|
De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 13/08/2011 07:49 |
Ogni qualvolta sopraggiunge l'oscurità, asserisci la realtà e tutte le avversità spariranno. Perché, dopo tutto, non è che un sogno. Per quanto le difficoltà possano apparire insuperabili come montagne, per quanto le cose possano sembrare terribili e buie, esse non sono che maya. Bando al timore. Affrontalo e sparirà. Schiaccialo e perirà. Non aver paura. Non pensare a quante volte sei caduto. Non importa: il tempo è infinito. Va' avanti. Continua a riasserire la realtà e la luce dovrà venire. (Vivekananda)
|
|
|
Primer
Anterior
2 a 2 de 2
Siguiente
Último
|
|
De: Marika |
Enviado: 13/08/2011 15:47 |
La notte non è solo pensata come assenza di sole ma viene anche posta in relazione simbolica con l'oscurità e e col grembo della madre protettrice. Nella rappresentazione poetica offertaci da Eschilo vediamo che la luna viene paragonata all'occhio della nera notte.
In quanto dispensatrice del sonno e liberatrice dagli affanni del giorno la notte prende, presso i Greci, il nome di: Euphrosyne o Euphrone. Suo figlio è Hypnos, il sonno.
Così Nyx è la madre del sonno, dei sogni e dei piaceri amorosi, ma anche della morte: Thànatos.
Il suo aspetto perturbante la rende, nel mito, madre di figli scellerati: di Moros (la rovina), di Nemesi , dea della vendetta, e delle tessitrici del destino (le Moire dette anche Parche, di cui parlerò più avanti).
La dea detta dai romani Nox veniva pensata come creatura del Caos, nata insieme a Erebos (oscurità), Gea o Gaia (Terra), Eros e Tartaro. Ma suo fratello Erebos concepì insieme a lei anche Aither (l'Etere) e Hemera (il giorno). Quando il giorno ritorna alla sua dimora, Nyx inizia il suo viaggio intorno al mondo.
In molte civiltà si celebrarono culti notturni legati alla terra e alla venerazione dei morti (riti ctonii)e agli albori del Cristianesimo tale abitudine venne mantenuta anche al fine di tener segreti gli incontri tra fedeli, proibiti dalle autorità.
Nella religione cristiana la notte di Pasqua è il momento culminante dell'anno religioso, celebrata con la consacrazione del fuoco, delle candele e dell'acqua santa, utilizzate per la somministrazione del battesimo. All'origine di tale uso culturale si trova chiaramente la gioia per l'avvicinarsi della resurrezione dei morti. |
|
|
|
|