Nel mondo, in mezzo a tante cose belle, io ne conosco due meravigliose. Non stanno nel cielo, fra le stelle ma quaggiù in terra, con molte altre cose. Presso la gente d'ogni condizione, e si chiaman di nome acqua e sapone. L'acqua che ondeggia nell'immenso mare, entro i fiumi, i torrenti e le riviere. Che feconda orti e prati, fa girare macchine di mulini e di cartiere. L'acqua che sembra avere una favella, l'acqua che sempre fugge, oh com'è bella! Ma quando il pregio suo poi si congiunge con quello del sapone, è triplicato. Odiono entrambi tutto quel che unge, che appiccica, che offende l'odorato; odian le macchie, aborrano il sudore, e dan freschezza, sanità, candore. E voi pur siete belli, o ragazzetti, quando al mattino a scuola ritornate con le mani, col viso e il collonetti, con le gaie testine pettinate, con le rose del sangue accese in viso spirando intorno a voi gioia e sorriso! Pur io conosco più d'un scolaro che l'ha a morte con l'acqua e col sapone. E invece di lavarsi, gli è più caro andar a scuola senza colazione; e ci va infatti, come s'è levato, colla faccia color di cioccolato. Ragazzi miei, se tra i compagni vostri c'è per caso un ragazzo così fatto che all'acqua ed al sapon tant'odio mostri e non voglia lavarsi a nessun patto, pulitamente stategli lontano se ciascuno di voi vuol esser sano. Ma se volete dare al poltronello quel che gli vien, trovatevi d'accordo; stringetevi d'intorno a lui, bel bello, e senza tema che diventi sordo tutti a una voce, in tono di canzone, gridategli sul viso.: "Acqua e sapone!".
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