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De: settembre73 (Mensaje original) |
Enviado: 25/12/2010 23:37 |
Mi chiedo spesso, nella vita, se dar più peso, al sentimento dell’orgoglio, o alle parole del cuore… In tutti gli sbagli che facciamo, c’è disattenzione, c’è una parola in meno che non diciamo, un pensiero in meno, di quello che in realtà, potremmo fare… Siamo in debito, sempre, con tutti, di un piccolo pensiero, sempre con tutti… e quando, qualcuno, ci taglia le radici dei sentimenti, anche se a nascere subito c’è la rabbia, dobbiamo solo aspettare che quella rabbia si plachi, che finisca di urlare dentro, che si spenga in un eco lontano dentro noi, e nel silenzio, poi… ascoltare la voce del cuore, quella, l’unica, in grado di calmarci, di darci una spiegazione, in grado di darci un significato, alla nostra vita, anche quando sembra, che tutto sia inutile… un dare e avere di energie, che non necessariamente, torna e viene dalle stesse persone, ma che segue un destino, un’energia superiore, a cui non possiamo dare spiegazione, ma che in qualche modo, possiamo aiutare… per divenire migliori, nella nostra imperfezione…
D.
ps: dicono che ci voglia un po' d'orgoglio nella vita... lo penso anche io... ma va dosato nella giusta maniera... senza superiorità... |
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De: Nando1 |
Enviado: 26/12/2010 07:46 |
Insostenibili contraddizioni dell’esistenza
Sapere cosa fare e non farlo.
Avere le parole giuste e tacere.
Essere farfalle e strisciare per terra, come vermi.
Incontrare la verità e non riconoscerla.
Avere di fronte l’amore e voltarsi, per non guardarlo negli occhi.
Avere un unico sogno nella vita e non crederci.
Vivere un sogno e volersi svegliare.
Amare la vita e lasciarsi morire.
Buona giornata
Nando
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Il falco
Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato. “E l’altro?” chiese il re. “Mi dispiace, sire, ma l’altro falco si comporta stranamente;
forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell’albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo”. Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco. Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno poté schiodare il falco dal suo ramo. Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull’albero, giorno e notte. Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema. Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino. “Portatemi l’autore di questo miracolo” ordinò. Poco dopo gli presentarono un giovane contadino. “Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?” gli chiese il re. Intimidito e felice, il giovane spiegò: “Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare“.
Talvolta, Dio
permette a qualcuno
di tagliare il ramo
a cui siamo tenacemente
attaccati,
affinche‘ ci rendiamo conto…
di avere le ali.
Buona Domenica
Gemma |
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De: Lelina |
Enviado: 27/12/2010 00:18 |
Questo per me... e' il senso della vita...
volersi bene senza nessuno scopo...
essere d'aiuto l'un l'altro
ed essere vicini a chi e' solo... a chi soffre...
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Tante volte siamo molto distaccati e freddi con gli altri. A volte basta un bacio, un "ti voglio bene" anche sussurrato; un timido "grazie", un apprezzamento sincero. E' cosi facile far felice un altro...Allora perchè non lo facciamo?
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Un Povero Vecchio
C'era una volta un vecchio che non era mai stato giovane. In tutta la sua vita, in realtà, non aveva mai imparato a vivere. E non avendo imparato a vivere, non riusciva neppure a morire. Non aveva speranze nè turbamenti; non sapeva nè piangere nè sorridere. Tutto ciò che succedeva nel mondo non lo addolorava e neppure lo stupiva. Passava le sue giornate oziando sulla soglia della sua capanna, senza degnare di uno sguardo il cielo, l'immenso cristallo azzurro che, anche per lui, il Signore ogni giorno puliva con la sofice bambagia delle nuvole. Qualche viandante lo interrogava. Era così carico di d'anni che la gente lo credeva molto saggio e cercava di far tesoro della sua secolare esperienza. "Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la felicità?" chiedevano i giovani. "La felicità è un'invenzione degli stupidi" rispondeva il vecchio. Passavano uomini dall'animo nobile, desiderosi di rendersi utili al prossimo. "In che modo possiamo sacrificarci per aiutare i nostri fratelli?" chiedevano. "Chi si sacrifica per l'umanità è un pazzo" rispondeva il vecchio, con un ghigno sinistro. "Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla via del bene?" gli domandavano i genitori. "I figli sono serpenti" rispondeva il vecchio. "Da essi ci si possono aspettare solo morsi velenosi". Anche gli artisti e i poeti si recavano a consultare il vecchio che tutti credevano saggio. "Insegnaci ad esprimere i sentimenti che abbiamo nell'anima" gli dicevano. "Fareste meglio a tacere" brontolava il vecchio. Poco alla volta, le sue idee maligne e tristi influenzarono il mondo. Dal suo angolo squallido, dove non crescevano fiori e non cantavano uccelli, Pessimismo (perchè questo era il nome del vecchio) faceva giungere un vento gelido sulla bontà, l'amore, la generosità che, investite dal soffio mortifero, appassivano e seccavano. Tutto questo dispiacque molto al Signore, che decise di rimediare. Chiamò un bambino e gli disse: "Va' a dare un bacio a quel povero vecchio". Il bambino obbedì. Circondò con le sue braccia tenere e paffute il collo del vecchio e gli stampò un bacio umido e rumoroso sulla sua faccia rugosa. Per la prima volta il vecchio si stupì. I suoi occhi torbidi divennero di colpo limpidi; perchè nessuno lo aveva mai baciato. Così aperse gli occhi alla vita e poi morì, sorridendo.
( C'è qualcuno lassu? di Bruno Ferrero)
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