L’Emilia Romagna continua a tremare: a una prima scossa di magnitudo 5,8, avvenuta alle 9 con epicentro in provincia di Modena, ne sono seguite altre due, intorno alle 13, di magnitudo superiore a 5.
LE VITTIME. 16 è il numero accertato diffuso dagli ultimi aggiornamenti: oltre ai tre morti a San Felice coinvolti nel crollo della azienda Meta (Kumar Pawan, 31 anni, indiano; Mohamad Azaar, 45 anni, marocchino; e Gianni Bignardi, 62 anni, l’ingegnere italiano che stava facendo delle verifiche), se ne aggiungono due a Mirandola (tra cui Mauro Mantovani, 64 anni, nel crollo della Aries)e uno a Concordia (un anziano, Sergio Corbellini, colpito in strada da un cornicione che si è staccato dal tetto di un palazzo), . Lista a cui si aggiunge il parroco di Rovereto di Novi. Il parroco di Carpi, dato inizialmente per morto, è invece rimasto ferito.
Quattro i morti a Cavezzo, tra cui anche due donne , , una sepolta dalle macerie del Mobilificio Malavasi. . Si conoscono le identità di Daniela Salvioli, 42 anni, contabile nel mobilificio Malavasi; Iva Contini, 56 anni, che lavorava al Colorificio Oece; Enzo Borghi, 78 anni, pensionato, morto mentre andava a verificare i danni di un’abitazione di sua proprietà. Altre tre persone sono morte a San Giacomo Roncole per il crollo della BBG. . Sotto le macerie della fabbrica che produce componentistica meccanica per il settore biomedicale sono rimasti uno dei tre titolari, Enea Grilli, 64 anni, e i due operai Eddi Borghi e Vincenzo Grilli, di 39 anni. Trovati morti due operai a Medolla ( tra cui (Paolo Siclari, 37 anni, di Messina).
Mohammad Agaar, l’operaio marocchino deceduto nel crollo del capannone della fabbrica Meta di San Felice era residente a Finale Emilia. Sarebbe stato conteggiato due volte (in realtà a Finale non sarebbe deceduto nessuno) e dunque il conto delle persone decedute cambia. Le vittime dovrebbero essere così 16.
DISPERSI E FERITI TRA LE POLEMICHE SULLA SICUREZZA . Le forti scosse che hanno colpito l’Emilia Romagna hanno provocato anche il crollo di edifici storici e capannoni nel modenese. Ci sono 12 dispersi e la Protezione Civile conta almeno 350 feriti . Tantissime anche le persone costrette a lasciare le proprie abitazioni: oltre 8mila le persone evacuate, di cui 4.500 nel modenese e le altre tra le province di Bologna e Ferrara.
Tante le repliche del terremoto: oltre 100 le scosse registrate durante la giornata. Le più forti alle 9:00, 5,8 di magnitudo, e alle 12:53 con magnitudo 5,3. L’evento sismico, secondo quanto registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha avuto una profondità di 6.8 chilometri con epicentro tra i comuni di Cavezzo, Finale Emilia e Medolla.
Dura presa di posizione anche dei sindacati che denunciano le condizioni di sicurezza in cui lavoravano i sei operai deceduti nei crolli . “Stavolta la tragedia e la morte di questi operai si sarebbe potuta evitare“, ha sottolineato’ il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni.
I DANNI TRA CASE E INDUSTRIA IN GINOCCHIO. I danni più rilevanti, ha spiegato la regione Emilia Romagna, sono nei comuni vicini all’epicentro, dove si sono verificati numerosi crolli. Diverse le scuole evacuate in regione per precauzione, mentre disagi si sono verificati sulle linee ferroviarie, che questa mattina hanno subìto rallentamenti: la circolazione dei treni attorno alla stazione centrale di Bologna è stata interrotta per accertamenti sulle infrastrutture. La maggior parte delle vittime è stata colpita dalle macerie o dal crollo dei capannoni. Crollato anche il duomo di Mirandola all’interno del quale vi erano operai al lavoro, la Torre dell’orologio e la chiesa di San Francesco. Colpito anche il vicino comune di San Possidonio, dove si è sbriciolato il campanile della locale chiesa. Gravissimi danni al centro storico di Cavezzo nel modenese e alle fabbriche alimentari del territorio. Crolli anche a Moglie e Poggio Rusco in provincia di Mantova, a Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza e a Rovigo e Venezia.
Industria in ginocchio: oltre al tragico tributo di vite umane, gravissimi sono quindi anche i danni al patrimonio artistico e culturale 9e al tessuto produttivo della regione 10 (foto: le fabbriche distrutte 11). In particolare altri 550.000 pezzi tra forme di Grana e Parmigiano, in aggiunta ai 500.000 già colpiti dalla scossa del 20 maggio scorso, sono andati distrutti. “A causa del terremoto sono crollati o sono inagibili l’80% delle fabbriche della nostra zona, che è il primo polo europeo del settore biomedico“, ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Mirandola, Roberto Ganzerli.
I SOCCORSI. Dalla Regione è stato comunicato che entro la serata saranno attrezzati 5 nuovi campi di accoglienza con 1.250 posti, grazie all’aiuto delle Regioni Friuli Venezia Giulia (destinazione Mirandola) e Abruzzo (a Cavezzo), della Croce Rossa Italia (a Finale Emilia), delle Pubbliche assistenze lombarde (a Novi) e dagli alpini di Treviso (a Cento).
“Ferrovie dello Stato – ha spiegato il capo della protezione civile Franco Gabrielli – manderà vagoni cuccette per 350 posti letto. Abbiamo fatto un accordo con Federalberghi per ospitare mille persone. Non vogliamo però che questo venga percepito come un allontanamento” da parte delle istituzioni.