Profondo questo pensiero , Pino, mi fa pensare a ciò che diceva Sant'Agostino.
La teoria dell'illuminazione di Agostino non parte da considerazioni teologiche, ma piuttosto vuole spiegare la possibilità per l'intelletto umano sia di giungere alla verità e pronunciare giudizi di valore, sia di rifiutarla e restare nell'errore, pur non essendo esso stesso mai abbandonato dalla luce che lo fonda.
Numerose sono le somiglianze con il mito platonico della caverna: anche in questo la sorgente luminosa è luce per l'intelletto dell'uomo e una importanza cruciale viene data alla capacità dello sguardo umano di vedere sé stesso, cioè di pensarsi e interrompere un'esistenza rivolta all'esteriorità.
Il confronto con Platone mette tuttavia ancora più in risalto la peculiarità di Agostino: l'occhio della mente è spinto a vedere dall'amore, ma tale amore deve intraprendere una continua lotta, non essendoci mai in questa vita la possibilità di un definitivo riposo nella verità.
Le tappe della conversione alla luce non sono predeterminate, il sole non può essere visto direttamente «faccia a faccia», e solo nell'altra vita lo sguardo potrà comprendere la luce in cui esso è fondato.
Ti Auguro una serena Domenica
unitamente a tutti
gli amici e le amiche del gruppo
Gemma