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De: Nando1 (Mensaje original) |
Enviado: 26/01/2011 06:25 |
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Accadde Oggi: 1500 - L’ex comandante della “Nina” di Cristoforo Colombo, Vincent Yanez Pinzon, scopre il Brasile. 1788 - I primi coloni Europei in Australia, comandati dal capitano Arthur Philip, sbarcano a Sidney. 1790 - Debutta a Vienna “Così fan tutte” di Mozart. 1877 - Inziano gli scavi per la costruzione della Torre Eiffel di Parigi. 1905 - A Pretoria in Sudafrica viene trovato “Cullinan” il più grande diamante di tutti i tempi: 3.106 carati. 1950 - L’India si proclama Repubblica, con in giuramento di Rajendra Prasad che assume la carica di presidente. 1911 - A Dresden in Germania va in scena la prima di “Der Ronsenkavalier” di Richard Strauss. 1962 - Muore il gangster mafioso Salvatore Lucania detto Lucky Luciano. Trafficante di stupefacenti, non entrò a far parte di nessuna "famiglia" e non ne costituì una propria. Aveva 65 anni. 1962 - Viene lanciata “Ranger Three” per portare strumenti scientifici sulla luna. Ma la sonda manca l’obiettivo di circa 35.000 chilometri. 1973 - Crisi nella Commissione Parlamentare Antimafia. Viene proposto un organismo di cui non facciano parte siciliani. 1975 - Lutto nel mondo del belcanto: muore il soprano Toti Dal Monte. 1976 - Accordo raggiunto per i dipendenti statali che riceveranno un aumento mensile di 20.000 lire. 1978 - 13 arresti per lo scandalo degli aiuti ai terremotati del Belice. Tra questi il provveditore alle opere pubbliche di Palermo. 1979 - Visita papale in Messico. Giovanni Paolo II viene accolto da una folla festante. 1979 - Mario Francese, 54 anni, cronista del "Giornale di Sicilia" viene ucciso. Aveva descritto i legami tra mafia, i Salvo gli affari e gli appalti mafiosi. 1979 - Muore Nelson Rockfeller, figlio dell’industriale statunitense John. Nelson fu governatore dello Stato di New York e vice-presidente. 1980 - Muore all’età di 77 anni l’attore Peppino De Filippo e con lui il personaggio di “Pappagone”. 1995 - Dalle ceneri del disciolto Movimento Sociale Italiano, nasce il partito politico Alleanza Nazionale. 1998 - Il presidente americano Bill Clinton nega di avere avuto una relazione e dice: “Non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, la signorina Lewinsky”. 1999 - Papa Giovanni Paolo II arriva a St.Luis per il suo 7mo pellegrinaggio negli Stati Uniti. 1999 - Re Hussein di Giordania cede temporaneamente i poteri istituzionali al figlio più vecchio, e vola in America per urgenti cure mediche. 2003 - A Roma si spegne il ballerino e coreografo Don Lurio. Donald Benjamin Lurio era nato a New York nel 1933, e debuttò in Italia con lo show televisivo "Crociera d'estate" nel 1957. Tra le molte partecipazioni "Studio Uno" con Mina, le sorelle Kessler e Walter Chiari. 2003 - Tragica fatalità: così viene definita la scomparsa di Francesco Trussardi. Il figlio dello stilista Nicola vittima di un'incidente stradale, come il padre 4 anni fa. Nati Oggi: 1925 - Paul Newman (attore: “Il colore dei soldi” “La stangata” “Butch Cassidy”) 1928 - Roger Vadim (regista: “Barbarella” “ E Dio creò la donna”) 1933 - Ercole Baldini (ciclista: oro olimpico nel 1956, giro d'Italia e mondiale su strada nel 1958) 1935 - Corrado Augias (giornalista, parlamentare europeo) 1942 - Scott Glenn (attore: “Apocalypse Now” “Silverado” “Caccia o Ottobre Rosso” “Il silenzio degli innocenti”) 1955 - Eddie Van Halen (cantante e chitarrista dei Van Halen) 1955 - Roberto Citran (attore: “La tregua” “Le acrobate”) 1961 - Daniele Luttazzi (attore: "Barracuda") 1963 - Jazzie B (voce rap dei Soul II Soul) 1963 - Andrew Ridgeley (chitarrista degli Wham!: "Wake me up before you go-go)
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:32 |
1905 - A Pretoria in Sudafrica viene trovato “Cullinan” il più grande diamante di tutti i tempi: 3.106 carati.
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:35 |
Ecco il diamante più grande del mondo
una delle parti in cui è stato tagliato il Cullinan
ROMA – E' della compagnia mineraria De Beers il giacimento dove è stato trovato il diamante più grande del mondo che pesa il doppio di quello che finora deteneva il primato. Il precedente detentore del record è il diamante Cullinan, trovato vicino Pretoria nel gennaio 1905, che da grezzo raggiungeva la raguardevole dimensione di 3.106 carati. Il Cullinan è stato tagliato in diversi pezzi, è custodito nella Torre di Londra e fa parte dei gioielli della corona britannica. La pietra trovata negli scorsi giorni, invece, è ancora senza nome e non si sa di che qualità saranno le gemme che ne saranno tagliate. Nel mentre è stata trasportata con imponenti misure di sicurezza in un caveau di una banca di Johannesburg e indiscrezioni riferiscono che il diamante sarà venduto ad un'asta che potrebbe toccare anche ventidue milioni di euro. Fred Cuellar, fondatore di Diamond Cutters International e autore di "Come comprare un diamante", ha dichiarato che “le informazioni più importanti sulla scoperta devono ancora emergere: ad esempio se il diamante è senza colore. La descrizione delle dimensioni del diamante è certamente accurata, ma ci sono altri fattori che ancora non sono noti e quel che ora conta è quanto sarà grossa, nitida e di forma perfetta la pietra quando verrà tagliata”. Roma 30 Agosto 2007 |
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:41 |
1980 - Muore all’età di 77 anni l’attore Peppino De Filippo e con lui il personaggio di “Pappagone”.
Peppino De Filippo nasce a Napoli il 26 agosto del 1903 da Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo. La sua carriera comincia da giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta e prosegue in compagnie teatrali dialettali minori, fino al 1931, data in cui fonda insieme ai due fratelli, Eduardo e Titina, la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo, della quale Peppino è direttore amministrativo. Il successo è notevole parallelamente alla qualità dei lavori da subito molto apprezzati. I De Filippo, infatti, non solo recitavano ma scrivevano loro stessi le opere rappresentate, come ad esempio la famosissima “Natale in casa Cupiello” del 1931. Una commedia tragi-comica inizialmente concepita come atto unico e successivamente ampliata da Eduardo con un secondo ed un terzo atto, che arricchiscono e complicano l’intreccio. La firma “De Filippo” non sarebbe stata necessaria per riconoscere l’intensità dei temi toccati in questo lavoro, così poliedrico e variamente interpretato dalla critica. Un freddo e semplice Natale in un’altrettanto semplice e povera famiglia Cupiello, in una Napoli anni 30. Un testo ed una rappresentazione magnifici, senza ombra di dubbio. Ma questa significativa esperienza durerà solo fino al 1944, quando una lite con il fratello Eduardo porta Peppino ad un nuovo percorso, volto alla ricerca di un suo stile personale che lo distingua da quello della Compagnia. Nel ’45 infatti fonda una sua compagnia teatrale a Milano dove può sperimentare e praticare il suo talento, che si distinguerà in particolare da quello di Eduardo, che in quello stesso periodo incontra Pirandello ed è alla ricerca di un teatro più serio ed impegnativo. Peppino, al contrario, continua a privilegiare la comicità leggera ed ingenua degli esordi, forse più vicina anche al suo temperamento personale. Ma questa è solo una differenza, dunque una ricchezza. Peppino De Filippo è considerato uno dei più grandi attori del Novecento proprio per le sue innumerevoli e peculiari qualità artistiche che lo hanno portato al successo non solo in ambito teatrale. Esordisce al cinema con “Tre uomini e un frac” del 1932, per la regia di Mario Bonnard. Le sue interpretazioni memorabili sono senz’altro in “Luci del varietà” (1950) di Fellini e Lattuada, “Policarpo, ufficiale di scrittura” (1959) di Mario Soldati, e “Le tentazioni del dottor Antonio”, sempre di Fellini, che farà parte di “Boccaccia ’70” del 1961. Il cinema in particolare è stato il campo dove meglio si è misurata ed espressa la sua naturale dote di attore, soprattutto nella funzione di “spalla”. Questo è accaduto infatti nelle mitiche collaborazioni con Totò, che forse meglio lo aveva capito e valorizzato. Il fortunato sodalizio con il grande Totò nel cinema comico fu inaugurato da “Totò e le donne” del 1952 e portato avanti nel famoso ciclo “Totò, Peppino e…” dal quale ricordiamo gli indimenticabili “Totò, Peppino e la malafemmina” e “Totò, Peppino e i fuorilegge” (1956), con cui si aggiudica il Nastro d’Argento come Attore Non Protagonista. La coppia di personaggi Totò-Peppino è sicuramente un’invenzione perfetta nella caratterizzazione di due “tipi” così opposti, e dunque inseparabili. Come ogni soggetto forte lo è solo in rapporto a uno debole, così Totò interpretava un carattere furbo e diretto alla luce di un Peppino ottuso e timido. Una formula senz’altro comica ed azzeccata che marca il “ritmo” allo sfondo sempre uguale di miseria e povertà in cui cercano di sopravvivere i due miserabili. Nel decennio 1959-69 Peppino gestisce il teatro delle arti a Roma, mentre già si preoccupa degli adattamenti delle sue opere teatrali per la televisione. Dopo una tournèe all’estero nel ’65 torna in Italia per regalarci la riuscitissima interpretazione della maschera di Gaetano Pappagone, nella trasmissione “Scala reale”(Canzonissima 1966), sullo stile delle tradizionali maschere napoletane. Negli anni 70 continua le sue tournèe all’estero, in Spagna, Portogallo e Francia e promuove la diffusione delle sue commedie in televisione. Muore il 26 gennaio 1980.
Eleonora Zilli
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:42 |
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:42 |
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De: Nando1 |
Enviado: 26/01/2011 06:45 |
Filastrocca di "Gaetano Pappagone"
Mi chiamo Pappagone, sono un grande ignorantone. Quando parlo l'italiano non si sa se son siriano, turco, russo, oppure che... e vi dico il piriche': Quando al mondo son venuto il cervello s'e' perduto. Una lingua mal creata la favella m'ha 'nguajata. Sulla testa i miei capelli, sempre ruvidi e ribelli, sull'occipite un riccetto fa piu' stupido il mio aspetto. Si lo so che sono fesso, ma felice son lo stesso. Gia' che al mondo ci si viene una volta, allor conviene che la vita te la spassi senza misurare i passi. Se vuoi vivere felice, non sentir quel che si dice. Fai lo scapolo e vedrai sempre libero sarai. Se vuoi star di buon'umore non recarti dal dottore puoi curar le malattie sempre stando in allegria. Chi di solito si lagna la scalogna l'accompagna. Se vuoi farti molti amici, fatti prima assai nemici. Ti diran che sei sincero solo se non dici il vero. Non uscire con l'ombrello quando fuori il tempo e' bello. Quando scoppia il temporale, mangia pepe, pane e sale... Piu' la rima non mi viene e finire mi conviene. Questa storia, si capisce, non aiuta, ne istruisce. E' servita solamente per sentirci allegramente. Ora fo' corna e bicorna ed a casa me ne torno. Pappagone se ne va ripetendo ecque qua! |
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De: solidea |
Enviado: 26/01/2011 09:03 |
Caterina Franceschi Ferrucci
(Narni, 26 gennaio 1803 – Firenze, 28 febbraio 1887)
è stata una scrittrice, poetessa, patriota ed educatrice italiana.
Caterina Franceschi fu la figlia di Antonio Franceschi, medico e uomo politico - era stato ministro della Repubblica romana nel 1798 - e della contessa Maria Spada di Cesi. Nel 1808, anno in cui Napoleone decretò l'annessione delle Marche al Regno d'Italia, il padre fu nominato medico condotto a Osimo e Caterina, per un incidente, perdette l'uso di un occhio. Ebbe un'educazione umanistica, guidata da un sacerdote, Francesco Fuina, acquisendo un'ottima conoscenza della lingua e della letteratura latina oltre che dei classici italiani.Nel 1823 la famiglia si trasferì a Macerata, e Francesca iniziò lo studio della lingua greca. Nel 1824 scrisse Intorno alla più degna gloria dello scrivere, vietata dalla censura pontificia, e nel 1826 Sull'imitazione dei classici, prendendo posizione, nella polemica letteraria tra romantici e classicisti, a favore di questi ultimi. La sua attività non passò inosservata: Giacomo Leopardi conobbe e lodò la sua traduzione del De amicitia di Cicerone .La Franceschi coltivava lo studio della filosofia sotto l'insegnamento di Paolo Costa, il quale cercava di accordare il sensismo di Condillac con le esigenze dello spiritualismo religioso. Il 26 settembre 1827 sposò a Macerata il latinista Michele Ferrucci, già insegnante di liceo e, da quell'anno stesso, professore di Arte oratoria e Poetica latina e italiana all'Università di Bologna, città nella quale la Franceschi si trasferì, inserendosi nell'ambiente intellettuale e conoscendovi Pietro Giordani: nel 1828, all'«Accademia dei Felsinei», lesse il suo Inno alla Morte e poi l'Inno alla Provvidenza. Nel 1829 nacque il figlio Antonio mentre la seconda figlia, Rosa, nascerà nel 1835. Insieme al marito Caterina aderì al moto rivoluzionario del 1831: la loro partecipazione si limitò ad alcuni scritti, in uno dei quali il pur cattolico Ferrucci chiamava il dominio pontificio «acerbissima tirannide». Quando in aprile fu ristabilito anche a Bologna il potere temporale, Ferrucci fu in un primo tempo estromesso dall'insegnamento e poi riammesso dopo un'umiliante ritrattazione. Guardato con sospetto e negatagli ogni possibilità di avanzamento di carriera, nel 1836 Ferrucci decise di trasferirsi con Caterina e i due figli a Ginevra, presso la cui Università aveva ottenuto, grazie alle raccomandazioni di Camillo Cavour e del latinista Carlo Boucheron, la cattedra di letteratura latina. A Ginevra Caterina tenne in francese, dal 1838, un libero corso sulla letteratura italiana, inaugurato con la lezione L'état actuel de la poésie en Italie (Lo stato attuale della poesia in Italia), trattandovi il tema della contrapposizione tra romantici e classicisti sotto una visuale più equilibrata che nel passato.Restava tuttavia la nostalgia dell'Italia: dopo aver cercato invano un accomodamento con le autorità pontificie, il Ferrucci riuscì a ottenere nell'ottobre del 1843 la cattedra di storia e archeologia nell'Università di Pisa e, dal 1845, quella di lettere classiche. Le illusioni, indotte anche nella famiglia Ferrucci dall'elezione di Pio IX, spinsero Michele a partecipare alle manifestazioni filopapali organizzate a Livorno nel 1847 da Giuseppe Montanelli e ad arruolarsi, insieme con il figlio Antonio, nel battaglione degli studenti toscani che combatterono vittoriosamente il 29 maggio 1848 a Curtatone. Da parte sua, Caterina inviò al nuovo pontefice i componimenti elogiativi l'Esaltazione al pontificato e l'Amnistia, pubblicò articoli politici nel quotidiano bolognese Il Felsineo e il libretto Della repubblica in Italia: considerazioni, uscito a Milano nel 1848. Inviò lettere al Minghetti e, naturalmente, al marito e al figlio, nelle quali la Franceschi mostra un notevole spirito patriottico e liberale, ed esorta i famigliari a compiere fino in fondo il loro dovere di combattenti.Nel 1847 Caterina aveva intanto pubblicato a Torino il volume Della educazione morale della donna Italiana, in cui affronta il tema dell'istruzione femminile. Sulla base delle idee di Vincenzo Gioberti, la Franceschi sostiene che devono essere le madri ad assumersi l'onere di educare i figli in modo che nelle nuove generazioni degli Italiani si produca un profondo rinnovamento civile e spirituale. Non si deve ritenere che la Franceschi sviluppasse una teoria femminista di eguaglianza tra uomo e donna. Assegnare alla donna un ruolo determinante nell'educazione dei figli non significava riconoscere nemmeno implicitamente una parità sociale e civile tra i due sessi. Del suo moderatismo politico e sociale, del resto, è testimonianza l'ostilità che mostrò nei confronti della breve esperienza del governo democratico instaurato in Toscana nel 1849. Nel 1850 si trasferì da Pisa a Firenze, dove la raggiunse l'invito a dirigere a Genova il nuovo "Istituto italiano di educazione femminile" che fu inaugurato il 15 novembre e per il quale a giugno la Franceschi aveva pubblicato il programma di insegnamento. Vi si prevedeva, in primo luogo, l'insegnamento della religione e della morale cattolica, e poi della letteratura e della lingua italiana, della storia e della geografia, della matematica e delle scienze, e delle attività propriamente atte alla formazione dello spirito femminile: i lavori domestici e le discipline artistiche che avrebbero dato grazia alla persona, come la ginnastica, il disegno, la pittura, la danza, il canto, la musica e l'apprendimento del pianoforte e dell'arpa. Quell'esperienza ebbe breve durata: la indussero a dimettersi nel settembre del 1851. Fu il periodo in cui la Franceschi si dedicò alla Educazione intellettuale delle giovani italiane, che devono essere educate nel ripudio di ogni forma di materialismo e nell'insegna dello spiritualismo, alle Letture morali ad uso delle fanciulle mentre, nel 1854, pubblicò Degli studi delle donne italiane. Trasferitasi nuovamente a Pisa, nel 1858 completò i due volumi de I primi quattro secoli della letteratura italiana dal secolo XIII al XVI, l'esempio, secondo la Franceschi, di quanto di meglio gli Italiani seppero creare nel campo del bello, e un modello di ispirazione per i contemporanei. Nel 1857 morì la figlia Rosa, poco più che ventenne e la madre pubblicò alcuni suoi scritti e una breve memoria; seguì da allora un lungo silenzio. Il 13 giugno 1871 viene eletta dall'Accademia della Crusca prima donna membro corrispondente; in tale occasione stese il discorso Della necessità di conservare alla nostra lingua e alla nostra letteratura l'indole schiettamente Italiana. Nel novembre del 1875 ebbe un ictus: la paralisi e il lutto prolungato a seguito alla morte della figlia e poi del marito, nel 1881, la isolarono completamente: andò a vivere a Firenze nella villa del nipote Filippo, dove morì il 28 febbraio 1887. Sepolta nella cappella privata, una lapide la ricorda quale Donna per ingegno e virtù rara in ogni tempo / quasi unica nel nostro.
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