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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 22/09/2011 06:05 |
Càpita che sia negativo. Se càpita negativo, affrettati
ad accettare. Se è positivo, e lo sai, vivilo in pienezza.
Perchè c'è tempo per ogni cosa, se càpita.
E non tutto è triste o squallido o insensato.
La speranza càpita ed è nutrita dalla lievità della gioia.
E anche volersi bene è giusto che càpiti, perchè se
non càpita, non riuscirai ad amare gli altri.
E passerai come un'ombra nel nulla.
(G. Lagorio)
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Hanno detto......
A nessuno la vita è stata data in possesso, a tutti è stata data in usufrutto.
(L. Caro)
Ogni esperienza vissuta, ogni realtà con la quale siamo venuti a contatto nella vita è uno scalpello che ha creato la statua della nostra esistenza modellandola, plasmandola, modificandola. Noi siamo parte di tutto quanto ci è accaduto.
(O. S. Marden)
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Tu mi hai fatto senza fine
“Tu mi hai fatto senza fine, a Tuo piacimento. Tu vuoti e rivuoti questo fragile vaso, e lo riempi sempre di nuova vita. Per monti e valli hai portato questo piccolo flauto di canna, soffiandovi melodie eternamente nuove. Al tocco immortale delle Tue mani il mio piccolo cuore si smarrisce per la gioia ed effonde parole indicibili. Su queste mie piccolissime mani piovono solo per me i Tuoi doni infiniti. Passano le età, e Tu versi sempre, e sempre c’è da riempire.”
(Rabindranath Tagore
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Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare
Oceano Mare di A. Baricco
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De: Lelina |
Enviado: 06/11/2011 17:02 |
Stupende queste riflessioni,
che ci fanno rasserenare la vita
Grazie cara Amica!
Lely
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Uno dei monaci del monastero di Sceta commise una grave mancanza, e così fu chiamato l'eremita più saggio perché potesse giudicarla. L'eremita si rifiutò, ma i monaci insistettero tanto che lui finì per andare. Prima, però, prese un secchio e lo forò in vari punti. Poi, lo riempì di sabbia e s'incamminò verso il convento. Il superiore, vedendolo entrare, gli domandò che cosa fosse. "Sono venuto a giudicare il mio prossimo - disse l'eremita -. I miei peccati stanno scorrendo dietro di me, come scorre la sabbia di questo secchio. Ma, siccome non mi guardo alle spalle e non mi rendo conto dei miei stessi peccati, sono stato chiamato a giudicare il mio prossimo!". I monaci allora rinunciarono alla punizione all'istante.
(P. Coelho)
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La vita è un viaggio.
La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. E non sarete mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto.
Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardategli negli occhi. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona.
Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili. Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri.
Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo.E non lasciate che vi convincano del contrario.
Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete con gli altri, assaporando insieme la bellezza dell’alba e del tramonto.
(Da “C’è qualcuno lassu’” di Bruno Ferrero)
Tu che sei in viaggio, sono le tue orme la strada, nient’altro; Tu che sei in viaggio, non sei su una strada, la strada la fai tu andando. Mentre vai si fa la strada e girandoti indietro vedrai il sentiero che mai più calpestarai. Tu che sei in viaggio, non hai una strada, ma solo scie nel mare.
Antonio Machado
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Un uomo aveva sempre il cielo dell'anima coperto di nere nubi. Era incapace di credere alla bontà. Soprattutto non credeva alla bontà e all'amore di Dio. Un giorno mentre errava sulle colline che attorniavano il suo villaggio, sempre tormentato dai suoi scuri dubbi, incontrò un pastore. Il pastore era un brav'uomo dagli occhi limpidi. Si accorse che lo sconosciuto aveva l'aria particolarmente disperata e gli chiese: "Che cosa ti turba tanto, amico?". "Mi sento immensamente solo". "Anch'io sono solo, eppure non sono triste". "Forse perché Dio ti fa compagnia..." "Hai indovinato". "Io invece non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere al suo amore. Com'è possibile che ami gli uomini uno per uno? Com'è possibile che ami me?". "Vedi laggiù quel villaggio?", gli chiese il pastore, "Vedi le finestre di ogni casa?". "Vedo tutto questo". "Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della città, anche la più piccola e la più nascosta, ogni giorno viene baciata dal sole, nell'arco della giornata. Forse tu disperi perché tieni chiusa la tua finestra".
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Non avevo ancora letto
tutte le profonde riflessioni di questa serie di post
ma stamattina le ho incontrate sulla mia strada web
e leggendole ho avuto motivo di meditare...
Sono bellissime, profonde, fanno riflettere
grazie, cara Annamaria
per averci regalato
stupendi momenti di vita...
Spero ce ne regalerai ancora!!
Buona giornata
felice fine di settimana
Mariasole |
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La Fragilità La fragilità è un valore umano. Non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell’affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione. La fragilità è come uno scudo che ci difende dalle calamità, quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino. Il fragile è l’uomo per eccellenza, perché considera gli altri, suoi pari e non, potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende. Vittorino Andreoli Da: L'uomo di vetro
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Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(Pablo Neruda)
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Stralci dal romanzo di Alphonse de Lamartine, Graziella.....racconto di uno struggente amore giovanile dell'autore,
durante un soggiorno a Procida.
L'uomo ha un bel guardare ed abbracciare lo spazio; la natura intera non si compone per lui che di due o tre punti sensibili, ai quali tutta la sua anima converge. Togliete dalla vita il cuore che vi ama: che cosa vi resta? Ugualmente avviene della natura. Cancellate il luogo e la casa che i vostri pensieri cercano e che i vostri ricordi popolano, non scorgereste più che un vuoto immenso in cui lo sguardo s'immerge senza trovar né fondo né riposo. Come si può stupire, dopo ciò, che le scene più sublimi della creazione siano contemplate con occhi ben diversi dai viaggiatori? Gli è che ciascuno porta con sé il suo punto di vista. Una nube sull'anima vela e scolora più di una nube sull'orizzonte. Lo spettacolo è nello spettatore. Io lo provai. (p. 111-112) Un giorno dell'anno 1830, entrando di sera in una chiesa di Parigi, vidi la bara d'una giovinetta, coperta da una coltre bianca. Questa bara mi ricordò Graziella. Mi nascosi all'ombra di un pilastro e pensai a Procida, piangendo a lungo. Le mie lagrime si asciugarono, ma le nubi che avevano attraversato il mio pensiero durante la tristezza del funerale non dileguarono. Rientrai silenzioso nella mia camera, svolsi i ricordi che sono tracciati in questo libro e scrissi tutto d'un fiato, piangendo, i versi intitolati: Primo rimpianto. È la nota, resa fievole da vent'anni di distanza, d'un sentimento che fece zampillare la prima sorgente del mio cuore. Ma vi si sente ancora la lacerazione d'una fibra intima che non guarirà mai. Ecco queste strofe, balsamo d'una ferita, sboccio di un cuore, profumo di un fiore sepolcrale: Non vi manca che il nome di Graziella. Ve lo incastonerei in una strofa, se vi fosse quaggiù un cristallo abbastanza puro per rinchiudere questa lagrima, questo ricordo, questo nome! (p. 151)
Sulla spiaggia sonora ove il mar di Sorrento spiega le azzurre sue acque ai pie' degli aranceti, posa, lungo il sentiero, sotto la siepe odorosa, una piccola pietra, indifferente ai piedi distratti dello straniero.
I cespi di viola vi nascondono un nome che nessuna eco ha mai ripetuto! Eppur talvolta il passante, arrestandosi, vi legge tra le erbe una data e un'età, e sentendosi salire una lagrima agli occhi dice: «Aveva sedici anni! Troppo presto per morire!»
Ma perché lasciarmi sedurre da visioni lontane? Che il vento gema e mormori il flutto; indietro, indietro, o miei tristi pensieri! Io voglio sognare e non piangere!
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Amico, gli dissi quella sera, lei mi consiglia di aspettare tutto da Dio, ma se mi aspetto tutto da lui, che cosa mi rimane da fare? Ti rimane tutto da fare, disse. Cerca di capirmi: l'artista più grande non può suonare su delle corde rotte, il soffio del vento resta impotente di fronte alla barca che non ha albero, che ha vele ripiegate, il più puro dei ghiacciai non potrebbe generare un fiume magnifico se nel fondo del suo letto è disteso il sudiciume... e Dio-Amore non può nulla se l'uomo libero non si presenta ritto in piedi, artigiano laborioso della propria vita e operaio del mondo insieme ai tuoi fratelli. (M. Quoist)
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Un bambino è La felice memoria del passato I momenti di gioia il presente La speranza e la promessa del futuro
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".. Nessuno può rivelarvi alcun ché se non ciò
che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra deltempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma
piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare
nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della
vostra stessa mente... (Khalil Gibran)
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Noi siamo come nuvole che velano la luna a mezzanotte; Così irrequiete sfrecciano, e sfavillano, e fremono, striando l'oscurità radiosamente! - eppure subito la notte si richiude attorno le cancella:
o come lire dimenticate, le cui dissonanti corde rendono a ogni vario soffio del vento una risposta diversa, alla cui fragile struttura nessuna nuova vibrazione apporta un tono o una modulazione pari all'ultimo.
Noi riposiamo, e un sogno ha la potenza di avvelenarci il sonno. Ci alziamo, e un pensiero errante può inquinare il giorno. Sentiamo, concepiamo o ragioniamo, ridiamo o piangiamo, ci disperiamo, o gettiamo via ogni affanno:
è tutto uguale! Sia una gioia o un dolore, il percorso da compiere dal suo abbandono non si è ancora concluso l'ieri dell'uomo non può mai essere simile al domani; niente nel mondo può durare, eccetto la Mutevolezza (Percy B. Shelley)
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