Anna Cipollaro
Stiamo vivendo il periodo più travagliato
della storia dell'umanità! Ovunque, la forza di distruzione
dell'incertezza economica si è
impadronita dell'umanità e l'uomo
vive in una confusione terribile. Il mondo va in rovina e niente e nessuno
riesce ad arrestare questa escalation
di eventi. I capi politici s'incontrano
per trovare soluzioni, ma nessuno
ha la ricetta giusta per guarire
questo mondo malato. Le pene e la miseria avanzano inarrestabili
mentre l'economia mondiale cola a picco. Nonostante questi incredibili eventi,
l'uomo è impegnato a salvaguardare
sé stesso, cieco e sordo alla sofferenza altrui,
indifferente alle varie tragedie che si consumano ogni giorno in nome
della giustizia, in nome della religione. I nostri occhi sono asciutti, non
piangiamo più; siamo freddi, distaccati,
e ciò che accade oltre i nostri confini
ci reca solo fastidio, perché in fondo
anche noi siamo vittime di un sistema
che ha portato il nostro Paese alla
recessione; di conseguenza le
tragedie altrui non c'interessano! Eppure, ci appassioniamo sempre
più alla cronaca nera del nostro Paese,
ai vari omicidi che spesso restano
insoluti; anche se virtualmente
partecipiamo morbosamente ai vari
dibattiti presenti nei programmi televisivi
che diventano aule di tribunali, dove
si cerca a tutti i costi di individuare
l'assassino, con o senza prove;
ci lasciamo coinvolgere, immedesimandoci
nel caso di turno, dando giudizi,
assolvendo o condannando colui o
colei che a nostro avviso si è macchiato
di quel tale delitto. Siamo diventati un popolo giustizialista. Forse perché non ci piace il nostro
sistema giudiziario, forse perché la
giustizia nel nostro Paese usa spesso
due pesi e due misure... Ogni giorno andiamo in giro con gli
occhi asciutti, presi dalle nostre
preoccupazioni, non proviamo più
compassione, l'ansia per il domani ci
rende egoisti, la paura per le nostre
finanze ci induce a guardare lo straniero
come un usurpatore. E proprio quando dovremmo avvicinarci
sempre più a Cristo, cercare in Lui il
nostro rifugio, la nostra forza, invece
ci allontaniamo, ci distacchiamo,
lasciandoci avvolgere dalla paura e
dall'ansia per il domani. Dimentichiamo spesso di essere credenti,
sempre più ci allontaniamo da Cristo,
sottovalutando l'importanza di avere
il Signore nella nostra vita, perché
solo in Lui possiamo trovare forza
e coraggio. Il ritorno di Cristo non è solo una
speranza, ma l'unica speranza di
questo mondo, ma non è solo con
il Suo ritorno che potremo mettere
fine a tutte le nostre paure, le nostre
angosce e trovare finalmente la pace. Non dimentichiamo che siamo
credenti e, in quanto tali, abbiamo
la fede, la quale ci da la possibilità
di guardare al futuro, senza ansia,
senza paura, ma certi che Cristo
ci è sempre accanto, permettendoci
di superare ogni ostacolo e ogni
difficoltà che si presenta sul nostro cammino. La fede è qualcosa che ci rende diversi,
perché non ci fa vacillare, ma ci fa restare
sempre più ancorati a Cristo! Perciò usciamo da questa spirale di
paura e di ansia, non angustiamoci,
perché ciò che deve accadere, accadrà. Piuttosto preoccupiamoci per gli altri,
dei diseredati, di coloro che hanno
bisogno del nostro aiuto, della nostra
testimonianza; diamoci da fare per
le persone che ancora aspettano
di conoscere il Vangelo, perché
il ritorno del Signore non è mai
stato così vicino.
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