LA VOCE da Lipika
L'acqua che cade dal cielo sotto forma di pioggia si unisce alla terra, ma non si sa da dove provenga. Anche con le donne è così: vengono da un luogo sconosciuto per essere prigioniere su questa terra.
All'interno di questi limiti si consuma tutta la loro esistenza, le loro parole, i loro dolori e le loro inquietudini. Ed è per questo che si celano il volto con un velo, ai polsi hanno bracciali e le loro abitazioni sono ben custodite. Esse sono le regine del limite.
Nel quartiere in cui abito è venuta a vivere una ragazza simile a un sorriso scherzoso, sempre preda dell'irrequietezza: sua madre, quando s'arrabbia, la chiama «birbante», suo padre scherzosamente le ha dato il nomignolo di «pazzerella».
Lei è come l'acqua rapida di un ruscello: salta e si prende gioco di ogni dovere. La sua vitalità la fa simile alla foglia sulla cima di un albero di bambù: trema incessantemente al minimo soffio di vento.
Oggi ho visto quella fanciulla indomabile appoggiata alla ringhiera della veranda, immobile, silenziosa, ferma come l'arcobaleno dopo la tempesta. Proprio come un uccello bagnato dalla pioggia, che si riposi su un ramo di tamàl.(*)
Non l'ho veduta mai così serena. Come un fiume che raffreni improvvisamente il suo corso e si trasformi in lago.
Rabindranath Tagore
BUONA GIORNATA
E BUONA FESTA DEL PAPA'
Annamaria