sheridan. è solo la prima esperienza: senza più Stuard Sutcliffe ( che morirà nel 1962 in seguito a una emorragia cerebrale), ma con Paul McCarteny passato definitivamente dalla chitarra al basso, i Beatles si incontrano con Braian Epstein. è un giro di boa fondamentale: Epstein, abbastanza introdotto nell’ambiante musicale, diventa subito l’appassionato manager del gruppo giocando un ruolo determinante nell’ascesa dei ragazzi di Liverpool.
La prima mossa è un provino alla Decca il primo gennaio del 1962: nessuno della casa discografica intuisce il potenziale dei Beatles commettendo uno degli errori più macroscopici della storia del mercato discografico. Altra porta a cui bussare è quella in Abbery Road (celebrata più tardi in un famoso album), sede della grande casa discografica EMI. Qui c’è un produttore, George Martin, che capisce alla perfezione il valore dei ragazzi. Unico neo, secondo lui, è il batterista Pete Best. Ma i Beatles non ci pensano troppo: firmano il contratto con la EMI e licenziano Best chiamando alla batteria Ringo Starr, che avevano conosciuto ad Amburgo mentre suonava con i Rory Storm & the Hurricanes. Ora il mitico gruppo è pronto e Love me do, uscita il 4 ottobre del 1962, fa conoscere al mondo una nuova fantastica realtà musicale.