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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 05/07/2012 14:22 |
E' di ieri la notizia di una bambina scappata di casa per paura di un castigo temuto al fatto che aveva disobbedito facendosi il bagno nel laghetto vicino casa. Per fortuna ritrovata sana e salva oggi. A tal proposito mi e' venuto sott'occhi questo articolo che riporto qui di seguito:
Cari Italians, dal Corriere del 15 giugno: "Incatena il figlio sedicenne per non farlo uscire”. Una volta era possibile appioppare due sonori ceffoni al figlio disubbediente. Oggi no! Una volta i figli non si permettevano di disubbidire ai genitori. Oggi no! Se io, padre, non voglio che mio figlio esca di casa (sempre che io abbia almeno il diritto di imporlo ad un figlio!) cosa posso fare? Chiuderlo in casa, non posso. Dargli due ceffoni se disubbidisce, non posso. Qualcuno mi può dire quale potere ha oggi un padre nei confronti di un figlio? Nessuno: sono i padri a dover obbedire ai figli e non viceversa. E se un padre prova a fare la voce grossa, o ricorre a metodi estremi per farsi obbedire, ecco che si ritrova una denuncia con il rischio di dover passare 15 anni in galera! Sia chiaro, non vorrei essere frainteso, incatenare un figlio certamente non è una soluzione. Ma anche fare il padre, al giorno d'oggi, non è facile. Insomma, se vostro figlio vuole scappare di casa, voi cosa fate? Lo lasciate andare? Se poi vostro figlio scappa sì di casa, ma quando è ora di cena è pronto a rinunciare alle sue velleità libertarie perché lui ha il diritto di fare e disfare come vuole, voi invece avete solo il dovere di nutrirlo, vestirlo ed accondiscendere a tutte le sue richieste (la vostra casa è, per lui, un albergo), forse un po' di comprensione per il padre che "sbotta" dovremmo averla. Tanto più che ... il cellulare glielo aveva lasciato! A dimostrazione, se non altro, che oltre a preoccuparsi di vestirlo e nutrirlo, gli concedeva anche quelli che, nel mondo del lavoro, sono i "fringe benefits". Vorrei aggiungere una considerazione: dopo avere letto questa "bella" notizia, saranno sempre più i figli che disconosceranno il potere dei padri, tanto anche se disubbidiscono, nessuno gli può fare niente. Una volta c'era un comandamento (il quarto) che regolamentava il rapporto tra padri e figli, ma ormai anche quello è diventato obsoleto. La cosa triste è accorgersi di essere stati figli quando comandavano i padri, ed essere oggi padri quando comandano i figli. Insomma, a noi tocca sempre e solo ubbidire! Paolo Federici
Ma siamo messi proprio cosi' male con i ragazzi???.....
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Ho trovato su internet questa pagina contenente dei consigli educativi. A me è piaciuta molto e la condivido, voi che ne pensate?
Il delicato compito di educare i figli
Suggerimenti in pillole
Brano tratto da A. Cattaneo, Matrimonio d'amore, edizioni ARES
1. Trovare il tempo per giocare o conversare con i bambini, per interessarsi alle loro cose, anche se, a volte, ci significa rinunciare alla propria tranquillità o sacrificare un po' del tempo che si potrebbe dedicare al lavoro o a un hobby.
2. Vivere in prima persona, con coerenza, quanto si esige dai figli, ricordando che l'esempio è il miglior predicatore. Così, nella moderazione dell'uso della Tv, nel non parlar male del prossimo, nella sincerità, nell'ordine, puntualità...
3. Favorire il prestigio dell'altro coniuge aiutando i figli a scoprirne le virtù ed evitare di contraddire o rimproverare il coniuge alla loro presenza. Se vi hanno visto litigare, che vi vedano anche riconciliarvi.
4. Se il figlio ricade in qualche difetto, aiutarlo con parole di incoraggiamento e non rinfacciargli la sua debolezza.
5. Non cedere ai capricci dei bambini, ma aspettare serenamente che passino le bizze.
6. Favorire lo spirito di iniziativa del bambino e lasciarlo fare da sé, anche,. se causa qualche disturbo in più.
7. Quando è necessario, anche se non è facile, bisogna saper dire "no", ma spiegando i "no", senza inflazionarli moltiplicandoli inutilmente.
8. Esercitare l'autorità, che non è autoritarismo. Quest'ultimo è voglia di potere, l'autorità invece è servizio, e si fonda su una stima giusta e meritata.
9. Esigere l'obbedienza, cercando per di dare gli ordini con il tono il più possibile amabile e simpatico.
10. A volte si deve anche castigare, ma con moderazione, senza perdere la serenità e senza lasciarsi prendere dal nervosismo o dalla collera.
11. Quando si deve sgridare un figlio, bisogna farlo in modo chiaro, giusto, breve e cambiando poi l'argomento della conversazione, senza esigere che riconosca immediatamente la sua colpa.
12. I castighi non devono mai essere - e nemmeno sembrare - uno sfogo della propria rabbia o malumore. Per questo è bene meditarli un po', prima di impartirli.
13. Concedere ai figli un po' di fiducia, anche se non è escluso che qualche volta si sarà "ingannati".
14. Esigere, puntando più sull'affetto che su castighi e ricompense: "Se fai tal cosa, mi dai un grande dispiacere". Si insegna così ai figli la bellezza di fare, o non fare, qualcosa liberamente, per amore.
15. Coinvolgere i figli, con giusto equilibrio, nelle decisioni familiari, stimolandoli a dare suggerimenti per il bene della famiglia.
16. Non limitarsi a correggere o consigliare i figli, ma ascoltarli con pazienza, affetto e interesse per riuscire così a capire il perché delle loro difficoltà, delusioni, tristezze, sbagli, vizi, ecc.
17. Non rispondere mai alle loro mille domande con uno stanco "non lo so". I bambini moltiplicano le domande proprio quando avvertono questo disinteresse.
18. Non rifiutare in toto e a priori nemmeno quelle proposte dei figli che sembrano più insensate, ma sforzarsi di scoprire e valorizzare quanto c'è di buono nelle loro idee.
19. Quando non si sa bene quali ragioni dare per un rifiuto a una loro richiesta, avere l'umiltà di dire, per esempio: "Lascia che ci pensi".
20. Distribuire incarichi opportuni ai figli.
21. Elogiare o biasimare non come sono, ma quello che fanno. Si eviterà così di alimentare la superbia o lo scoraggiamento. Non dire, per esempio, "Sei sciocco", ma "Hai fatto una sciocchezza".
22. Esigere con buonumore, che non è mai ironia tagliente anche se sottile.
23. Accordare un tempo ragionevole per ogni miglioramento.
24. Mantenere le promesse fatte.
25. Usare gli schiaffi il meno possibile. Sarebbe bello che vostro figlio possa contare gli schiaffi ricevuti da bambino.
26. Limitare le proibizioni alle cose veramente importanti.
27. Evitare il più possibile i premi materiali per non coltivare una morale utilitaristica che aspetta un premio per ogni azione positiva. Conviene invece che i figli percepiscano la gioia dei genitori quando fanno qualcosa di buono.
28. Insegnare ai figli il valore di certe rinunce e renderli critici di fronte alla pubblicità consumistica che esalta l'appagamento immediato di desideri e di bisogni indotti.
29. Iniziare i figli al mistero dell'origine della vita e dell'amore tra uomo e donna seguendo quella che abbiamo chiamato la regola delle cinque "A".
30. Chiedere aiuto a Dio e affidarsi all'intercessione della Madonna e degli Angeli custodi per poter essere buoni educatori.
Come promemoria, aggiungiamo dieci frasi da non dire:
1. "A me non la fai!".
2. "Questo non dirlo al papà (o alla mamma)".
3. "Sei un buono a nulla, un egoista, un bugiardo ... ".
4. "Hai voluto fare di testa tua, adesso arrangiati!".
5. "Dimmi la verità, altrimenti ... ".
6. "Dove sei stato? Che hai fatto? Chi c'era? ... ".
7. "Fa' quel che vuoi, basta che mi lasci in pace".
8. "Guarda tua sorella com'è brava, come studia, come aiuta...".
9. "L'ha portato la cicogna", oppure: "Sono cose che non ti riguardano".
10. "Guarda che Dio ti castiga".
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De: Lelina |
Enviado: 05/07/2012 21:35 |
Per educare i bambini sono più costruttive le parole e il dialogo in genere, rispetto alle sculacciate.
Il metodo educativo migliore per avere figli socievoli e brillanti è il dialogo, meglio una sana ramanzina piuttosto che le punizioni fisiche come le sculacciate. Quando i bambini si comportano male, ha più efficacia un severo discorso, fare capire attraverso il dialogo perentorio che il loro comportamento è sbagliato, e che stanno esagerando. |
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Da una statistica ho letto che gli uomini di solito preferiscono che il primo figlio sia maschio,anche se poi se vien fuori una femminuccia,la amano teneramente avendo con lei un rapporto molto intenso.....
Ora come allora, nei padri c'e' sempre stato il desiderio inespresso del figlio maschio e pur non influendo sull'amore genitoriale hanno sempre cercato nella bambina qualche caratteristica che sopperiva alla mancanza del suo desiderio, infatti anche mio padre ricordo che approfittava della mia esuberanza per fare con me giochi da maschiacci: giocavamo alla guerra e poi mi regalava tutta una serie di soldatini di piombo,con tutta la cavalleria annessa. Avevo anche una pistola, con grande disappunto di mia madre che mi voleva un'angelica e ascetica damina. Giocavo pochissimo con le bambole......Fu quando passai dai libri di fiabe ai romanzi rosa di Delly e Liala, che cominciai a cambiare e iniziai ad identificarmi un po' piu' femminilmente con le varie protagoniste ed eroine......Ormai mio padre non giocava piu' con me...
Annamaria
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