Tenerezza
"Tenerezza è dire grazie con la vita;
e ringraziare è gioia
perché è umile riconoscimento di essere amati"
(Bruno Forte)
La tenerezza è la forza più umile, eppure è la più potente, per cambiare il mondo.
Non è tenerume, non è debolezza, ma forza che sboccia solo in un cuore libero, capace di offrire e ricevere amore.
È la manifestazione di due esigenze fondamentali del cuore: desiderare di amare e sapere di essere amati.
L'attitudine alla tenerezza è un'esigenza incancellabile dell'animo nobile e grande, una componente costitutiva per una piena realizzazione dell'umanità della persona. Una persona non può dirsi adulta se non si sforza di acquisire questo modo di essere e di sentire che la rende affettuosa, rispettosa, capace di meravigliarsi di fronte al cosmo e alla vita, sinceramente partecipe delle gioie e delle sofferenze di tutti.
È diffusa l'idea che la tenerezza rappresenti una connotazione quasi solo femminile o comunque poco maschile: qualificante per la donna e squalificante per l'uomo.
È un pregiudizio infondato, che va rimosso con energia.
Sarebbe come dire che la sensibilità e la capacità di esprimere affetto, l'attenzione alla vita, la dolcezza o la delicatezza sono realtà negate all'uomo.
La tenerezza è un cuore palpitante, accogliente, capace di compassione, di benevolenza e di amicizia gratuita.
La tenerezza si oppone a due atteggiamenti esistenziali molto diffusi e quasi sempre connessi tra loro: la durezza di cuore, intesa come barriera, muro, rigidità, chiusura mentale, e il ripiegamento su di sé come egocentrismo, incapacità di rivolgersi all'altro diverso da sé, rifiuto di dialogo e di scambio.
Scrive Abraham Heschel: "Il grado di sensibilità per le sofferenze degli altri è l'indice del grado di umanità raggiunto… Il contrario dell'umanità è la brutalità, l'incapacità a riconoscere l'umanità del prossimo, l'incapacità a essere sensibili ai suoi bisogni, alla sua situazione".
La tenerezza misura dunque il grado di umanità raggiunto dal singolo e dalla società. La tenerezza come "forza dell'umile amore" è l'umiltà di accettare sé e i propri limiti, facendosi teneri con se stessi; e l'umiltà di accettare gli altri per quello che sono, con bontà di cuore e generosità, facendosi teneri verso di loro.
La tenerezza non è per i pavidi o i vili, ma per i forti, per coloro che sono capaci di generosità e di responsabilità.
La scelta della tenerezza è tale solo quando racchiude in sé la fortezza.
Essere teneri con fortezza e forti con tenerezza è uno dei più alti gradi di perfezione morale.
Il discorso della tenerezza è particolarmente rilevante per la sessualità e per la sua realizzazione in forma pienamente umana, in grado di superare il rischio di una sua riduzione a sola genitalità o a gioco.
La tenerezza offre dunque quello che la sessualità da sola non può dare: offre il senso della meraviglia e della gratuità, la spiritualità dell'amore e della comunione, la gioia stupita dell'incontro.
Solo nella tenerezza la sessualità conserva la freschezza di un amore sempre colmo di novità, passaggio da un cuore di pietra a un cuore di carne.
(liberamente tratto da uno scritto di Lino Pedron)