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De: Nando1 (Mensaje original) |
Enviado: 16/12/2012 08:46 |
LA FAVOLA DI NATALE
Era la notte di Natale. Nella calma ovattata della foresta, la neve scendeva
copiosa e rendeva ancora più silenzioso il silenzio. Nella baita, la calda
luce del camino, disegnava sul muro strane forme e nel lettino, sotto una calda
coperta, Luca ascoltava la favola di Natale che il nonno gli stava
raccontando: ” Vedi Luca, devi sapere che le stelle non sono nate senza un
motivo. Tantissimi anni fa, in una notte come questa, un bambino più o meno
della tua età, guardava fuori dalla finestra. Era una notte buia e silenziosa e
il cielo era nero e scuro, non c’era neanche la luna, perché non esisteva. Quel
bambino si sentiva solo, ma tanto solo, così solo che espresse un desiderio con
una tale forza che si alzò un forte vento e tantissimi dei fiocchi di neve che
scendevano, come in questo momento, volarono nel cielo, riempendolo di puntini
bianchi e la luna comparve per la prima volta nella sua storia per proteggerli.
Da quel momento tutti gli uomini guardarono le stelle quando volevano esprimere
un desiderio. Tornando a quel bambino, pochi minuti dopo la comparsa delle
stelle, sentì grattare alla sua porta, la aprì e vide davanti all’uscio una
cesta e nella cesta, un cagnolino infreddolito che lo fissava con i suoi
occhioni. Da quel momento quel bambino non si sentì mai più solo, neanche per un
istante”. Il nonno fissò Luca per vedere se si era addormentato, il bambino
invece era attento e lo fissava a sua volta. Distolse lo sguardo e lo rivolse
alla finestra. La neve scendeva sempre più fitta. Luca guardò ancora il
nonno: ” Anch’io nonno ho il mio desiderio. Vorrei che ogni anno della mia
vita, in questa notte, tu mi racconti una fiaba!”. Il nonno sorrise
intenerito e una lacrima spuntò nei suoi occhi. Luca era in piedi davanti
alla finestra del suo appartamento. Era la notte di Natale. I suoi figli alle
sue spalle, stavano aprendo i pacchi con una gran foga. Luca fissava tra i
fiocchi di neve e il suo pensiero vagava nella folla dei suoi ricordi, quando il
suo sguardo cadde sulla strada, dove alla luce bianca di un lampione, un vecchio
mendicante stava controllando nella spazzatura: forse sarebbe riuscito a trovare
la sua cena?! Come se sentisse lo sguardo di Luca addosso, si voltò verso di
lui e sorrise, Luca ricambiò il sorriso, senza rendersi conto del perché. In
quell’istante si sentì tirare la stoffa dei pantaloni: ” Papà, papà guarda
che bello il mio garage nuovo!”. Luca accarezzò la testa di suo figlio e
ritornò con lo sguardo alla strada ma anche se erano passati solo pochi secondi,
il mendicante era scomparso….fu in quell’istante che la favola più bella che
aveva mai sentito comparve nella sua mente.
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De: Nando1 |
Enviado: 16/12/2012 08:55 |
Fiaba nel bosco
Tanto tempo fa, sulla terra non vi erano troppe differenze tra le piante, se non quelle relative al tempo.Le piante che erano nate prima,e quindi più adulte, chiacchieravano tra di loro, e le nuove si guardavano intorno incuriosite. La Novità, una particolare fata delle piante, già da tempo girava irrequieta tra la flora, senza riuscire a capire il perché di quel nervosismo. La fata percepiva che stavano cambiando le cose, e non sarebbe stata proprio lei a tirarsi indietro di fronte a quel cambiamento.
Nei giorni seguenti, la forza del vento aumentò gradualmente, sempre di più. Tanto aumentò che le piante più piccole, più delicate cercarono riparo tra quelle più adulte.Ci fu una grande migrazione,con le giovani piante che si divertivano da morire, rincorrendosi e girando intorno alle piante più adulte. A tutta quella festa alcune piante adulte reagirono bene, riscoprendosi anche loro "bambine" e partecipando alla gioia, altre, prima pian piano, poi sempre più manifestamente, cominciarono a dare segni di fastidio. Cominciò cosi' un'animata discussione sull'argomento, che portò le grandi piante a dividersi in due settori di opinione: quelle che amavano la gioia delle giovani piante e quelle che ne erano infastidite.
Il vento,che ascoltava senza esser visto,comprese l'origine della contesa, e decise che occorreva far rinascere nelle ultime qualcosa che si era perduto. Soffiò con sempre maggiore forza, sino a creare nelle piante una sorta di sonnolenza, di dormiveglia, quello che in seguito sarà chiamato il letargo. Al risveglio,le piante sentirono,con la percezione propria di ognuna, che qualcosa in loro era cambiato.
I giorni passavano, mentre il cambiamento prendeva piede, con grande gioia della nostra fatina, e diventava parte dell'esistenza; il clima divenne più fresco, infine più freddo, ed alcune piante,in particolare quelle che erano rimaste infastidite dalle grida delle piante più giovani, cominciarono a sentirsi vecchie, ad addormentarsi e perdere le foglie, mentre le altre rimanevano verdi, in virtù della loro propensione alla vita.
Fu così che nacquero le piante che perdevano le foglie nel periodo freddo, per poi rinascere con i tepori di quella che verrà chiamata la primavera. In questo modo,quelle piante che, tutte prese da se stesse, avevano dimenticato la bellezza di tornare bambine, lo avrebbero ricordato in continuazione: ogni anno avrebbero ricoperto il terreno dei gioiosi colori del tempo, per poi riassaporare il vigore della gioventù con l'inizio della nuova stagione.
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