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De: Nando1 (Mensaje original) |
Enviado: 05/09/2011 04:02 |
Oggi, 5 settembre, Freddy Mercury, mitica voce dei mitici Queen, avrebbe compiuto 65 anni.
Google, come sempre in occasioni come questa, ha dedicato un doodle, ovvero il proprio logo opportunamente trattato, al grandissimo artista.
Stavolta hanno davvero superato se stessi, è semplicemente splendido, come splendido è stato il contributo alla musica di Freddy!!
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De: Nando1 |
Enviado: 05/09/2011 04:05 |
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De: Nando1 |
Enviado: 05/09/2011 04:14 |
Nacque a Zanzibar, il 5 settembre 1946. Se fosse ancora vivo, oggi avrebbe 65 anni, lui, la rockstar “regina”, il frontman per eccellenza; l’unico ed inconfondibile Freddie Mercury, il leader e fondatore, nel 1970, della band che, con la sua peculiarità musicale, sdoganò ogni clichè del tempo, portando con sé polemiche, stupori ed ovazioni. Gli anni 70 erano pronti alla rivoluzione Queen? Oppure, come spesso accade, i grandi geni od innovatori si riconoscono sempre a posteriori? Oggi è indubbio riconoscere nei Queen uno dei gruppi pop-rock più influenti ed importanti degli anni 70, 80 e persino 90. Ma quanto è stata dura, anche per loro, la scalata verso il successo. Il loro segreto? Credere nelle loro potenzialità e non farsi stroncare dalla stampa o dai critici. E Freddie Mercury lo sapeva bene, lui che aveva scelto il nome del messaggero degli Dei, per veicolare la sua musica in ogni angolo del mondo, attraverso i canali che desiderava e non badando alle leggi del marketing. Le vere Stars, i veri Divi sono pochi. E Freddy Mercury erano uno di questi: sapeva essere regale e “trasandato” allo stesso tempo, come la sua voce poteva oscillare tra il tragico ed il melodioso nel tempo di una scala musicale. Una delle voci più inconfondibli al mondo. Freddie sapeva di avere in pugno la platea, non appena impugnava, a gambe aperte e col braccio dritto verso il cielo, la sua particolare asta: sapeva che poteva far piangere o divertire, che la sua voce poteva graffiarci l’anima sino a farci sentire piccoli e fragili, come in The Show Must Go On, entrato poi nello slang comune, canzone struggente e melodrammatica, vena a cui i Queen, le “regine” incontrastate dei palcoscenici mondiali dell’epoca, non hanno mai realmente rinunciato oppure poteva trasmettere grinta ed energia con il sound trascinante di I will rock you. Freddie era un Dandy che amava indossare “corona e mantello regale”, un viveur che non desiderava rinunciare a nulla di ciò che il successo gli aveva regalato. Una volta salito sul palco, catalizzava l’attenzione degli spettatori con le sue pose plastiche, il look inconfondibile che puntava su calzamaglie attillate dai variegati colori o sulle canottiere. Ma tutto ciò che indossava Mercury passava in secondo piano quando la sua voce graffiata e pungente colpiva il cuore dello spettatore e persino una melodia sinfonica come Somebody To Love, un vero e proprio tributo all’opera, diveniva un momento toccante per l’ascoltatore, con l’acuto finale che lasciava senza fiato più lui che il suo esecutore. Perchè a Freddie veniva facile essere una rockstar; lo era sino nel midollo, così come gli era facile passare dai toni bassi al falsetto. Il suo destino di gloria era già segnato, così come lo era, probabilmente, quello tragico. Restio a parlare di sé, Freddie lasciava parlare la sua musica, il suo rock che si mischiava al drammatico, la ballad che irrompeva nell’hard rock. Non era capace di esprimere a parole i suoi stati d’animo. Era la sua musica a farlo per lui. Apparentemente spavaldo, era in realtà timido ed affabile per chi lo conosceva intimamente. Era il classico Divo, a prima vista impenetrabile, ma che in realtà nascondeva un universo intimo inestimabile, che concedeva a pochi. |
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De: Nando1 |
Enviado: 05/09/2011 04:17 |
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De: Nando1 |
Enviado: 05/09/2011 04:35 |
Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara (Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991), è stato un cantante, compositore e musicista britannico di origini parsi e indiane.
Membro fondatore dei Queen, rock band britannica nata nel 1970 di cui fece parte fino all’anno della sua morte, era noto per le sue esibizioni dal vivo e per le sue abilità vocali; Mercury infatti aveva una notevole estensione canora, arrivando a quattro ottave con l’aiuto del falsetto. Come compositore, ha scritto brani come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. Oltre all’attività con i Queen, negli anni ottanta intraprese la carriera da solista che lo portò a pubblicare due album, Mr. Bad Guy nel 1985 e Barcelona nel 1988, quest’ultimo frutto della collaborazione con la soprano spagnola Montserrat Caballé, il cui omonimo singolo divenne l’inno ufficiale dei Giochi della XXV Olimpiade.
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Grazie Freddie |
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