Irene candida, lascia le piume, T'affretta a cogliere leggiadri fiori Or ch'Alba fulgida spande il suo lume Co' nuovi albori. In mezzo agli alberi d'accanto il fonte Vedrai tu sorgere bei gelsomini; Li cogli, e adornati del vago fronte i vaghi crini. Mentre innoltravasi col gajo aprile Soave Zefiro là fur piantati, Da me alla morbida tua man gentile Poscia serbati. Il graziosissimo tuo cestellino Empi di mammole e di viole; Ma, bene badami, sfiora il giardino Prima del Sol Indi, sovvengati, Fanciulla mia, Che voglio un bacio al tuo ritorno, Nè vo' che al solito tu me lo dia Un altro giorno. Chè questo amabile giorno mai viene, E se anche in seguito così faremo, Gli anni andran rapidi, nè un giorno, o Irene, Goduto avremo.
Io invece ho avuto una settimana comica, ma che dico... spassosa................ culminata con l'ultima rottura ieri......quella dell'ascensore (io 4* piano)
Importante e' saperci ridere per non piangere! Adesso sono qui a mettere un saluto, mentre aspetto che mi suonino...se mi suonano, quelli per riparare l'ascensore, ho ancora le bottiglie dell'acqua in macchina beh almeno quando le porto su sono gia' fresche se non congelate
La luce del sole picchia sui vetri, il canto dell'usignolo attraversa ogni parete, l'aria anche da te vuole farsi sfiorare. Lascia quei sogni che non ti appartengono più. Riporta i tuoi passi verso il cammino, ponendo la mano a chi ti passa vicino. A guidarti lascia che sia l'amore verso l'anima mia. Apri il tuo sguardo oltre le mura dona il tuo amore a chi vive di te. Ascolta il tuo cuore che a te vuol parlare e quanto ti sveglerai... BUONGIORNO PRINCIPESSA!!! felice di rivederti e... bentornata a te...che sei tutto di me. Cèpo 04-04-2001
Forse la conoscete.....ma e' bella da rileggere......
LETTERA A UNA BAMBINA CHE STA PER NASCERE
Tratto da P. CREPET "Non siamo capaci di ascoltarli"
Einaudi, Torino 2001
Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d'affetto? Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni -segnali a volte sfacciati delle nostre assenze- ma di attenzioni. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima.