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De: molly59 (Mensaje original) |
Enviado: 06/12/2012 13:39 |
E' accaduto nella compagnia aerea TAM. Una donna bianca di 50 anni qualcosa si è accomodata al suo posto in aereo e ha visto che il passeggero accanto a lei era un uomo nero. Visibilmente furiosa, chiamò la
hostess. "Qual è il problema, Signora?" Le chiese la hostess. "Non lo vedi?" Disse la Signora - "Mi è stato dato un posto accanto ad un uomo nero, non posso sedere a fianco a lui! Devi cambiarmi il posto!". "Per favore, si calmi.." - Disse l'hostess. "Purtroppo, tutti i posti a sedere sono occupati, ma possiamo verificare se ce ne sono ancora alcuni". La hostess verifico' e poi ritornò dalla Signora. "Signora, come vi ho detto, non c'è alcun posto vuoto in questa classe, in economy. Ma ho parlato con il comandante e mi ha confermato che non ci sono posti vuoti in classe economica. Abbiamo solo posti in prima classe." E prima che la Signora dicesse qualcosa, la hostess continuò: "Guarda, è insolito per la nostra azienda consentire ad un passeggero di cambiare la classe economy con la prima classe. Tuttavia, date le circostanze, il comandante pensa che sarebbe uno scandalo far viaggiare un passeggero seduto accanto ad una persona sgradevole" E rivolgendosi al nero, la hostess disse: "Il che significa, Signore, se lei vuole, può prendere i suoi bagagli, vi abbiamo riservato un posto in prima classe..." E tutti i passeggeri vicini, scioccati dall'aver visto questo comportamento da parte della Signora, hanno iniziato ad applaudire, alcuni anche in piedi".
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Il razzismo consiste nel manifestare diffidenza e disprezzo per chi ha caratteristiche fisiche e culturali diverse da noi. E il razzista è colui che manifesta il razzismo. Ma se ci si ferma a questa semplice definizione non si può comprendere davvero la gravità di questo fenomeno e non ci si rende conto che il nostro comportamento può nascondere il razzismo. Il razzista è principalmente qualcuno che soffre di un complesso di inferiorità o superiorità, cioè qualcuno che si ritiene inferiore o superiore basandosi su diversità fisiche e soprattutto culturali. Il razzista detesta tutto quello che è diverso da lui, e soprattutto ne ha paura. E’ ossessionato dalla sua sicurezza e questo lo porta a diventare aggressivo. E’ aggressivo contro chiunque non abbia le sue stesse piccole abitudini, non condivida le sue stesse opinioni, non abbia il suo colore di pelle o i suoi vestiti (in un mondo consumista come il nostro non c’è più differenza). Il razzista cerca di nascondere questa sua aggressività trovando scusanti di comodo e credendo di basarsi su prove scientifiche affatto fondate; non ammetterebbe mai la sua paura e si ama a tal punto da non avere più spazio per gli altri. E’ egoista e diffida di tutto, del diverso, come facevano gli antichi Romani, con un’unica grande differenza: il razzista segue i pregiudizi, non si sforza di conoscere di prima persona, fondamentalmente perché ignorante. Egli, infatti, generalizza partendo da un singolo caso, e non sa ridere intelligentemente: quando ride lo fa per dimostrare la sua superiorità e per disprezzare gli altri, non conosce affatto l’autoironia. Il razzista, nella sua ignoranza, è bugiardo e generalizzando predica la malafede, cercando di convincere a eliminare lo straniero. Non ha il coraggio di ammettere i propri errori, e tanto meno, di mettere in discussione le proprie idee; resta cristallizzato, immobile, in convinzioni senza fondamento. Un’altra cosa di cui il razzista ha paura è la libertà, ammette solo la propria, che gli permette di escludere quella altrui, di invadere spazi che non gi spettano, di disprezzare, di insultare. Il razzista è, dunque, pericolo e vittima. Il razzista è bestiale. Purtroppo, come tristemente noto, nel passato il razzismo ha raggiunto vette di potere non da poco. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il nazismo e il fascismo ebbero lo scopo di sterminare ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici, ecc., solo perché “diversi” da uno standard scientificamente infondato, predicato come l’unico legittimamente accettabile. La colonizzazione di fine Ottocento e del Novecento si può pensare come diretta manifestazione del razzismo nei confronti dei popoli occupati, per cui lottò Gandhi, su tutti, con la non-violenza: uomo di forte spiritualità, donò, con la sua vita, la libertà al suo popolo e insegnamenti validi in tutti i tempi e i Paesi. Anche nel Sudafrica e negli Stati meridionali degli U.S.A. fu praticata una forte discriminazione razziale, perfino durante le attività quotidiane più basilari, dividendo bianchi e neri, all’interno degli autobus, nei ristoranti, in chiesa, nei bagni; inoltre non vanno certo dimenticate le torture e i crimini compiuti dai membri del Ku Klux Klan, ai danni dei cittadini di colore degli stati del Sud degli Stati Uniti. Contro queste scelte, questi comportamenti lottarono Martin Luther King e Nelson Mandela, uomini coraggiosi, di giustizia e pace. Per difendersi dal fenomeno razziale è importante conoscerlo e tenere sempre presente che nessuno nasce razzista, ma che tutti possono diventarlo. E’ importante educare i bambini correttamente e far sapere loro che si può diventare razzisti più facilmente di quanto si creda. Bisogna innanzitutto imparare a conoscersi e a condividere le felicità e le tristezze con gli altri per capire in prima persona che non siamo poi tanto diversi. E poi bisogna imparare a controllare gli istinti, le pulsioni che usa il razzista, nella sua bestialità, e sostituirle con il ragionamento e l’educazione, fondandosi sul fatto che ognuno di noi è straniero per qualcun altro, perciò perché ritenersi superiori e avere paura del diverso? In fondo il razzismo non ha basi scientifiche e poi la particolarità dell’uomo è proprio la sua diversità e la sua propria identità, che lo distingue da tutti gli altri. Non bisogna avere paura di dubitare, di rimettersi in discussione, di ammettere i propri errori; non bisogna avere paura di avere coraggio, perché il razzista è proprio colui che è vigliacco. Altro importantissimo punto contro il razzismo è imparare a ridere di sé stessi. Imparare a scherzare senza prendersi sul serio, a saper mettere in luce anche i propri difetti, ridendone. Non bisogna avere paura degli altri perché il miscuglio delle genti è arricchimento e non peccato, così come lo è viaggiare e conoscere nuove culture, lontane e impensate. Essenziale è anche sfuggire dal fanatismo religioso, incubo che torna anche in ogni tempo, anche nelle società più ciniche e tecnologiche. Il fanatico si crede ispirato dal suo dio, crede di possedere la Verità e di doverla imporre sugli altri. Non si rende conto che tutte l e religioni predicano un valore comune, la pace, e non si rende conto che il suo vero inferno è proprio il razzismo. Ciascuno di noi ha praticato e pratica piccoli gesti razzisti nel quotidiano, a volte senza nemmeno pensarci; è importante riconoscerli e sforzarci di allontanarci da essi, di eliminare i pregiudizi, di non avere paura ad ammettere le proprie difficoltà e i propri errori. Il primo passo verso la libertà, quella più vera e intima, è iniziare ad avere fiducia nell’altro, nel “diverso”, perché se noi abbiamo paura dello straniero e non lo consideriamo nostro pari, come può lui non avere a sua volta paura di noi, e rispettarci?
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