La poesia
La Poesia mi intercala in un inferno solo mio,
da cui un eco mi chiama afferrandomi alla
gola,
ed io non so resistergli, una calamita che
m’incolla,
la mia eucarestia, il mio sincero Pane.
Dannato per il troppo desiderio di scoprire i
segreti che solo io so scovare. Donare agli
altri senza remore, con devozione,
appassionatamente, febbrilmente.
Seduttore di sintesi poetiche, bramo il
rimescolar di note rimate,
consumate, affusolate, mentre attendo a
mani aperte la neve cadere giù.
Erpici che scavano, martellandomi la mente,
mi distruggono la linfa e resto dissanguato,
ma le poesie vivono.
La scrittura poetica è una lucente bellezza
che sconfigge l’oscurità,
riscattando il buio, squarciando la morte che
non copre mai nessuna rima. Impasta il sole
al sale creando un mare di sapori e di saperi,
cambia i venti. Priva di ipocrisia,
è come il fiore del deserto che profuma la
valle
pur non essendoci nessuno ad odorare il suo
immenso aroma.
Umile, come il mare,
che pur sapendo di essere il padrone del
tempo e dello spazio,
dona la sua maestosità e il suo infrangersi
incessante a tutti.
Fa pensare e fa penare,
brucia le parole insensate, che gli uomini, a
fiumi versano senza pesare.
È un canto che in ogni luogo ed ora recita il
rosario della vita.
Senza una ragione, la poesia aggroviglia la
materia,
provocando burrasche di sentimenti;
come il gracidare delle rane che per amore
si sgolano notti intere.
Lo stillare d’una pioggia che batte e leviga i
cuori in tempesta,
addolcisce le ferite, scavate lungo gli argini
del tempo.
Cosa sarebbe il mondo intero senza una
leggera piuma di poesia?
Sterile Madre Terra offende l’uomo che triste
s’incammina su selciati senza sogni, giunge
una poesia e tutto si colora.
Voglio andare là, a riempire il vuoto lasciato
dalla mancanza di poesia, frantumando i tanti
solitari vagabondi,
e portare il canto dove non c’è parola vera.
Bramante