Sulla terra Sulla terra l'uomo non agisce secondo il suo desiderio, il destino lo conduce per vie imprevedibili. Le costruzioni crollano, le alture si appianano, le unioni terminano nelle separazioni, la vita muore nella morte. Il frutto maturo paventa la caduta, l'uomo ha paura della morte. La casa solida divenuta vetusta si avvalla, l'uomo sottomesso alla vecchiaia e alla morte vien meno. Giorni e notti passano consumando la vita degli esseri, come i raggi del sole estivo fanno evaporare l'acqua. La vita si consuma per il sedentario e il viandante, con lui la morte cammina, con lui riposa. Il sole sorge, il sole tramonta, con gioia lo salutiamo; ma esso segna il dileguarsi dei nostri giorni. Gioia è l'inizio di una nuova stagione, il ciclo stagionale logora il respiro dei viventi. Nessun vivente può superare i giorni del suo destino, piangere la morte non ha alcun senso. La via seguita dai nostri padri è anche la nostra, perché affliggerci per ciò che non ha scampo? La vita fugge come l'onda di un fiume, colmiamo di gioia l'anima nostra, le creature passano per avere diritto alla gioia. (Ramayana.II)
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