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General: Non tutti sanno che!!!!!!!!
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Iris-Blu  (Mensaje original) Enviado: 08/01/2012 13:58

Forse non tutti sanno che un tempo, quando
non esistevano i
computer, tutto
il sapere del mondo era concentrato nella mente di
 sette persone sparse nel
mondo: i famosi Sette Savi, i sette sapienti che
 conoscevano i come, i
quando, i perché, i dove di ogni cosa che accadeva.
 Erano talmente
importanti che erano considerati dalla gente dei re,
anche se non lo erano;
per questo erano chiamati Re Magi.

Nell'anno 0, studiando le loro pergamene segrete,
 tutti e sette i Magi
giunsero ad una strabiliante conclusione: proprio
 in una notte di
quell'anno sarebbe apparsa una straordinaria stella
che li avrebbe guidati
alla culla dei Re dei re. Da quel momento passarono
ogni notte a scrutare
il cielo e a fare preparativi, finché davvero una notte
 nel cielo apparve
una stella luminosissima; i Sette Savi partirono dai
 sette angoli del mondo
 

dove si vivevano e si misero a seguire la stella che
 indicava loro la
strada. Tutto quello che dovevano fare era non
 perderla mai di vista.

Ognuno dei sette Magi, tenendo gli occhi fissi sulla
 stella, che poteva
vedere giorno e notte, cavalcava per raggiungere
il Monte delle Vittorie,
dove era stabilito che i sette savi dovevano
incontrarsi per formare una
sola carovana.

Olaf, re Mago della Terra dei Fiordi, attraversò le
 catene dei monti di
ghiaccio e arrivò presto in una valle verde,
dove gli alberi erano carichi
di frutti squisiti e il clima dolce e riposante;
 il mago vi si trovò così
bene che decise di costruirsi un castello.
Così, ben presto, si scordò
della stella.

Igor, re Mago del Paese dei Fiumi, era un giovane
 forte e coraggioso, abile
con la spada e molto generoso. Attraversando
il regno del re Rosso, un
sovrano crudele e malvagio, decise di riportare
 la pace e la giustizia per
quel popolo maltrattato; così divenne il difensore
 dei poveri e degli
oppressi, perse di vista la stella e non la cercò più.

Yen Hui era il re Mago del Celeste Impero, era
 uno scienziato e un
filosofo, appassionato di scacchi. Un giorno arrivò
 in una splendida città
dove uno studioso teneva una conferenza sulle
origini delll'universo; Yen
Hui non riuscì a resistere, lo sfidò ad un dibattito
pubblico, si
confrontarono su tutti i campi del sapere e per ultimo
 iniziarono una
memorabile partita a scacchi che durò una settimana.
 Quando si ricordò
della stella era troppo tardi: non riuscì più a trovarla.

Lionel era un re Mago poeta e musicista, che veniva
dalle terre dell'Ovest
e viaggiava solo con strumenti musicali. Una sera
fu ospitato per la notte
da un ricco signore di un pacifico villaggio. Durante
 il banchetto in suo
onore, la figlia del signore danzò e cantò per gli invitati
 e Lionel se ne
innamorò perdutamente; così finì per pensare solo
a lei e nel suo cielo la
stella miracolosa scomparve piano piano.

Solo Melchior, re dei Persiani, Balthasar, re degli
 Arabi e Gaspar, re
degli Indi, abituati alla fatica e ai sacrifici, non diedero
mai riposo ai
loro occhi, per non rischiare di perdere di vista
 la stella che segnava il
cammino, certi che essa li avrebbe guidati alla culla
del Bambino, venuto
sulla terra a portare pace e amore. Così ognuno
 di loro arrivò puntuale
all'appuntamento al Monte delle Vittorie, si unì ai
compagni e insieme
ripresero la loro marcia verso Betlemme, guidati
dalla stella cometa, più
luminosa che mai.

Soltanto i Magi che hanno davvero vigilato
non hanno perso l'appuntamento
più importante della loro vita. Ogni cristiano,
come una sentinella, deve
stare all'erta e non lasciarsi prendere
dalla pigrizia o dal torpore,
perché il Signore ci aspetta
alla Sua culla.
Bruno Ferrero





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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Lelina Enviado: 08/01/2012 20:05

Bellissimo post, cara Iris

Complimenti!!


IL DONO PIU' GRANDE
 
In una classe, dopo le vacanze natalizie, il professore vuole saggiare il grado di conoscenza religiosa dei suoi alunni. Come è solito fare, pensa opportuno dare loro un tema da svolgere nel corso della settimana dopo la festa dell'Epifania: "I tre Re Magi hanno portato a Gesù tre doni: oro, incenso e mirra. Secondo voi, quale dei tre è il dono più prezioso? E perché?". Dopo una settimana i temi sono consegnati e le risposte, come si poteva supporre, sono le più varie e disparate. Chi dice che la mirra è il dono più prezioso perché sottolinea come la sofferenza e la morte in croce di Gesù siano il segno più grande del suo amore per ogni uomo. Chi invece sostiene che il dono dell'incenso mette molto bene in risalto la funzione sacerdotale di Gesù, quale ponte tra cielo e terra che ha unito Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Altri studenti invece - la maggior parte - decisamente scelgono il dono dell'oro come segno di colui che, Re del cielo e della terra, è proprietario di tutte le ricchezze che sono state, sono e saranno.
Il professore, dopo essersi congratulato con gli alunni e per il tema svolto, e per la saggezza delle argomentazioni che hanno motivato le diverse scelte e le varie preferenze dei doni, non può però non constatare: "Devo rammaricarmi con lo studente ritenuto il più bravo, che ha consegnato il quaderno, senza scrivere una riga sul tema proposto. Perché?".
Roberto, stranamente sereno e sicuro di sé, si aspettava il rimprovero o almeno una richiesta di giustificazione, e risponde semplicemente che, a suo giudizio, nessuno dei tre doni è importante. "Secondo me, signor professore, il dono più grande che i tre Re Magi hanno fatto a Gesù è stato il loro prostrarsi per adorarlo. Mi pare - continuò il saggio studente - che Gesù abbia gradito dai Magi più l'offerta che hanno fatto di se stessi, che non quanto essi avevano in mano". Hanno adorato Gesù. Adorare è annientarsi per amore. E' proprio il dono più grande: donare la vita per gli altri. Hanno visto in Gesù un Dio che si annienta per amore dell'uomo. E l'uomo, per rispondere a un Dio che gli si dona, non poteva rispondere meglio che con la propria adorazione, che è il suo sì di ogni momento al prossimo, dono che Gesù ritiene fatto a sé.
L'ammalato gradisce la medicina che l'infermiere o il medico gli porge, ma preferisce il sorriso e l'amore con cui gli viene somministrata. La preziosità del dono non si misura da quello che si dà o da quanto si dà, ma dal cuore con cui lo si dà. Il sorriso che accompagna il dono, vale più del dono stesso.
Nulla è piccolo di ciò che è dato per amore. Il mio, il tuo dono, piccolo o grande, vale quando coinvolge noi stessi.

                                                          (dal web)


 
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