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◄ ATTUALITA´: 01 MAGGIO ♥ BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA
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Resposta  Missatge 1 de 6 del tema 
De: Nando1  (Missatge original) Enviat: 01/05/2011 07:05

Wojtyla: la veglia al Circo Massimo, 'Santo subito'

L'adunata al Circo Massimo si e' costruita poco a poco, come in un crescendo. Alle cinque del pomeriggio, tutta l'area che di li' a poche ore avrebbe ospitato la veglia di preghiera alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II, era ancora semi vuota. Attorno alla spianata dell'antica arena romana ci si imbatteva in chi tentava di vendere una medaglietta per un euro, chi cercava di piazzare un improbabile santino di Wojtyla "benedetto" da papa Ratzinger e chi cercava di rifilare un impermeabile di fortuna ai primi pellegrini, presi alla sprovvista dalla pioggia. Personaggi coloriti che nel giro di un'ora si sono dissolti, lasciando il posto ad altri volti. I gruppi armati di zaini, coperte, tappetini per stendersi per terra, chitarre, bonghi, hanno riempito un poco alla volta, ordinatamente, il piazzale ellittico del Circo Massimo. In attesa della veglia hanno cantato, ballato, fatto girotondi mentre sui maxi schermi scorrevano le immagini dei tanti viaggi di Giovanni Paolo II in giro per il mondo. Si sono muniti di candele da accendere durante la notte di preghiera. Hanno mangiato la frutta, mele, pere, kiwi, distribuiti negli stand allestiti intorno al Circo Massimo. Alle 20, quando la veglia e' iniziata, la spianate era piena.

Duecento mila persone, stimano le forze dell'ordine. Gente di tutte le eta', di tutte le provenienze, suore, religiose, ma soprattutto tantissimi giovani. E una celebre frase di Giovanni Paolo II, rilanciata dalle immagini apparse sugli schermi che hanno dato il via alla veglia, li ha subito conquistati, come li conquisto' quando fu pronunciata la prima volta: "Se tu vivi con i giovani, tu dovrai anche diventare giovane". Parole che hanno fatto scattare gli applausi. In piazza sventolano bandiere polacche, messicane, tedesche, francesi, anche le bandiere di Solidarnosc. E soprattutto si nota uno striscione con scritto "Santo Subito", che ripete l'appello lanciato dai fedeli gia' subito dopo la sua morte. "Certo, presto sara' santo!", e' la convinzione del cardinale Stanislao Dziwisz, che era alla veglia insieme a Joaquin Navarro-Valls e a suor Marie Simon-Pierre, guarita dal Parkinson, il miracolo alla base della beatificazione. Il coro della Diocesi di Roma, accompagnati dall'orchestra di S. Cecilia, il coro della comunita' filippina e il coro "Gaudium Poloniae" hanno scandito l'evento religioso assieme ai collegamenti con cinque santuari mariani sparsi nel mondo. Quando e' stato intonato l'inno "Aprite le porte a Cristo", scritto dal mons. Marco Frisina, molti fedeli si sono commossi e sono spuntate lacrime di commozione. Per tutta la sera c'e' stato un flusso continuo di persone tra il Circo Massimo e Piazza San Pietro, l'altro polo d'attrazione in questa due giorni dedicata a Wojtyla. In tanti, infatti, hanno cercato di sistemarsi prima in piazza, poi a ridosso della Basilica per passare li' la notte ed essere i primi prendere posto, domani all'alba, per la cerimonia di beatificazione. In tutto circa 5.000 persone, molti con valigie, viveri e sedie da campeggio, che per motivi di sicurezza le forze dell'ordine hanno dovuto far sgombrare la piazza e poi hanno invitato i fedeli a liberare anche le zone circostanti. Un'operazione non sempre facile, con un centinaio di pellegrini che fino all'ultimo ha cercato di "resistere". Domani, i varchi d'accesso alla piazza apriranno alle 5.30 in modo da permettere l'afflusso dei pellegrini. Dalle 9 inizieranno preghiere e canti e poi alle 10 prendera' il via la celebrazione che consacrera' Wojtyla beato.



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Resposta  Missatge 2 de 6 del tema 
De: Nando1 Enviat: 01/05/2011 07:15

E' il giorno di Wojtyla beato
L'omaggio al Papa mondiale

A sei anni dalla morte, la cerimonia che eleva all'onore degli altari il Pontefice che più di ogni altro ha saputo attraversare la storia e parlare con gli uomini di tutte le religioni

ROMA, 1 maggio 2011 - Come se non se ne fosse mai andato. Sei anni dopo la sua morte, papa Wojtyla diventa beato circondato dall’ammirazione e anche dall’affetto del mondo. Sì, del mondo, non solo dei cattolici sparsi per il mondo. Perché Giovanni Paolo II ha attraversato la storia senza negarsi niente: ha combattuto il comunismo e tuonato contro il capitalismo, è stato intransigente sui principi morali (no al matrimonio dei preti, no al sacerdozio femminile, no ai contraccettivi, no alla fecondazione artificiale) e ha chiesto scusa per i peccati della Chiesa (da Galileo all’Olocausto), ha viaggiato senza risparmiarsi anche negli anni della sofferenza e ha cercato i valori dell’uomo nel dolore e nella diversità. Karol Wojtyla non si è fermato davanti ad alcun muro: ha baciato i lebbrosi e abbracciato i malati di Aids, a Gerusalemme ha infilato un biglietto nel Muro del Pianto come un ebreo, a Damasco si è tolto le scarpe come un musulmano per varcare la soglia della moschea, a Roma ha visitato la sinagoga, in Africa ha apprezzato le danze indigene assecondandone il ritmo con il piede.

SPORTIVO — Aveva una fisicità straripante e la straordinaria capacità di sentirsi a suo agio in qualsiasi situazione: bambino con i bambini, ragazzo con i giovani, affabile con le donne di cui accettava sorridendo anche lo slancio affettuoso e i baci. In oltre 26 anni di pontificato (16 ottobre 1978-2 aprile 2005) ha vissuto e mostrato la bellezza e la fatica di vivere. Sportivo di razza, ha coltivato le sue passioni fin che il corpo ha retto il passo: sciatore sul Gran Sasso e sulla Maiella, nuotatore nella piscina che si era fatto costruire a Castel Gandolfo, grande camminatore nelle vacanze in montagna, ha giocato a bocce e si è tolto lo sfizio di provare la Ferrari. Uomo come noi. E quando la malattia ha camminato sulla sua pelle non si è nascosto: il Papa del vigore fisico e della maturità vitale ha trasformato la sofferenza in messaggio e la vecchiaia in valore. La forza della sua debolezza ha illuminato gli ultimi anni del papato.

E il mondo, che sul mito dell’eterna giovinezza costruisce altari senza paura del ridicolo, ha dovuto fare i conti con il carisma del vecchio Karol. Santo Padre, ora Beato.


Resposta  Missatge 3 de 6 del tema 
De: Nando1 Enviat: 01/05/2011 07:18

La beatificazione – Giovanni Paolo II sarà beatificato in Vaticano il 1° maggio 2011. L’atteso annuncio è del     portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, dopo che il suo successore Papa Benedetto XVI ha firmato il decreto che riconosce il miracolo attribuito a Karol Wojtyla.

La causa – Si tratta della guarigione dal morbo di Parkinson della francese Suor Marie Simon Pierre. La malattia fu diagnosticata nel 2001 dal medico curante e anche da altri specialisti. La Suora ricevette le cure relative, che ovviamente più che guarirla, ne attenuavano in parte i dolori. Alla notizia della scomparsa di Papa Wojtyła, affetto dallo stesso morbo, Suor Marie e le consorelle iniziarono a invocare il defunto pontefice per la guarigione. Il 2 giugno 2005, stanca e oppressa dai dolori, la religiosa manifesta alla Superiora l’intenzione di voler essere esonerata dal lavoro professionale. Ma la superiora la invita a confidare nella intercessione di Giovanni Paolo II. Ritiratasi, la suora passa una notte tranquilla. Al risveglio si sente guarita. Sono scomparsi i dolori e non sente alcun irrigidimento nelle articolazioni. Era il 3 giugno 2005, festa del Sacro Cuore di Gesù. Interrompe subito la cura e si reca dal medico curante, il quale non può che constatarne la guarigione.

Iter procedurale della causa – Dalle parole del portavoce Vaticano emerge che questa Causa ha avuto due facilitazioni. La prima riguarda l’esonero pontificio dall’attesa dei cinque anni per il suo inizio, e la seconda il passaggio per una corsia preferenziale, che non la mettesse in lista di attesa. Però, per quanto riguarda il rigore e l’accuratezza procedurale non ci sono stati sconti. La causa è stata trattata come le altre, seguendo tutti i passi previsti dalla legislazione della Congregazione delle Cause dei Santi. Anzi, come afferma padre Lombardi, si   può avanzare una prima constatazione, proprio per onorare degnamente la memoria di questo grande Pontefice: la causa è stata sottoposta a uno scrutinio particolarmente accurato per fugare ogni dubbio e superare ogni difficoltà. Il portavoce Vaticano ha anche spiegato che «La bara di Giovanni Paolo II sarà traslata dalle Grotte Vaticane alla superiore Basilica di San Pietro senza esumazione, cioè chiusa». Da alcuni giorni sono iniziati i lavori di pulizia dei mosaici di tutti gli altari e, pur non essendo previsto, si è ritenuto opportuno iniziare da quello che ospiterà il corpo del Papa polacco.

Perché il 1° maggio – Padre Lombardi sottolinea che il motivo della scelta della domenica 1° maggio è legato a vari aspetti: intanto si tratta della seconda domenica dopo Pasqua, quella in cui si ricorda l’apparizione di Gesù nel Cenacolo con il cuore aperto e quando viene istituito il sacramento della penitenza. è poi un giorno particolarmente significativo per Giovanni Paolo II, perché il 30 aprile 2000 avvenne la canonizzazione di suor Faustina Kowalska e la proclamazione, da parte di Papa Wojtyla, della Giornata della Divina Misericordia per tutta la Chiesa. Due anni dopo, nel 2002, lo stesso Giovanni Paolo II aveva dedicato il santuario di Guadielski, dove aveva vissuto suor Faustina, a santuario della Divina Misericordia e aveva affidato il mondo alla Divina Misericordia. In quell’occasione Giovanni Paolo II aveva proclamato la preghiera di affidamento del mondo a Dio Padre Misericordios


Resposta  Missatge 4 de 6 del tema 
De: Nando1 Enviat: 01/05/2011 07:22

Wojtyla: Il Papa di tutti.

Ricordo e riflessioni di Salvatore Faggiani

Con il suo carisma, la sua umiltà, la sua cultura e soprattutto con la sua bontà e la sua  umanità è stato esempio e guida per i potenti, i ricchi, i poveri, gli ammalati, i sofferenti, gli anziani, i bambini e i giovani, che  ha amato così tanto da riservare loro l’ultimo pensiero terreno.

Alle 21.37 del 2 aprile 2005 si è spenta la «Luce»; quella Luce che ci ha guidati, aiutati e accompagnati per ventisei anni e mezzo. E’ stato il Papa di tutti, credenti e non credenti, dei ricchi, dei potenti, dei poveri, degli ammalati, dei sofferenti, degli anziani, dei bambini e dei giovani. Come ha detto il Cardinale Ruini:  «Dobbiamo essere grati a Karol Wojtyla per essere stato tra noi e con noi e a Dio per avercelo donato». E’ stato l’Uomo pellegrino, l’Uomo della comunicazione anche gestuale, l’Uomo della grande umiltà, l’Uomo della pace e della preghiera per la pace. Soprattutto è stato il Papa dei poveri, degli ammalati e dei sofferenti, dei bambini e dei giovani. Si, i giovani! Li ha amati sino all’ultimo respiro terreno; a loro ha dedicato l’ultimo pensiero: «Vi ho cercato e voi siete venuti». Nessun uomo al mondo ha amato, ha capito e ha creduto nei giovani come Lui! Come Uomo è stato talmente «grande», al di là del quale non si può andare!

 

 

Ho avuto la fortuna di conoscere, anche se in età giovanissima (8 – 13 anni), Papa Giovanni XXIII, il «Papa buono», ed ero convinto che non avremmo più avuto un Papa così. Ho dovuto ricredermi perché Papa Wojtyla, come ha detto il Cardinale Sodano, è stato «Grande».

L’Uomo e il Papa che ha sconfitto il comunismo e, come ha affermato Gorbaciov, senza di Lui il muro di Berlino non sarebbe stato abbattuto!

Quando ero bambino il catechismo mi ha insegnato che «il Papa è il Cristo in terra». Tramite il Vangelo tutti noi conosciamo la vita terrena di Gesù Cristo. Papa Giovanni Paolo II è stato senz’altro la realtà terrena del «Cristo in terra». Ha avuto anch’Egli la «sua passione». Non tragica, mortificante, spietata e dolorosa come quella di Gesù, ma simile come significato e sofferenza. Perché il Morbo di Parkinson, che lo ha accompagnato per quattordici anni, è una malattia subdola, cattiva e degenerante per il fisico e questo, purtroppo, lo so perché l’ha avuta mio padre negli ultimi sedici anni di vita, e quindi immagino quanto grande è stata la Sua sofferenza! Lui però non si è mai arreso!

E’ stato veramente «il Cristo in terra» perché nessuno può e potrà mai negare la dimensione planetaria del Suo apostolato, la grandezza della Sua misticità religiosa, della Sua contemplazione filosofica e della Sua creatività poetica. Ha lasciato un segno profondo e indelebile nella storia contemporanea del ventesimo secolo e ha tracciato il giusto sentiero per l’alba del ventunesimo secolo: «Mai più la guerra, mai più l’odio razziale e religioso, mai più la sofferenza!», «Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza la verità!». Ci ha lasciato il Suo grande insegnamento e il seme dell’amore e della speranza che tutti noi dobbiamo curare e far germogliare.

Dalle 21.37 del 2 aprile 2005, però, ci sentiamo tutti più tristi, più poveri, più soli, più paurosi e abbandonati perché si è spenta la «Luce». La Luce dell’amore, della libertà e della pace


Resposta  Missatge 5 de 6 del tema 
De: Lelina Enviat: 01/05/2011 12:09


Resposta  Missatge 6 de 6 del tema 
De: Marika Enviat: 02/05/2011 06:01
NEL RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II

“Non abbiate paura!  Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”

Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.
Cari giovani del secolo che inizia, dicendo “sì” a Cristo, voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile ideale. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.



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