Yuri Gagarin, cinquant'anni fa il primo uomo tra le stelle
L'impresa dell'astronauta russo, che all'epoca aveva 27 anni, è ancora fonte d'ispirazione per le nuove generazioni di cosmonauti. E oggi le tecnologie rendono possibili nuove missioni anche su Marte
Il 12 aprile di cinquant'anni fa, il russo Yuri Gagarin, 27 anni, fu il primo uomo ad andare nello spazio. Suo padre era un falegname e sua madre una contadina. Quando lo selezionarono tra i venti migliori astronauti dell'Unione Sovietica, di sicuro era il migliore.
"Vedo la Terra circondata da foschia. Mi sento bene. Com'è bello", erano state le sue prime parole dallo spazio.
'Adesso sulla Luna', 'Avanti verso i pianeti', c’era scritto sui cartelli che, qualche giorno più tardi a Mosca, lo accoglievano come un eroe.
Il suo messaggio vige ancora oggi: nonostante sia passato mezzo secolo, nei giovani è più che mai vivo il valore dell’impresa che per la prima volta ha portato l'uomo tra le stelle. E' così, per esempio, per i due nuovi astronauti italiani dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa): Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, 35 anni, entrambi dell’Aeronautica Militare Italiana.
"Pochi giorni fa, con alcuni colleghi cosmonauti, presenziavo a una cerimonia che commemorava l’anniversario della morte di Gagarin, nel freddo boschetto in cui perse la vita durante un incidente - racconta Parmitano - e a regalarmi l'emozione più forte sono stati alcuni adolescenti che, un garofano rosso in mano, hanno dedicato pensieri e versi all’eroe scomparso". La sua è un' "eredità fatta di valori universali (coraggio, dedizione, amor patrio) che ancora oggi riescono a dare ispirazione e a far sognare".
Sulla stessa linea anche Samantha Cristoforetti: "da quando mi sono addestrata alla Città delle Stelle, mi sembra quasi di conoscerlo di persona: Gagarin vive nei rituali, è onnipresente nell’iconografia dello spazio, ti sorride dai quadri alle pareti, dalle statue, dai monumenti".
Quello di Yuri Gagarin fu un volo pionieristico, reso possibile da una tecnologia appena agli inizi, ma capace di aprire uno scenario che oggi promette di portare l’uomo al di là dell’orbita bassa terrestre, verso future missioni su Luna e Marte: per il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Saggese, l’avventura dello spazio si sta preparando a un nuovo salto.
"Dare uno sguardo al passato è sempre importante per comprendere che cosa è stato fatto e per progettare il futuro", ha detto Saggese, che il 12 aprile andrà a Mosca rappresenterà l'Italia durante la cerimonia di presentazione.
"Il volo di Gagarin è stato un evento epocale, avvenuto ad appena 4 anni dal lancio del primo satellite artificiale" ed "è importante che il rapporto fra l’uomo e lo spazio sia stato avventuroso fin dall’inizio", ha aggiunto pensando al momento in cui il modulo di servizio della navetta di Gagarin non si staccò dalla capsula di atterraggio.
Oggi le tecnologie che portano l’uomo tra le stelle sono molto diverse: "abbiamo realizzato la Stazione Spaziale Internazionale e abbiamo concordato di tenerla in orbita fino al 2020", ha osservato.
In questa avventura l’Italia ha un ruolo di primo piano: "ha costruito la metà dei moduli abitabili e contribuisce con 330 milioni per mantenere attiva la Stazione Spaziale per i prossimi dieci anni. E' chiaro però che lo spazio è un'avventura costosa e rischiosa che richiede la cooperazione mondiale''.