“Uccidiamo polli e maiali, non vedo quale sia il problema”, dice Angiola, congiunta del ministro dell’Economia
“Il canile costa, uccidete i cani”: Angiola Tremonti, sorella del ministro dell’Economia e di professione pittrice, è una donna che fa spesso parlare di sé. Stavolta decide di utilizzare un editoriale sulla Provincia per lanciare la proposta di eutanasia ai randagi, perché il canile costa troppo, più della Protezione Civile. Francesco Moscatelli della Stampa la raggiunge al telefono per chiedergliene conto:
Lei, raggiunta al telefono durante una settimana bianca sulle Dolomiti, spariglia – «Sono qui con la mia cagnolina Tofi, me la porto pure in seggiovia» – e rilancia: «Non homai usato la parola uccidere. Ho solo detto che, se ci sono troppi randagi, sarebbe meglio pensare all’eutanasia, come succede nei paesi civili. Sono contraria all’eutanasia per gli uomini. Perché di quella si può parlare e di quella dei cani no?». Fermarla è impossibile: «Siamo in un momento di crisi e la spesa del mio comune per i randagi, 18 mila euro l’anno, supera quella per la Protezione civile. In Italia il randagismo costa 55 milioni di euro». Riprende fiato. Poi la butta in filosofia: «Non confondiamo la realtà con la visione degli animali di Walt Disney. Non possiamo uccidere i polli e le mucche e scandalizzarci per i cani».
La proposta ha scatenato la prevedibile reazione degli animalisti