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General: LA STORIA DI ZEN
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: mammaluisella  (Mensaje original) Enviado: 16/11/2012 05:34
 


Un giorno il saggio diede al discepolo un sacco vuoto e un cesto di patate.

“Pensa a tutte le persone che hanno fatto o detto qualcosa contro di te recentemente, specialmente quelle che non riesci a perdonare. Per ciascuna, scrivi il nome su una patata e mettila nel sacco”.

Il discepolo pensò ad alcune persone e rapidamente il suo sacco si riempì di patate.

“Porta con te il sacco, dovunque vai, per una settimana” disse il saggio. “Poi ne parleremo”.

Inizialmente il discepolo non pensò alla cosa. Portare il sacco non era particolarmente gravoso. Ma dopo un pò, divenne sempre più un gravoso fardello. Sembrava che fosse sempre più faticoso portarlo, anche se il suo peso rimaneva invariato.

Dopo qualche giorno, il sacco cominciò a puzzare. Le patate marce emettevano un odore acre. Non era solo faticoso portarlo, era anche sgradevole.

Finalmente la settimana terminò. Il saggio domandò al discepolo: “Nessuna riflessione sulla cosa?”.

“Sì Maestro” rispose il discepolo. “Quando siamo incapaci di perdonare gli altri, portiamo sempre con noi emozioni negative, proprio come queste patate. Questa negatività diventa un fardello per noi, e dopo un pò, peggiora.”

“Sì, questo è esattamente quello che accade quando si coltiva il rancore.

Allora, come possiamo alleviare questo fardello?”.

“Dobbiamo sforzarci di perdonare”.

“Perdonare qualcuno equivale a togliere una patata dal sacco. Quante persone per cui provavi rancore sei capace di perdonare?”

“Ci ho pensato molto, Maestro” disse il discepolo. “Mi è costata molta fatica, ma ho deciso di perdonarli tutti”.

 



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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Nando1 Enviado: 16/11/2012 07:11
 
Perdonare è vincere
 

La parola “perdono” sta a significare che si è ”dono per” qualcuno.

Quel qualcuno può essere un altro o anche se stessi. Capita di sentire “non me lo sono mai perdonato”.

Un saggio ha detto che “nasciamo, cresciamo e moriamo da soli, anche in mezzo a tanta gente”, ma questo essere “soli” significa essere presenti a se stessi, cosa ben diversa dall’essere isolati.

Conosco molte persone che alla base della loro difficoltà a operare un cambiamento positivo nella loro vita, alimentano (più o meno consciamente) una "memoria" relativa ad un conflitto avuto con un loro conoscente, parente o amico che sia. Questa memoria è una carica emozionale che crea conflitti inconsci, sensazioni di senso di colpa o vittimismo o complesso di inferiorità se non di rabbia o paura. Tutte emozioni, che se pur naturali ed in parte necessarie, diventano limitanti, se non comprese e sublimate, se cioè, non si è appresa la “lezione” che l’avvenimento comporta.

Così passano i giorni, i mesi, gli anni, e le emozioni diventano pensieri che diventano convinzioni che diventano carattere e che diventano… destino.

Non solo!

Alcuni di questi conflitti emozionali diventano malattie, così come William James, psicologo che in questo campo ha compiuto più di uno studio,  afferma, indicando che più del 90% delle malattie è di origine psicosomatica e che sono determinate da una di quelle cinque espressioni emozionali sopra espresse, che si traducono in una più grande: la Paura.

I Maestri orientali ci dicono addirittura che ogni male (e malattia) ha sempre all’origine una Paura.



 
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