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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 24/11/2011 16:28 |
Il SENTIERO Ecco il sentiero che, dopo aver attraversato il bosco e superato il prato, è giunto sino alla riva del fiume, per interrompersi vicino quell'albero di bot che ombreggia il traghetto in rovina. Al di là del fiume ricomincia tortuoso verso un villaggio, costeggiando campi di lino, e lo stagno coperto da fiori di loto. Molte persone ho incontrato lungo questo sentiero! Alcune mi hanno accompagnato, altre preceduto, altre le ho solo vedute da lontano. Con la sera è calato il buio. Un tempo pensavo che questo sentiero fosse a mia disposizione per sempre, ed ora mi accorgo che mi è concesso percorrerlo una sola volta. Dopo aver attraversato il giardino dei limoni, la riva dello stagno, il traghetto, la piccola isola del fiume, la capanna del venditore del latte, non posso più tornare indietro non posso illudermi di far ritorno in quella casa dove pensieri, parole e visi mi sono noti.
Il sentiero che percorro mi porta in avanti e ritornare sui propri passi è impossibile: quando oggi alla fine del giorno mi sono voltato per guardare il tratto che avevo percorso, mi è parso segnato da impronte perse nella polvere e dal canto del distacco dei viandanti-musicisti che da sempre lo percorrono. Quell'intrico di tracce da oriente a occidente procede verso l'infinito... Curvo sulla polvere del sentiero per ascoltare le infinite storie lì imprigionate da tempo immemorabile, non sento nulla: il sentiero rimane silenzioso nelle ombre della sera. E anche se chiedo dove sono mai i tormenti e i desideri dei viandanti che passarono, il sentiero rimane silenzioso: solo lo vedo serpeggiare da oriente a occidente. E anche se domando dove si diressero i passi degli sconosciuti che lo percorsero, il sentiero resta muto: forse non conosce neppure la sua fine, e non sa dove si sono persi i fiori che caddero, i canti che morirono nè dove, al di là delle strade, si celebra perennemente la festa del dolore incessante. Rabindranath Tagore "LIPIKA" Biglietti dall'India |
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De: Ver@ |
Enviado: 25/11/2011 10:46 |
SE VUOI CONOSCERE TUTTO DI UNA DONNA
Se vuoi Conoscere tutto di una donna
dovrai sfogliarne le pagine ad una ad una…
Sarà una lettura lunga a volte fastidiosa
a volte pesante o meravigliosa
se saprai ben leggere tra le righe troverai
una favola avventurosa .
..cerca di arrivare alla fine
se tanto ti sarà piaciuto sfogliare quelle pagine
potrai farlo di nuovo e trovare altri particolari…
mi raccomando maneggiare con cura
senza rovinare la copertina
magari se vuoi girare il foglio
puoi sempre dire la parola magica…
TI VOGLIO ANCORA
( Anna De Santis )
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" Solo l'Amore " " In quella notte all'improvviso mi ero accorta di una cosa, e cioè che tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole finestre, da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse filtrano appena, solo l'amore le può spalancare tutte assieme e di colpo, come una raffica di vento."
Da " Và dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro
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Vecchio, benedetto, Pekisch, questo non me lo dovevi fare. Non me lo merito. Io mi chiamo Pehnt, e sono ancora quello che se ne stava sdraiato per terra a sentire la voce nei tubi, come se quella arrivasse davvero, e invece non arrivava. Non è mai arrivata. E io adesso sono qui. Ho una famiglia, ho un lavoro e la sera vado a letto presto. Il martedì vado a sentire i concerti che danno alla sala Trater e ascolto musiche che a Quinnipak non esistono: Mozart, Beethoven, Chopin. Sono normali eppure sono belle. Ho degli amici con cui gioco a carte, parlo di politica fumando il sigaro e la domenica vado in campagna. Amo mia moglie, che è una donna intelligente e bella. Mi piace tornare a casa e trovarla lì, qualsiasi cosa sia successa nel mondo quel giorno. Mi piace dormire vicino a lei e mi piace svegliarmi insieme a lei. Ho un figlio che amo anche se tutto fa supporre che farà l'assicuratore. Spero che lo farà bene e che sarà un uomo giusto. La sera vado a letto e mi addormento. E tu mi hai insegnato che questo vuol dire che sono in pace con me stesso. Non c'è altro. Questa è la mia vita. Io lo so che non ti piace ma io non voglio che tu me lo scriva. Perché voglio continuare ad andare a letto, la sera, ed addormentarmi. Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo, io qui ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Qui, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso. Non so come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è cosa spregevole. È bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà. È proprio obbligatorio essere eccezionali? Io non so. Ma mi tengo stretta questa vita mia e non mi vergogno di niente: nemmeno delle mie soprascarpe. C'è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità. E io sono uno di quelli. Si guarda sempre l'infinito qui a Quinnipak, insieme a te. Ma qui non c'è l'infinito. E così guardiamo le cose, e questo ci basta. Ogni tanto, nei momenti più impensati, siamo felici. Andrò a letto, questa sera, e non mi addormenterò. Colpa tua, vecchio, maledetto Pekisch. Ti abbraccio. Dio sa quanto ti abbraccio. Pehnt, assicuratore.
Alessandro Baricco da Castelli di Rabbia
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Però quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fottitene. Ricordatene. Devi fottertene. Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca... ...io questo l'ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie infrangibili... e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo... sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentro tanta di quella roba... è una cosa che ti mette l'allegria addosso... non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita a modo suo... meravigliosa vita. (Andersson)
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De: Nando1 |
Enviado: 02/01/2012 20:42 |
Se vuoi Conoscere tutto di una donna
dovrai sfogliarne le pagine ad una ad una…
Sarà una lettura lunga a volte fastidiosa
a volte pesante o meravigliosa
se saprai ben leggere tra le righe troverai
una favola avventurosa .
..cerca di arrivare alla fine
se tanto ti sarà piaciuto sfogliare quelle pagine
potrai farlo di nuovo e trovare altri particolari…
mi raccomando maneggiare con cura
senza rovinare la copertina
magari se vuoi girare il foglio
puoi sempre dire la parola magica…
TI VOGLIO ANCORA
( Anna De Santis )
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Che cerca il mare quando fragoroso con le onde richiama verso sé le creature? E il sole quando picchia all'orizzonte prosciugando di ogni linfa perfino le distese erbose? E i fulmini, quando non paghi del roboante tuono, cadono a picco con lampi minacciosi? I venti tempestosi, che chiedono? I fiumi tumultuosi? I vulcani accesi di fiamme immense e perigliose? Che chiede la natura con la belligeranza che manifesta? Che vuole comunicare a chi la vive e a chi la sente?
Quello che chiede un uomo quando piange. Che un bimbo in mezzo ad una strada, tacitamente cerca insieme all'elemosina pietosa. Che chiedono madri afflitte sul corpo di un fanciullo donato per la guerra. Quello che invocano i corpi-immagine di un anima malata, negli ospedali dell'umana solitudine rinchiusi. Un'unica voce! Unico gemito di rabbia e di dolore! Uno solo il canto che il loro cuore intona: Pace, Giustizia e Carità! Chiedono amore.
Amore per l'amore e per nient'altro. Amore per la pace perché è lo specchio della comunione di tutti i cuori. Amore per la guerra, perché fa male... ma perché tanto male sente in cuore suo chi la crea e poi la nutre con i suoi fratelli migliori. Amore inoltre per la povertà perché è sorella prediletta dell'ingiustizia di queste società. Amore per i mali corporali perché son mali da mancanza d'amore. Amore per sé stessi, perché ognuno proietti intorno a sé i propri raggi di luce e di colore. Possano questi tempi di ingiustizia e di dolore portare agli uomini il dono del perdono per se stessi. Possa quel dono aprire poi le porte dell'Immensa Comprensione e possano essere attraversate le sue ante dalla Scintilla del Divino Amore. Anna Perrino
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