Scompare a 81 anni una delle più grandi leggende dell'alpinismo italiano e mondiale
MILANO - L'Italia dice addio a una leggenda dell'alpinismo: è morto Walter Bonatti. Lo riferisce in una nota l'editore Dalai. La salma sarà trasportata a Lecco dove sabato e domenica verrà allestita la camera ardente. Scalatore, giornalista e scrittore di fama, Bonatti aveva 81 anni ed è morto per una malattia
LA CARRIERA ALPINISTICA- Nato a Bergamo il 22 giugno del 1930 aveva diciotto anni Bonatti quando compì la sua prima scalata sulla Grigna, la montagna più amata. In quindici anni di carriera alpinistica conquistò cime e aprì nuove vie e osò spingersi dove nessuno aveva neppure voluto pensare. Scalava dove gli altri si erano fermati. Fulminea la sua carriera. Nel 1951 conquistò la Est del Grand Capucin, nel cuore del Monte Bianco; nel 1954 partecipò alla spedizione del K2. nel 1955 il pilastro ovest del Dru in solitaria; nel 1957 la prima via sul Pilier d'Angle sul Bianco; nel 1959 il Pilastro Rosso di Brouillard e prima solitaria della via Major alla Brenva, sempre sul Monte Bianco; nel 1962 aprì la seconda via sul Pilier d'Angle e il tragico tentativo del Pilone Centrale, il sesto grado più alto d'Europa; nel 1963 la prima invernale alla Walker sulle Jorasses. Diede l'addio all'alpinismo estremo nel 1965 con una nuova via in solitaria invernale sulla Nord del Cervino. Imprese che hanno fatto la storia dell'alpinismo mondiale, compiute spesso in solitaria, con la fantasia, la tenacia e l'entusiasmo che hanno il sapore di qualcosa di epico. Non a caso Buzzati scriveva che se Bonatti fosse vissuto ai tempi di Omero le sue imprese sarebbero state raccontate con un grande poema.