Il terremoto in Emilia, tremendo, è stato l’ultimo assalto a una nazione già in ginocchio che, pur non piangendosi addosso – perché noi siamo l’Italia – soffre senza saperne la ragione, senza sapere che fare.
Pur avendo tante doti, non sappiamo mai guardare troppo lontano.
Per questo non siamo i più grandi d’Europa malgrado gli ingegni, la fantasia, i talenti e la bellezza del territorio.
C’è stato il terremoto in Abruzzo? Tutti commossi, bravi e veloci nei primi soccorsi, la messa cantata, i Grandi della Terra ad adottare monumenti, gli artisti a raccogliere fondi.
E adesso? L’Aquila è ancora impacchettata come fosse un’opera di Christo.
Ieri, dopo l’ennesimo scossone in Emilia, siamo stati tutti bravi e veloci a diffondere il numero della Protezione civile per donare 2 euro agli sfollati via sms (45500, fatelo subito, dai!), ma mi chiedo cosa succederà tra qualche mese. Tra qualche giorno. Quanti di noi se ne ricorderanno? Solo gli emiliani colpiti.
Quello che dobbiamo cambiare è lo stile di vita. Come con la dieta. Basta con queste formule magiche che funzionano solo sul breve periodo. Si dimagrisce, se necessario, solo cambiando le proprie abitudini, facendo moto, mangiando meno, mangiando più fibre, più pesce bianco, più verdure, meno condimenti. Lo sappiamo tutti com’è che si dimagrisce, dai!
Ma noi abbiamo sempre la pretesa della scorciatoia, in tutto. E ci sentiamo sempre impuniti.