S.Stefano
Protomartire del I secolo
La vita e la morte di Stefano, primo martire cristiano, sono documentate negli Atti degli Apostoli, il libro canonico redatto dall’evangelista Luca, da cui risulta che fu il primo diacono, scelto per le opere di carità come l’assistenza alle vedove e agli orfani.
Condannato alla lapidazione, morì fuori di Gerusalemme nella valle del Cedron pregando in ginocchio: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Non imputare loro questo peccato”.
Il giovane Stefano apparteneva alla prima comunità cristiana, che applicò integralmente la “carità fraterna”, infatti i suoi appartenenti mettevano i loro beni in comune con gli altri, e ad ognuno veniva distribuito equamente quanto bastava per il sostentamento giornaliero. Quando la comunità crebbe, gli apostoli affidarono il servizi di assistenza giornaliera a sette ministri della carità detti diaconi. Tra questi spiccava il giovane Stefano che, oltre ad occuparsi dell’amministrazione dei beni comuni, si prodigava nell’annuncio della buona novella tanto da indurre i giudei a catturarlo e portarlo nel Sinedrio, dove venne giudicato e condannato alla lapidazione. Fu trascinato fuori dalla città e lapidato, durante l’esecuzione Stefano primo Martire, pronunciò le stessa parole di Gesù sulla croce: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Nel 415 furono ritrovate le sue relique, e più tardi una parte di queste fu portata nell’isola di Minorca, dove gli abitanti cristiani per l’entusiasmo e la devozione per il primo Martire trucidarono gli ebrei emigrati sull’isola. La festa del primo Martire fu celebrata sempre il giorno dopo il Natale, tra i “comites Christi” coloro i quali erano stati più vicini alla manifestazione di Cristo perchè per primi ne resero testimonianza. Saulo, testimone della sua lapidazione, ne raccoglierà l’eredità spirituale diventando Apostolo della gente. La devozione verso S. Stefano primo Martire è già molto viva fin dal ritrovamento delle sue reliquie e giunge molto sentita fino ai nostri giorni.