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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 25/04/2012 14:17 |
Giovani, pensateci! Voi siete destinati, che lo vogliate o no, ad essere la più infelice di tutte le generazioni
umane,o la più felice di tutte. Sarete i più infelici se, stupidi come in così larga
misura siamo stati noi prima di voi, contribuirete a lasciarvi trascinare
nell'insulsaggine e nella vergogna dell'idolatria di voi stessi, a credere che la gioia di vivere sia: Io, Io, Io, la Mia camera, la Mia fortuna, i Miei soldi... Guai a voi se vi trovaste ancora in questo accecamento, in questo abominio! Guai a voi, perché se fino a ieri qualcuno ha potuto credere di poter conservare il proprio benessere materiale pensando solo a
sé, per voi - ed è la vostra fortuna - questo è finito. Ma voi potrete essere i più felici tra i figli dell'uomo, tra i figli di Dio, se finalmente capirete che la felicità di vivere sta nel cercare la propria gioia mettendosi al servizio della gioia di tutti. Se finalmente capirete che il modo di impegnare
la vita è AMARE il prossimo come se stessi, vale a dire servirlo prima di me, se è meno felice di me. (Abbè Pierre)
Possono sembrare un po' drastiche e negative nei nostri confronti,le parole di Pierre, ma dobbiamo convenire che qualche errore lo abbiamo fatto noi adulti nel preparare il domani ai nostri giovani......
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Solo per chi....
il mio rispetto per chi lo merita..
il mio sorriso per chi mi accompagna
nella quotidianità..
la mia amicizia per chi si fida di me..
il mio cuore per chi mi ama..
e la mia vita per chi
non lascerà mai le mie mani..
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Dice Leo Buscaglia:
Solamente quando abbiamo conosciuto l'amore ci rendiamo veramente conto di cio' che avremmo perduto se non lo avessimo incontrato. L'uomo non puo' vivere senza l'amore perche' l'amore e' universale e come tale non si deve mai credere che ormai e' tardi........
Ho ripreso dal web queste frasi......
Ancora è possibile amare... Finchè ci sarà vita da vivere... finché ci sarà un uomo da consolare... finché ci sarà un bimbo da cullare... finché ci sarà un malato da visitare... finché la tristezza solcherà un volto... finché il dolore griderà stanco... finché l'ingratitudine scaverà trincee... finché la disperazione genererà odio... finché la guerra produrrà morte... ...ancora è possibile amare! Finché avremo un giorno da vivere... finché il sole spenderà nel cielo... finché la terra darà il suo frutto... finché un tramonto attirerà il tuo sguardo... ...è ancora possibile amare!
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L’amore è il bisogno più profondo e strutturale della nostra psiche. L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e lo fa proprio, se non vi partecipa pienamente. L’amore è stato paragonato a una nuova creazione del mondo. Esso ha il potere di trasformarci e di trasfigurare le cose che ci sono intorno. E’ un fenomeno, sotto certi aspetti, impressionante: «Due persone che non si conoscevano per nulla, innamorandosi, – nota Francesco Alberoni – diventano indispensabili l’una per l’altra come un figlio per i genitori». L’amore è l’unica possibilità che noi abbiamo di conoscere l’essenza del mondo. Solo chi guarda le cose con un sentimento di simpatia, può comprenderle in profondità: “Il vero amore – scrive lo psicanalista Victor Frankl – non rende ciechi ma più capaci, anzi supremamente capaci di cogliere i valori del mondo. L’Io che ama, nel donarsi al Tu, prova un arricchimento interiore che supera questo stesso Tu. L’intero creato gli appare più vasto, anzi immenso, pieno di pregi”. Nell’innamoramento, infatti, nota Alberoni, gli atti più comuni della vita quotidiana diventano straordinari: “Ogni cosa si trasfigura: i volti ci appaiono belli, gli uomini gentili, le case, la natura stupenda. Sentiamo il mondo pervaso da una forza positiva, animato dal soffio dell’assoluto. Amando ci immettiamo nel grande respiro dell’universo, diventiamo parte del suo moto e della sua armonia”. Ma, attenzione, l’amore non è sempre un dono gratuito, indipendente da noi. Al contrario, superata la fase poetica dell’innamoramento, esso costa volontà, è il risultato di un impegno paziente. Ha scritto Aristotele che l’amore è un frutto che matura lentamente. Non è mai qualcosa di definito e compiuto. è un processo non un prodotto. In altri termini, l’amore non è un edificio già ultimato ma un cantiere in perenne costruzione. Non è nemmeno solo questione di emozione, dal momento che essa è instabile. Il sentimento amoroso, in questo caso, anziché un raptus irrefrenabile, coincide con il proposito di camminare insieme verso una meta, con la consapevolezza di costruire una casa, magari modesta, ma in due, pietra su pietra. Equivale alla percezione di una simpatia di fondo che permane nonostante tutto.
Buona Serata a tutti
Serenella |
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Un uomo cadde in un pozzo da cui non riusciva più ad uscire. Una persona che passava di là disse:"Mi dispiace davvero tanto per te. Partecipo al tuo dolore...". Un politico impegnato nel sociale che passava di là disse: "Era logico che, prima o poi, qualcuno ci sarebbe finito dentro..." . Un pio disse: "Solo i cattivi cadono nei pozzi..." Passò di là anche uno scienziato che calcolò come aveva fatto l'uomo a cadere nel pozzo. Un politico dell'opposizione si impegnò a fare un esposto contro il governo. Un giornalista promise un articolo polemico sul giornale della domenica dopo. Un uomo pratico gli chiese se erano alte le tasse per il pozzo. Una persona triste disse: "Il mio pozzo è peggio!". Un umorista sghignazzò: "Prendi un caffè che ti tira sù!". Un ottimista disse: "Potresti star peggio...". Un pessimista disse: "Scivolerai ancora più giù..."...........
.........Gesù, vedendo l'uomo, lo prese per mano e lo tirò fuori dal pozzo!
(Bruno Ferrero - A volte basta un raggio di sole)
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L'uomo delle nuvole
L’uomo che cammina nelle nuvole sa tutto della vita, si conosce, sente il suo respiro, ascolta i suoi passi; l’uomo che cammina nelle nuvole non vede gli altri, si sente parte del mondo, ascolta solo se stesso ma sa di non essere solo; l’uomo che cammina nelle nuvole è ancora in grado di meravigliarsi, di essere felice, di sorridere per una sciocchezza, di versare una lacrima; l’uomo che cammina nelle nuvole non ha paura del tempo, non conosce passato, non ha futuro, vive il presente; l’uomo che cammina nelle nuvole è fiero delle sue paure, è sincero con se stesso, cammina a testa alta e non prova rancore; l’uomo che cammina nelle nuvole sa di non essere eterno, sa amare ogni attimo che gli è donato, sorride sempre e accetta la vita per il dono che è; l’uomo che cammina nelle nuvole quando ascolta una canzone sente di essere il protagonista e quando legge una poesia è lui il poeta; l’uomo che cammina nelle nuvole non ha niente di speciale eppure sa di essere unico, ama il mondo e vive per davvero; e quando arriva alla fine del percorso, quando la sua strada finisce si sdraia e fissando il cielo sorride, perchè fino all’ultimo istante è stato capace di camminare nelle nuvole. Dal web
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La giovinezza non è un periodo della vita. E' uno stato d'animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell'immaginazione, in una forza emotiva, nel prevalere dell'audacia sulla timidezza e della sete dell'avventura sull'amore per le comodità. Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale.
Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all'entusiasmo li traccia sull'anima. La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e la sfiducia sono lunghi lunghi anni che fanno chinare il capo e conducono lo Spirito alla morte. Essere giovani significa conservare a sessanta o settant'anni l'amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi, la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell'esistenza.
Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall'infinito. E quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima.
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Conveniamo con M. L. King, che pur essendo liberi, tutti gli uomini sono dipendenti l'uno dagli altri.........
Tutti gli uomini sono dipendenti gli uni dagli altri. Ogni nazione è erede di un vastro patrimonio di idee e lavoro al quale hanno contribuito sia i vivi sia i morti di tutte le nazioni. Che ce ne rendiamo conto o meno, ciascuno di noi è costantemente in debito. Siamo eterni debitori di uomini e donne conosciuti e sconosciuti. Quando ci alziamo al mattino, andiamo in bagno e afferriamo una spugna che ci è stata fornita da un abitante delle isole del Pacifico. Afferriamo un sapone creato per noi da un europeo. Poi, a tavola, beviamo un caffè che ci è stato fornito da un sudamericano, oppure tè, da un cinese, o cacao, da un africano occidentale. Prima di uscire per andare a lavorare, dobbiamo già essere riconoscenti a più di metà del mondo. (M. L. King)
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LA CONQUISTA DELLA PENNA D’AQUILA
In un villaggio indiano, il consiglio dei saggi ha deciso che la "prova di forza e coraggio" che i giovani indiani dovranno superare l'indomani, consiste nel raggiungere in canoa la riva opposta del lago dove, in un posto segreto, e' nascosta una penna d'aquila dorata: chi la troverà, avrà vinto .
Il mattino dopo, tutti sono indaffarati nei preparativi. Quand'ecco arrivare Falco Stanco, un vecchio indiano che abita dall'altra parte del lago. Egli si avvicina ai ragazzi e dice loro:"Devo tornare dalla mia tribù. Se dovessi fare il giro del lago a piedi non arriverei che a notte inoltrata. Qualcuno di voi mi potrebbe portare sulla sua canoa?".
Tutti, chi prima, chi poi, si scusano dicendo che per via della gara, hanno fretta di arrivare per primi.
Ma uno di loro, Penna Bianca, non sa dirgli di no.
Viene dato il segnale di partenza e tutti balzano sulle loro canoe. E' iniziata la grande prova.
Un po' più di fatica fa Penna Bianca che deve remare per due; la sua canoa e' più pesante, ora che con lui c'e' anche Falco Stanco.
Gli altri commentano la sua poca furbizia. Proprio lui che e' tra i ragazzi più abili e coraggiosi.
Anche Penna Bianca, vedendosi indietro, teme che arriverà troppo tardi. Ma poi guarda Falco Stanco che sorride felice e sente interiormente una voce che lo rassicura:"Hai fatto bene, Penna Bianca, hai fatto bene!".
Uno dopo l'altro tutti arrivano e corrono a cercare nei posti più impensati la "penna d'aquila dorata".
Arriva anche Penna Bianca. Teme che ormai i suoi compagni abbiano scovato il prezioso trofeo. Ma nessuno ancora l'ha trovato.
Saluta Falco Stanco e corre anche lui alla caccia.
Ma il vecchio indiano lo trattiene:" Ieri sera, Bisonte Nero, il grande capo, mi ha detto:"A quello dei piccoli indiani che ti porterà sull'altra sponda, consegnerai questa!"
E tira fuori, da sotto il suo poncho, fra lo stupore di tutti, una...meravigliosa penna d'aquila; la penna d'aquila dorata!"
"Sì- continua Falco Stanco, mettendo una mano sulla spalla di Penna Bianca- hai vinto la prova perché cio' che più vale nella vita e' la forza dell'amore e tu hai dimostrato di averla quando mi hai preso sulla tua canoa".
Se fai attenzione, t'accorgerai che chi ti sta accanto ha per te la "chiave di casa"; non puoi ignorarlo.
SAGGEZZA INDIANA
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Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza fermarsi se non per riprendere fiato e per rari secondi.
Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro.
Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo albero. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito cinque minuti di più. Il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali!
Il primo boscaiolo non credeva a i suoi occhi: «Non ci capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?». L’altro sorrise: «Hai visto che mi fermavo ogni ora, ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia».
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De: Lelina |
Enviado: 21/06/2012 16:12 |
Mai sottovalutare l’importanza della lettura, da adulti, ma soprattutto da bambini.
Nei corsi di lettura espressiva che conduco per i genitori insisto sempre sull’importanza della lettura anche per i bambini considerati “grandi” perché leggono già da soli. Non avere tempo è una scusa, siamo sinceri, qui non si parla di avere tempo da perdere ma di trovarlo per un buon motivo. Nessun adulto la sera è fresco come un fiore (se lo è… lo invidio un pò!) I bambini dei nostri tempi sono spesso stressati dagli impegni peggio dei manager delle ditte internazionali, quante volte al giorno si sentono dire “Sbrigati che è tardi!”, e poi la scuola, lo sport, il catechismo, lezioni di danza e musica, magari anche inglese, i compiti e poi? C’è un momento per il silenzio, la quiete interiore, il rilassamento o si continua in casa con i videogiochi e la televisione? Ho volutamente esagerato nell’elenco delle attività per rendere realistica l’idea. Anche noi adulti viviamo in genere in modo frenetico e magari anche senza rendercene conto sprechiamo attimi di intimità con i nostri figli, attimi che sfuggono e che non torneranno più. Ci illudiamo forse che tra 10 o al massimo 15 anni i nostri figli la sera resteranno a casa con noi? Li rimpiangeremo? Allora troviamo oggi il tempo per la lettura: qualche pomeriggio o qualche sera, se non proprio tutte le sere, spegniamo la tv, abbandoniamo giochi a premi e veline, lasciamo stare il riordino della cucina o i panni bagnati nella lavatrice. Loro possono aspettare… Coccoliamoci anche solo un quarto d’ora insieme ai figli davanti a un bel libro: esiste un dono migliore da condividere?
Simona Maiozzi
Buona Serata a tutti
Lely
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