La cottura del cibo in questi forni è dovuta all’effetto delle microonde che riscaldano.
In questi forni è presente un dispositivo, il magnetron, che genera un campo elettromagnetico variabile che dà origine alla radiazione a microonde.
In pratica le microonde sono in grado di far aumentare i movimenti oscillatori delle molecole che hanno una polarizzazione, nei cibi prima fra tutti l’acqua, poi i lipidi, le proteine e gli zuccheri. Aumentando i movimenti, o meglio l’energia cinetica, delle molecole, il prodotto si riscalda.
Per quanto riguarda i cibi, quindi, il meccanismo principale del microonde è quello di scaldare l’acqua che ne costituisce di solito una delle componenti principali, cuocendoli.
Che le microonde potessero cuocere i cibi è stato scoperto per caso da Percy Spencer, impiegato di una ditta che produceva magnetron per i radar. Lavorando con un radar acceso vide che la barretta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta.
Fece alcune prove con altri cibi (fra cui il mais per popcorn) e capì il meccanismo.
La sua ditta, la Raytheon, ottenne il brevetto nel 1947 con il primo forno, il “Radarange”; era grosso e pesante, molto costoso e con una bassa potenza.
Riscosse comunque un discreto successo, tanto che molte altre ditte presero a costruirli (la Litton per esempio) e negli anni settanta si riuscì a sviluppare la tecnologia in modo da avere un prodotto più piccolo, potente, con un microprocessore e un prezzo abbordabile per le famiglie.