Mi e' capitato stamattina di rileggere
i noti versi di Eugenio Montale dedicati
a sua moglie, che oltre alla bellezza della lirica,
in questi versi mi colpisce la metafora in essa contenuta.......
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
La scala e il viaggio diventano metafore di vita. Il poeta, che apparentemente aveva fatto da guida alla moglie porgendole il braccio, si accorge e diviene consapevole di essere stato guidato; da attivo a passivo lui, da passiva ad attiva lei.
Spesso da cio' che si legge,al di la' dell'autore che li ha scritti, si puo' prescindere e rispecchiare,invece, la nostra storia,i nostri pensieri..........
Chissa' quante volte crediamo di dare e.....invece riceviamo!!!.....
BUON WEEK END
Annamaria