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De: Ver@ (Mensaje original) |
Enviado: 20/05/2012 09:37 |
Tutto il nord Italia ha tremato pochi minuti dopo le 4 della notte tra sabato e domenica. Il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna è stato distintamente avvertito in varie regioni. Da Verona a Milano a Torino, sono stati momenti di paura.
Il bilancio è drammatico: quattro morti, oltre 200 interventi richiesti ai centralini del 118 tra Modena e Ferrara, e un disperso. Si aggrava il bilancio del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna. Oltre ai tre operai rimasti schiacciati nel crollo dei capannoni di Ponte Rodoni di Bondeno e di Sant'Agostino (Ferrara), il sisma ha causato anche il malore che ha provocato la morte di una donna tedesca di 37 anni a Sant'Alberto di San Pietro in Casale (Bologna). Una quinta persona, un operaio anche in questo caso, risulta invece dispersa nel crollo del tetto della fonderia Tecopress di Dosso, frazione di Sant'Agostino.
Terremoto Torino 20 maggio 2012: epicentro in Emilia Romagna „ La prima scossa è stata registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 4.04, seguita da due repliche di intensità minore: una di 3.3 alle 5.35 e un'altra di 2.9 alle 5.44. L'epicentro nella pianura padana emiliana, una decina di chilometri di profondità dal suolo, 36 chilometri a nord da Bologna - dove la gente è scesa in strada per la paura ma non si registrano particolari problemi. I danni principali nelle province di Modena e Ferrara, dove si registrano numerosi crolli a chiese ed edifici storici. (ANSA)
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Forte terremoto alle 04.05 di questa notte in Emilia Romagna: 6° grado della scala Richter, il sisma ha causato il panico nella popolazione ed è stato percepito a Milano e in gran parte di Lombardia e Veneto. Finora si riscontrano sei morti, tra cui tre italiani e un marocchino uccisi nel crollo dei capannoni in cui lavoravano nel ferrarese, e due decessi per malori. Gravi danni anche agli edifici religiosi e culturali, come il Castello Estense di Ferrara. Continuano ancora le scosse di assestamento: si tratta di uno dei terremoti più forti che ha colpito la regione dal 1300. Nella foto, il municipio sventrato di Sant’Agostino (Ferrara).
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Per l'Ingv, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con il terremoto nel parmense di oggi, siamo di fronte ad un vero e proprio sciame sismico. Dopo le scosse di oggi e quelle di due giorni fa nel Reggiano, quindi, "è possibile che ci siano altre scosse" come afferma Salvatore Barba, sismologo dell'Ingv, all'agenzia di stampa Agi. |
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La scossa di oggi potrebbe confermare la teoria dell'Ingv, dato che arriva a due giorni da un altro terremoto nel Reggiano. Quest'ultimo aveva avuto magnitudo più bassa (4.9) ma minore profondità (33 km). Il terremoto era stato localizzato nel comune di Brescello, a circa 70 km da Corniglio. Nella relazione dell'Ingv, stilata ieri, l'istituto ricordava che la zona non era stata interessata da sismicità nei precedenti tre mesi e che la scossa del 25 Gennaio era il più forte evento sismico dal 1996.
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De: haiku04 |
Enviado: 20/05/2012 23:27 |
La scossa delle 4 l'ho avvertita benissimo, forte, in casa tremava e ondeggiava tutto...
Ho però immaginato che l'epicentro non fosse precisamente dalle mie parti, ma
l'effetto è stato ugualmente destabilizzante. Ho sperato che quantomeno non vi fossero vittime
e i danni limitati: così non è stato, e purtroppo negli ultimi mesi di scosse ce ne
sono state parecchie. La mia speranza è che tutto ciò non sia l'anticamera di
qualcosa di più forte, di più terribile!
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Cara Haiku, mi dispiace per quel che è successo e speriamo non ci sia nulla di più grave.
Ti sono vicina con la preghiera, che credo sia l'unico sostegno morale quando l'uomo si trova in situazioni difficili...
Un abbraccio, cara amica, so bene come ci si sente, per esperienza personale, quando il terremoto fa tremare tutto...
Un abbraccio e tanta solidarietà
_A_ |
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De: Ver@ |
Enviado: 30/05/2012 09:40 |
Non è finita. Altre scosse di terremoto potrebbero verificarsi nei prossimi giorni nelle aree colpita dal sisma del 29 e da quello del 20 maggio. A lanciare l’allarme è stato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, secondo il quale l’episodio di ieri non è stato un fenomeno di assestamento dopo l’evento sismico precedente, ma un nuovo terremoto indipendente.
I sismologi, in effetti, sembrano tutti concordi nel dire che i sismi che hanno devastato l’Emilia Romagna sono stati generati da due faglie distinte. è probabile che il primo terremoto del 20 maggio abbia in qualche modo “caricato” la seconda faglia, con i drammatici effetti di cui ancora si contano le vittime
Non è una novità – spiega Gianluca Valensise, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia – è già successo altre volte in Italia, per esempio nel terremoto di Colfiorito-Assisi: ci furono due scosse forti a dodici ore di distanza l’una dall’altra e poi ce ne fu un’altra venti giorni dopo.
Anche in quel caso, dunque, si è trattato due terremoti generati da due faglie diverse, e non di una scossa di assestamento seguita al primo evento sismico. Una differenza importante, soprattutto perché potrebbe preludere a nuovi movimenti della crosta terrestre.
Per Valensise:
Ci saranno sicuramente altre scosse, bando alle prudenze, bisogna essere pronti a ogni evenienza, a Ferrara nel 1570 ci fu una sequenza sismica che durò quattro anni.
Una pessima notizia per la popolazione colpita, alle prese con le scosse di terremoto più forti registrate in Emilia Romagna negli ultimi cinque secoli, tanto che la zona interessata era considerata a basso rischio sismico. Ma come si spiega un fenomeno così improvviso e di tale portata?
La penisola italiana si sta riorganizzando dal punto di vista geologico – spiega Giovanni Gregori, geofisico del CNR – L’Italia è come una sbarra rettangolare compressa dall’Africa, nel giro di qualche decina di milioni di anni verrà schiacciata alla penisola balcanica.
Per questo, aggiunge l’esperto, ci sono diversi punti di attrito da cui periodicamente viene rilasciata l’energia accumulata. Le zone con maggiore sismicità sono quattro, tutte tristemente note per i gravi terremoti degli ultimi decenni: l’Irpinia, l’Aquilano, l’Umbria e il Friuli.
Sempre secondo Gregori:
Paradossalmente c’è da augurarsi le scosse siano numerose, perché maggiore è il loro numero e inferiore è la quantità di energia che si accumula, e dunque l’intensità delle scosse stesse.
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