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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Futuro2012  (Mensaje original) Enviado: 05/12/2012 06:02

Ricetta del Pandoro

Il pandoro è stato, fin dall'Ottocento, la più tipica produzione dolciaria di Verona.
In origine esso aveva il suo antenato nel Nadalin, un dolce a forma di stella, che per tradizione, a fine Ottocento, le famiglie veronesi preparavano a Natale. è probabile che nell'ideazione di questo dolce abbiano messo lo zampino anche i pasticcieri asburgici che al tempo lavoravano nelle pasticcerie più famose di Verona.

Oggi il Pandoro è consumato in tutta Italia ed è diventato, insieme al Panettone, uno dei dolci tipici delle festività natalizie.
Il suo nome, che deriva probabilmente dall'impiego di questo soffice dolce in occasioni importanti, descrive perfettamente il colore della pasta, il giallo oro, conferitogli dalle uova.
La consistenza è soffice e leggera, come la pasta brioche, da cui probabilmente deriva.
Proprio per questo la tecnica di lavorazione del pandoro è lunga: consta di tre fasi di impasto alternate a pause di lievitazione. Perciò armatevi di pazienza se volete preparalo con le vostre mani!

INGREDIENTI:
610 g di farina, 250 g di burro, 175 g di zucchero, 30 g di lievito di birra, 8 uova, 1 limone, 1 dl di panna fresca, un pizzico di vanillina, 50 g di zucchero a velo.

PREPARAZIONE:
Setacciate 75 g di farina in una terrina, unite 10 g di zucchero, il lievito precedentemente sbriciolato, ed un tuorlo. Impastate bene il tutto, aggiungendo due cucchiai di acqua tiepida. Coprite l'impasto con un telo di cotone e lasciatelo lievitare per un paio di ore. Unite 160 g di farina setacciata, 25 g di burro ammorbidito, 90 g di zucchero, 3 tuorli ed impastate. Lasciate lievitare l'impasto per sue ore.

Unite il resto della farina, 40 g di burro, 75 g di zucchero, 1 uovo intero e 3 tuorli. Impastate a lungo e fate lievitare per la terza volta, sempre coperto ed in luogo tiepido, per 2 ore. Lavorate l'impasto ed incorporatevi il resto del burro ammorbidito, la panna, la buccia grattugiata del limone e la vanillina. Impastate fino ad ottenere un composto morbido. Ricavate dalla pasta due palle e disponetele in 2 stampi precedentemente imburrati e fate lievitare in un luogo tiepido finché la pasta arriverà al bordo degli stampi. Fate cuocere per 40 minuti in forno preriscaldato a 190°. Abbassate il calore a 160° a metà cottura. Fate raffreddare e spolverizzate con lo zucchero a velo.




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De: Mariasole Enviado: 05/12/2012 19:48
Storia
 
 
Secondo alcuni le origini della ricetta sono da ricercare in Austria, dove si produceva il cosiddetto "Pane di Vienna", probabilmente derivato, a sua volta, dalla "brioche" francese, d'altra parte però le caratteristiche che accomunano il pandoro e la "brioche" francese fanno pensare ad origini ben più lontane: la fonte più antica risale addirittura al primo secolo dopo Cristo, ai tempi di Plinio il Vecchio, che nei suoi scritti minori cita un panettiere di nome Vergilius Stefanus Senex che preparò un "panis" con fiori di farina, burro e olio.
 
Secondo altri, invece, potrebbe derivare dal "pane de oro" che veniva servito sulle tavole dei più ricchi veneziani.
 
La sua nascita risale al 1800, come evoluzione del "Nadalin", dolce veronese. Il 14 ottobre 1894 Domenico Melegatti, fondatore dell'omonima industria dolciaria, depositò all'ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell'artista Angelo Dall'Oca Bianca, pittore impressionista.
 
Come viene servito 
 
Il pandoro tradizionale non viene guarnito internamente con creme o canditi (come il panettone).
 
Con il tempo le case produttrici hanno cercato di differenziare la propria offerta inventando o riutilizzando particolari ricette, ed è oggi possibile quindi gustare il pandoro in diverse versioni, farcito con crema pasticcera o ricoperto da uno strato di cioccolato, ecc.
 
è consigliabile riscaldarlo prima di consumarlo.
 
Sovente il pandoro viene venduto in scatole di cartone con lo zucchero a velo in un sacchettino a parte che gli acquirenti dovranno versare sul dolce personalmente al momento dell'apertura (questo anche per evitare che lo zucchero a velo con un contatto prolungato con il dolce durante il periodo di confezionamento perda le sue caratteristiche). Trattandosi di un dolce già piuttosto zuccherato, in molti, però, non ne fanno uso.


 
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