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General: 7 Ottobre Madonna del Rosario
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Rispondi  Messaggio 1 di 11 di questo argomento 
Da: marinaeisuoiangeli  (Messaggio originale) Inviato: 07/10/2012 06:07
Madonna del Rosario prega per noi 
prega per noi, siamo figli tuoi. 
Madonna del Rosario prega per noi 
prega per noi, siamo figli tuoi. 

Sulle ginocchia Tu porti Gesù,; 
c'è posto anche per noi. 
La Tua corona ci offri quaggiù, 
tutti ci lega a Te. 
Madre dolcissima, Madre d'amore, 
Madre che vegli a Pompei. 
Madonna del Rosario prega per noi... 

Tu ascolti tutti, sai tutto di noi, 
noi ci fidiamo di Te. 
Misericordia, o Madre, per noi 
poveri figli di Dio. 
Guidaci sempre, proteggici Tu 
Madre che vivi a Pompei. 
Madonna del Rosario prega per noi... 

In questa terra che Dio Ti donò 
togli violenza e terrore. 
Solo la pace chiediamo a Te, 
vera giustizia fra noi. 
Veglia l'Europa, ritorni a Gesù, 
al suo vangelo d'amore. 
Madonna del Rosario prega per noi... 




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Rispondi  Messaggio 2 di 11 di questo argomento 
Da: Nando1 Inviato: 07/10/2012 06:36
 
SUPPLICA ALLA
MADONNA DEL SANTO ROSARIO

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Augusta Regina delle Vittorie*, o Sovrana del Cielo e della Terra,* al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi,* o Regina gloriosa del Rosario,* noi devoti figli tuoi,* raccolti in questo giorno solenne nel Tuo Santuario di Trigoso,* effondiamo gli affetti del nostro cuore* e con confidenza di figli* ti esprimiamo le nostre miserie.

Dal trono di clemenza,* dove siedi Regina,* volgi, o Maria,* il tuo sguardo pietoso* su di noi, sulle nostre famiglie, sulla nostra Parrocchia,* sull’Italia, sull'Europa, sul mondo.* Ti prenda compassione* degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita.*

Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo,* quante calamità ed afflizioni ci costringono.

O Madre,* implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino* e vinci con la clemenza* il cuore dei peccatori.* Sono nostri fratelli e figli tuoi* che costano sangue al dolce Gesù* e contristano il tuo sensibilissimo Cuore.* Mostrati a tutti, quale sei,* Regina di pace e di perdono.

Ave Maria

E' vero* che noi, per primi, benché tuoi figli,* con i peccati* torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù* e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.

Lo confessiamo:* siamo meritevoli dei più aspri castighi,* ma tu ricordati* che sul Golgota,* raccogliesti, col Sangue divino,* il testamento del Redentore moribondo,* che ti dichiarava Madre nostra,* Madre dei peccatori.

Tu dunque,* come Madre nostra,* sei la nostra Avvocata,* la nostra speranza.* E noi gementi,* stendiamo a te le mani supplichevoli,* gridando: Misericordia!

O Madre buona,* abbi pietà di noi,* delle anime nostre,* delle nostre famiglie,* dei nostri parenti,* dei nostri amici,* dei nostri defunti,* soprattutto dei nostri nemici* e di tanti che si dicono cristiani,* eppur offendono il Cuore amabile del tuo figliuolo.* Pietà oggi imploriamo* per le Nazioni traviate,* per tutta l'Europa,* per tutto il mondo,* perché pentito ritorni al tuo Cuore.

Misericordia per tutti,* o Madre di Misericordia!

Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria,* di esaudirci!* Gesù ha riposto nelle tue mani* tutti i tesori delle Sue grazie* e delle Sue misericordie. Tu siedi,* coronata Regina,* alla destra del tuo Figlio,* splendente di gloria immortale* su tutti i Cori degli Angeli.* Tu distendi il tuo dominio* per quanto sono distesi i cieli,* e a te la terra e le creature tutte* sono soggette.* Tu sei l'onnipotente per grazia,* tu dunque puoi aiutarci.

Se tu non volessi aiutarci,* perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione,* non sapremmo a chi rivolgerci.* Il tuo cuore di Madre* non permetterà di vedere noi,* tuoi figli, perduti.* Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia* e la mistica Corona che miriamo nella tua mano,* ci ispirano fiducia che saremo esauditi.* E noi confidiamo pienamente in te,* ci abbandoniamo come deboli figli* tra le braccia della più tenera fra le madri,* e, oggi stesso,* da te aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria

CHIEDIAMO LA BENEDIZIONE A MARIA

Un'ultima grazia* noi ora ti chiediamo, o Regina* che non puoi negarci in questo giorno solennissimo.* Concedi a tutti noi* l'amore costante* e in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te* finché non ci avrai benedetti.* Benedici, o Maria, in questo momento* il Sommo Pontefice.* Agli antichi splendori della tua Corona,* ai trionfi del tuo Rosario,* onde sei chiamata Regina delle Vittorie,* aggiungi ancor questo, o Madre:* concedi il trionfo della Religione* e la pace alla umana Società.* Benedici i nostri Vescovi,* i Sacerdoti* e particolarmente tutti coloro* che zelano l'onore del tuo Tempio.* Benedici infine tutti coloro che lavorano e si impegnano* per onorarti solennemente nella ricorrenza della tua festa e promuovono con amore la devozione al Santo Rosario.* O Rosario benedetto di Maria,* catena dolce che ci riannodi a Dio,* vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,* torre di salvezza,negli assalti dell'inferno,* porto sicuro nel comune naufragio,* noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell' ora di agonia,* a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.

E l'ultimo accento delle nostre labbra* sarà il nome tuo soave,* o Regina del Rosario,* o Madre nostra cara,* o Rifugio dei peccatori, * o Sovrana consolatrice dei mesti.

Sii ovunque, benedetta,* oggi e sempre,* in terra e in cielo.* Amen.

Salve Regina.


Rispondi  Messaggio 3 di 11 di questo argomento 
Da: Marylauretana Inviato: 07/10/2012 07:58
Atto di Consacrazione alla Beata Vergine Maria
 
 
Maria Madre di Gesù e Madre mia,
 io piccolo figlio tuo,
 in questo santo giorno
 mi consacro totalmente a te
 per vivere una vita Santa,
 per essere tuo piccolo servo,
 perché tu dolce Madre
 possa contare sempre su di me
 e perché io possa aiutarti
 a portare a compimento in me,
 il disegno d'Amore
che il Padre ha su ognuno di noi.
Donami o Madre di Gesù e Madre mia
 la grazia di essere sempre fedele
alla Chiesa e al Santo Padre
e unito a Te amare e adorare
 il Signore Gesù.
Amen.
 

Rispondi  Messaggio 4 di 11 di questo argomento 
Da: solidea Inviato: 07/10/2012 13:35
 
Beata Vergine Maria del Rosario

7 ottobre

 

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Il Rosario è, nato dall'amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L'oggetto che serve alla recita di questa preghiera è di origine molto antica. S. Beda il Venerabile aveva suggerito l'adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra una leggenda, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un'arma efficace per debellare l'eresia albigese. Nacque così la devozione alla corona del rosario, che ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna. Promotori di questa devozione sono stati infatti i domenicani. Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di "breviario del popolo", da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare. Questo aspetto della vita familiare subisce allora l'illuminazione del mistero salvifico del Cristo, e viene spontaneo affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta quanta la redenzione". La celebrazione della festività odierna, istituita da S. Pio V per commemorare la vittoria riportata nel 1571 a Lepanto contro la flotta turca (inizialmente si diceva "S. Maria della Vittoria"), il giorno 7 ottobre, che in quell'anno cadeva di domenica, venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913. La "festa del santissimo Rosario", com'era chiamata prima della riforma del calendario del 1960, compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù.


Autore: Piero Bargellini


Rispondi  Messaggio 5 di 11 di questo argomento 
Da: Serenella Inviato: 07/10/2012 13:37
 

La devozione alla Vergine del Rosario risale al secolo XIII, quando venne fondato l’ordine dei domenicani. Furono infatti i discepoli di san Domenico a diffondere la pratica del Rosario. Vi fanno riferimento le raffigurazioni che mostrano la Vergine che dona il Rosario a san Domenico e a santa Caterina. Nuovo impulso ebbe la pia pratica nella seconda metà del Cinquecento, quando il papa Pio V proprio all’intercessione della Vergine del Rosario attribuì la vittoria della flotta cristiana contro i Turchi a Lepanto. Un terzo e definitivo slancio venne nella seconda metà dell’Ottocento quando il beato Bartolo Longo decise di edificare nella valle di Pompei una Chiesa in onore della Madonna del Rosario. La finalità religiosa dell’iniziativa si inseriva nel più ampio intento di offrire un riscatto civile e morale a popolazioni abbandonate da secoli nella loro miseria. Per questo il santuario venne completato da una vera e propria “città della carità”, fatta di asili, orfanotrofi, ospizi per i figli dei carcerati. Bartolo Longo voleva elevare culturalmente e spiritualmente i contadini della valle di Pompei. Nello stesso tempo, come dice la supplica che ogni anno viene recitata in questo giorno a Pompei, la sua opera si apriva alla dimensione universale, perché tutti i cristiani, tutti gli uomini hanno bisogno della misericordia di Dio invocata attraverso Maria, madre di misericordia. «Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia».

La Madonna del Rosario ha un culto molto antico, risale all’epoca dell’istituzione dei domenicani (XIII secolo), i quali ne furono i maggiori propagatori. La devozione della recita del rosario, chiamato anche salterio, ebbe larga diffusione per la facilità con cui si poteva pregare; fu chiamato il vangelo dei poveri, che in massima parte non sapevano leggere, perché faceva in modo di poter pregare e nello stesso tempo meditare i misteri cristiani senza la necessità di leggere su un testo.
I misteri contemplati nella recita del rosario sono quindici, cinque gaudiosi, cinque dolorosi, cinque gloriosi. A questi nel 2002 Papa Giovanni Paolo II ha aggiunto i cinque misteri della Luce, che fanno meditare su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica di Gesù Cristo.
Alla protezione della Vergine del S. Rosario, fu attribuita la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a Lepanto nel 1571. A seguito di ciò il papa s. Pio V (1504-1572), istituì dal 1572 la festa del S. Rosario, alla prima domenica di ottobre, che poi dal 1913 è stata spostata al 7 ottobre.
Il culto per il s. Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò la pratica di questa devozione. La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue, di solito seduta in trono con il Bambino in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del rosario; la più conosciuta è quella in cui la corona viene data a s. Caterina da Siena e a s. Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono.
Ed è uno di questi quadri che ha dato vita alla devozione tutta mariana di Pompei; a questo punto bisogna parlare dell’iniziatore di questo culto, il beato Bartolo Longo.
L’avvocato Bartolo Longo nacque a Latiano (Brindisi) il 10 febbraio 1841, di temperamento esuberante, da giovane si dedicò al ballo, alla scherma e alla musica; intraprese gli studi superiori in forma privata a Lecce; dopo l’Unità d’Italia, nel 1863, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza nell’Università di Napoli.
Fu conquistato dallo spirito anticlericale che in quegli anni dominava nell’Ateneo napoletano, al punto da partecipare a manifestazioni contro il clero e il papa. Dubbioso sulla religione, si lasciò attrarre dallo spiritismo, allora molto praticato a Napoli, fino a diventarne un celebrante dei riti.
In seguito, ebbe contatti con il dotto domenicano padre Radente, che con i suoi consigli e la sua dottrina, lo ricondusse alla fede cattolica e alle pratiche religiose.
Intanto il 12 dicembre 1864 si era laureato in Diritto, ritornò al paese natío e prese a dedicarsi ad una vita piena di carità e opere assistenziali; rinunziò al matrimonio, ricordando le parole del venerabile Emanuele Ribera redentorista: “Il Signore vuole da te grandi cose, sei destinato a compiere un’alta missione”.
Superati gli indugi, abbandonò la professione di avvocato, facendo voto di castità e ritornò a Napoli per dedicarsi in un campo più vasto alle opere di beneficenza; qui incontrò il beato padre Ludovico da Casoria e la beata Caterina Volpicelli, due figure eminenti della santità cattolica dell’800 napoletano, i quali lo consigliarono e indirizzarono ad una santa amicizia con la contessa Marianna De Fusco.
Da qui, il beato Bartolo Longo ebbe una svolta decisiva per la sua vita; divenne compagno inseparabile nelle opere caritatevoli, della contessa che era vedova, inoltre divenne istitutore dei suoi figli e amministratore dei beni. La loro convivenza diede adito a parecchi pettegolezzi, pur avendo il beneplacito dell’arcivescovo di Napoli cardinale Sanfelice; alla fine decisero di sposarsi nell’aprile 1885, con il proposito però di vivere come buoni amici, in amore fraterno, come avevano fatto fino allora.
La contessa De Fusco era proprietaria di terreni ed abitazioni nel territorio di Pompei e Bartolo Longo come amministratore si recava spesso nella Valle; vedendo l’ignoranza religiosa in cui vivevano i contadini sparsi nelle campagne, prese ad insegnare loro il catechismo, a pregare e specialmente a recitare il rosario.
Una pia suora Maria Concetta de Litala, gli donò una vecchia tela raffigurante la Madonna del Rosario, molto rovinata; restauratala alla meglio, Bartolo Longo decise di portarla nella Valle di Pompei e lui stesso racconta, che nel tratto finale, poggiò il quadro per trasportarlo, su un carro, che faceva la spola dalla periferia della città alla campagna, trasportando letame, che allora veniva usato come concime nei campi.
Il 13 febbraio 1876, il quadro venne esposto nella piccola chiesetta parrocchiale, da quel giorno la Madonna elargì con abbondanza grazie e miracoli; la folla di pellegrini e devoti aumentò a tal punto che si rendeva necessario costruire una chiesa più grande.
Bartolo Longo su consiglio anche del vescovo di Nola, Formisano che era l’Ordinario del luogo, iniziò il 9 maggio 1876 la costruzione del tempio che terminò nel 1887. Il quadro della Madonna, dopo essere stato opportunamente restaurato, venne sistemato su un trono splendido; l’immagine poi verrà anche incoronata con un diadema d’oro, ornato da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XIII.
La costruzione venne finanziata da innumerevoli offerte di denaro, proveniente dalle tante Associazioni del Rosario, sparse in tutta Italia, in breve divenne centro di grande spiritualità come lo è tuttora, fu elevata al grado di Santuario, centro del sacramento della confessione di milioni di fedeli, che si accostano alla Santa Comunione tutto l’anno.
Il beato Bartolo Longo istituì per le opere sociali, un orfanotrofio femminile, affidandone la cura alle suore Domenicane Figlie del Rosario di Pompei, da lui fondate; ancora fondò l’Istituto dei Figli dei Carcerati in controtendenza alle teorie di Lombroso, secondo cui i figli dei criminali sono per istinto destinati a delinquere; chiamò a dirigerli i Fratelli delle Scuole Cristiane.
Fondò nel 1884 il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei” che ancora oggi si stampa in centinaia di migliaia di copie, diffuse in tutto il mondo; la stampa era affidata alla tipografia da lui fondata per dare un’avvenire ai suoi orfanelli; altre opere annesse sono asili, scuole, ospizi per anziani, ospedale, laboratori, casa del pellegrino.
Il santuario fu ampliato nel 1933-39, con la costruzione di un massiccio campanile alto 80 metri, un poco isolato dal tempio, Nel 1893 Bartolo Longo offrì a papa Leone XIII la proprietà del santuario con tutte le opere pompeiane, qualche anno più tardi rinunziò anche all’amministrazione che il papa gli aveva lasciato; l’interno è a croce latina, tutta lavorata in marmo, ori, mosaici dorati, quadri ottocenteschi, con immensa cripta, il trono circondato da colonne, sulla crociera vi è l’enorme cupola di 57 metri tutta affrescata.
Il fondatore, morì il 5 ottobre del 1926 e come da suo desiderio fu sepolto nella cripta, in cui riposa anche la contessa De Fusco.
Aveva trovato una zona paludosa e malsana, a causa dello straripamento del vicino fiume Sarno, abbandonata praticamente dal 1659. Alla sua morte lasciò una città ripopolata, salubre, tutta ruotante attorno al Santuario e alle sue numerose opere, a cui poi si affiancò il turismo per i ritrovati scavi della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio.
è sua l’iniziativa della
supplica, da lui compilata, alla Madonna del Rosario di Pompei che si recita solennemente e con gran concorso di fedeli, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.
Bartolo Longo è stato beatificato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II. Il santuario è basilica pontificia e come Loreto è sede di un vescovo (prelatura) con giurisdizione su Pompei.

Fonte: Santiebeati.it


Rispondi  Messaggio 6 di 11 di questo argomento 
Da: daniela71 Inviato: 08/10/2012 05:28
.
 

Rispondi  Messaggio 7 di 11 di questo argomento 
Da: Ver@ Inviato: 08/10/2012 09:25

Rispondi  Messaggio 8 di 11 di questo argomento 
Da: Ver@ Inviato: 08/10/2012 09:32
 

Il Rosario è chiamato "Salterio della Beatissima Vergine Maria. E' un modo piissimo di orazione e di preghiera a Dio; modo facile e alla portata di tutti, che consiste nel lodare la stessa beatissima Vergine, ripetendo il saluto dell'angelo per centocinquanta volte, quanti sono i salmi del salterio di Davide, interponendo a ogni decina la preghiera del Signore, con determinate meditazioni illustranti l'intera vita del Signore nostro Gesù Cristo". Così, nella Bolla Consueverunt Romani Pontifices (17-9-1569), il Papa domenicano S.Pio V ha descritto il Rosario. La tradizione, ripresa da questa Bolla, secondo la quale il Rosario - nella forma attuale - sarebbe stato "inventato" da S.Domenico, non è sufficientemente provata. E' sicuro che S.Domenico, nella lotta contro l'eresia, abbia predicato i misteri della fede (come l'incarnazione, la passione e la risurrezione di Cristo) e abbia utilizzato le preghiere più semplici e conosciute (come il Pater noster e l'Ave Maria) per far pregare i fedeli. Senza entrare nei particolari delle ricostruzioni storiche, si può dire che c'è stata un'evoluzione graduale - soprattutto ad opera dei domenicani - che ha portato nel XV secolo a codificare il Rosario nella forma che ci è nota; la codificazione del Rosario - nella formula che si è imposta e mantenuta nei secoli - è dovuta principalmente al beato domenicano Alano de la Roche (1428-1475).


Rispondi  Messaggio 9 di 11 di questo argomento 
Da: Ver@ Inviato: 08/10/2012 09:33

Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona, a prima vista un semplice strumento di conteggio delle preghiere. Non è però difficile scorgere alcuni simboli spirituali: la corona converge verso il Crocifisso, inizio e termine della preghiera, ma anche centro della vita cristiana;

rosario

lo scorrere dei grani della corona scandisce la preghiera, ma allude anche allo scorrere della vita, al cammino spirituale del cristiano; la corona assomiglia ad una catena e può essere vista come il simbolo di un forte legame spirituale, di un vincolo che unisce il cristiano alla Madonna e a Cristo.


Rispondi  Messaggio 10 di 11 di questo argomento 
Da: Ver@ Inviato: 08/10/2012 09:35

Il Rosario nella storia

Molti sono i Papi che hanno scritto documenti sul Rosario, a cominciare da Urbano IV (1261-64) fino a Giovanni Paolo II; ancora di più sono i Papi che, pur non avendo scritto documenti specifici sul Rosario, hanno esaltato e raccomandato questa preghiera. Nei documenti pontifici il Rosario viene fatto risalire a S.Domenico o comunque si ricorda che i domenicani, per tradizione, custodiscono e diffondono questa devozione. Rammentiamo i contenuti essenziali dell'antica tradizione sulle origini del Rosario: il Rosario fu ispirato dalla Madonna a S.Domenico - che ne fu il primo diffusore - e restaurato dal Beato Alano de la Roche per comando della Vergine - apparsagli più volte dal 1460 in poi. Al B.Alano sembra risalire il racconto secondo cui l'atto di nascita del Rosario sarebbe una precisa apparizione nella quale la Madonna consegnò nelle mani di S.Domenico la corona del Rosario (scena che è stata raffigurata da innumerevoli artisti, come si può constatare nella pagina dedicata all'iconografia). Il Rosario si è affermato nei secoli XVI e XVII, diventando una pia abitudine dei fedeli cattolici; al suo successo hanno contribuito alcune vittorie militari, attribuite al valore impetratorio di questa preghiera: Lepanto (7-10-1571, si legga sotto il paragrafo sulla memoria liturgica), La Rochelle (città fulcro del calvinismo francese, assediata lungamente dal re Luigi XIII e capitolata il 28-10-1628), Vienna (80000 cristiani, guidati da Giovanni Sobieski, il 12-9-1683 sconfissero a Kahlenberg 250000 turchi, liberando così Vienna dal loro assedio). Nel secolo XVIII il Rosario ha conosciuto nuovo slancio ad opera di uno dei santi più mariani, S.Luigi Grignon de Montfort (1673-1716), terziario domenicano. Negli ultimi due secoli il Rosario è stato protagonista dei due più importanti cicli di apparizioni mariane: Lourdes (11 febbraio-16 luglio 1858), dove le apparizioni cominciavano con la recita del Rosario compiuto da S.Bernadette davanti alla Signora, che, per sottolineare ancor più l'importanza di tale preghiera, si mostrava con una corona del Rosario sul braccio; Fatima (13 maggio-13 ottobre 1917), dove la Vergine, in tutte le apparizioni, ha raccomandato la recita del Rosario. Alla fine del XIX secolo, per iniziativa del Beato Bartolo Longo, ha preso inizio, a favore del Rosario, un intenso apostolato, che si è concretizzato nell'edificazione del Santuario di Pompei e in molteplici attività caritative.

moneta con effigie di S.Pio V

Moneta con l'effigie di S.Pio V

S.Ricci: S.Pio V, S.Tommaso, S.Pietro Martire

Sebastiano Ricci
S.Pio V, S.Tommaso d'Aquino e S.Pietro martire (1730-33)

La memoria liturgica del Rosario

L'attuale memoria liturgica della Madonna del Rosario (7 ottobre) prende origine dalla memoria della Beata Vergine Maria della Vittoria, istituita dal Papa domenicano S.Pio V in seguito alla vittoria conseguita dai cristiani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571).
I mussulmani, che già avevano occupato una parte dell'Europa e che dominavano il Mediterraneo, minacciavano sempre più l'intera Cristianità. Allora il Papa sollecitò una lega tra le nazioni cristiane, alcune si costituirono in una lega e allestirono una flotta, mentre tutti i cristiani di buona volontà rispondevano all'appello del Papa per una mobilitazione spirituale con la recita del Rosario. Il 7 ottobre 1571, domenica, la flotta cristiana e quella turca si scontrarono nel golfo di Lepanto; i cristiani, benché inferiori nelle forze, riportarono una grande e decisiva vittoria.
S.Pio V attribuì il successo alla Madonna auxilium christianorum (aiuto dei cristiani) e volle esprimere la sua gratitudine istituendo la festa della "Beata Vergine delle Vittoria" per il giorno 7 ottobre.

S.Pio V

Tiziano: battaglia di Lepanto

Tiziano
Allegoria della battaglia di Lepanto (1572-75)

Veronese
Allegoria della battaglia di Lepanto (1572)

Veronese: battaglia di Lepanto



La battaglia di Lepanto ebbe una risonanza enorme in tutta la Cristianità; molti pittori si cimentarono in dipinti celebrativi della vittoria

Il Rosario e l'apostolato domenicano

Il Rosario compone armoniosamente la preghiera vocale (la recita del Pater, dell'Ave Maria e del Gloria Patri) con la preghiera mentale (la meditazione dei Misteri della vita di Cristo e della Madonna). Il fedele che recita con devozione il Rosario, poco a poco, oltrepassando la preghiera vocale e la meditazione ragionata, si innalza al livello della contemplazione, unione conoscitiva-amorosa con Dio. Ecco perché questa preghiera è stata sempre percepita come congeniale alla spiritualità domenicana: il frate predicatore sa che lo studio non è sufficiente, occorre assolutamente che l'apostolato sgorghi dalla contemplazione; ma se l'apostolato deve essere una sovrabbondanza della contemplazione, come imparerà il frate a contemplare, se non recitando il Rosario, autentica scuola di contemplazione? Alla contemplazione di Dio si arriva attraverso la contemplazione di Cristo uomo-Dio, alla contemplazione di Cristo si arriva pregando Maria, che ci offre la migliore prospettiva (come un Vangelo secundum Mariam) per penetrare il mistero di Cristo: durante il suo pellegrinaggio terreno la Madonna ha meditato la vita di Cristo - Figlio di Dio e figlio suo - e, così facendo, ha approfondito la sua intimità con il Dio trinitario.

Varie sono le strategie impiegate dai domenicani per promuovere il Rosario, una delle più tradizionali ed efficaci è l'istituzione di associazioni rosariane; ne ricordiamo tre: la Confraternita del Rosario, il Rosario perpetuo e il Rosario vivente.
La Confraternita è stata fondata all'incirca nel 1468 dal B.Alano de la Roche; impegno principale degli iscritti era la recita quotidiana dell'intero Rosario (15 Misteri) - senza vincoli di coscienza; in seguito l'obbligo è stato ridotto a settimanale.
Il Rosario perpetuo è stato fondato nel 1630 e chiamato Ora di Guardia dal Padre Timoteo de' Ricci (pronipote di S.Caterina de' Ricci); gli aderenti si impegnano - senza vincoli di coscienza - a recitare l'intero Rosario in un'ora stabilita - attualmente l'obbligo è mensile. La Direzione si preoccupa di distribuire le ore di preghiera in modo da coprire tutte le ore del giorno e della notte di ogni giorno dell'anno.
Il Rosario vivente è stato fondato nel 1826 a Lione da una terziaria domenicana francese, Pauline-Marie Jaricot, al fine di avvicinare al Rosario il maggior numero possibile di persone; l'associazione è strutturata in gruppi di quindici persone, ognuna delle quali si impegna a recitare quotidianamente una decina del Rosario relativa ad un Mistero prestabilito. Ogni membro del gruppo compie il suo impegno da solo, e tuttavia è spiritualmente legato agli altri; al termine del giorno il gruppo nel suo insieme ha pregato l'intero Rosario. Questa forma di associazione, non troppo impegnativa, è assai adatta per accostare i bambini alla preghiera in generale e al Rosario in particolare.

Vasari: Madonna del rosario

Giorgio Vasari
Madonna e Misteri del Rosario (1570)

MurilloMurillo: Madonna del rosario_Prado
Madonna del Rosario
(Museo del Prado)

Una delle immagini più famose della Madonna del Rosario

Le promesse del Rosario

Il B.Alano de la Roche racconta che in una visione la Madonna ha fatto quindici promesse a vantaggio dei devoti del Rosario:

  1. Coloro che mi avranno servita costantemente recitando il Rosario, riceveranno una grazia particolare.

  2. A tutti coloro che devotamente recitano il mio Salterio, prometto la mia speciale protezione e grandi grazie.

  3. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, cancellerà i vizi, distruggerà il peccato, estirperà le eresie.

  4. Farà rifiorire le virtù e le opere sante, impetrerà alle anime copiosissime misericordie di Dio; distoglierà i cuori dal vano amore del mondo, rivolgendoli all'amore di Dio, e desterà in essi il desiderio dei beni eterni.

  5. L'anima che a me si raccomanderà con il Rosario, non si perderà.

  6. Chiunque avrà devotamente recitato il Rosario con la considerazione dei Misteri, non sarà oppresso da calamità, non proverà l'ira di Dio, non morrà di morte improvvisa; ma sarà convertito, se peccatore, e , se giusto, avrà perseveranza nella grazia, e sarà degnato dell'eterna vita.

  7. I veri devoti del mio Rosario non morranno senza i sacramenti.

  8. Voglio che coloro che recitano fedelmente il mio Rosario abbiano in vita e in morte luce e pienezza di grazie e che, in vita e in morte, prendano parte ai meriti dei Beati.

  9. Libero ogni giorno dal Purgatorio le anime che furono devote del mio Rosario.

  10. I veri miei figli del Rosario godranno di una grande gloria in Paradiso.

  11. Qualunque grazia implorerai con il Rosario, tu l'otterrai.

  12. Correrò in aiuto, in ogni loro necessità, a quelli che propagano il mio Rosario.

  13. Ho impetrato da Gesù, mio Figlio, che gli iscritti alla Confraternita del mio Rosario possano avere, come loro confratelli in vita e in morte, gli Angeli e i Santi.

  14. Quelli che recitano il mio Rosario sono miei figli e fratelli in Gesù Cristo mio Unigenito.

  15. La devozione al mio Rosario è un gran segno di predestinazione.

Michelangelo: Giudizio Universale_dettaglio


Michelangelo
particolare del Giudizio Universale della Cappella Sistina

Due fra i "salvati" vengono sollevati in cielo per mezzo di una corona del Rosario

Murillo: Madonna del rosario_Palazzo Pitti

Murillo
Madonna del Rosario
(Palazzo Pitti, Firenze)

Indulgenze connesse alla recita del Rosario

Le promesse fatte al Beato Alano non sono, ovviamente, oggetto di fede, ci sono però, a livello ufficiale, le indulgenze che la Santa Sede concede ai fedeli che, a determinate condizioni, recitano il Rosario.

A proposito di indulgenza, citando il Codex Iuris Canonici, ricordiamo che:

canone 992

L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, dispensa ed applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi.

canone 993

L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati.

canone 994

Ogni fedele può lucrare per sé stesso o applicare ai defunti a modo di suffragio indulgenze sia parziali sia plenarie.

Ecco dunque le indulgenze generali concesse ai fedeli che recitano il Rosario.

Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che

  • recita devotamente il Rosario in chiesa o in pubblico oratorio, oppure in famiglia, in una comunità religiosa, in una pia associazione e in modo generale quando più fedeli si riuniscono per un fine buono;

  • si unisce devotamente alla recita di questa preghiera, mentre viene fatta dal Sommo Pontefice, e trasmessa per mezzo della televisione o della radio.

Nelle altre circostanze l'indulgenza è parziale.

Per l'indulgenza plenaria annessa alla recita del Rosario sono stabilite questa norme:

  • è sufficiente la recita della sola terza parte; ma le cinque decadi devono recitarsi senza interruzione;

  • alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei Misteri;

  • nella recita pubblica i Misteri devono essere enunciati espressamente; invece in quella privata è sufficiente che il fedele aggiunga alla preghiera vocale la meditazione dei Misteri.

Come per ogni indulgenza plenaria, si richiede inoltre:

  • il distacco affettivo da qualsiasi peccato, anche veniale;

  • il soddisfacimento (anche in giorni diversi ma immediatamente precedenti o seguenti quello in cui viene recitato il Rosario) delle seguenti condizioni: la confessione sacramentale, la partecipazione all'Eucaristia e una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Mancando una di queste condizioni l'indulgenza diventa parziale.


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Da: Gemmaverde Inviato: 10/10/2012 13:59


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