Iniziamo questo nuovo anno afferrando saldamente
la mano del nostro Padre celeste.
Esiste qualcosa che è più deplorevole del freddo
del buio e miserabile ateismo: inginocchiarsi, invocare
il Padre, e poi rialzarsi per condurre una vita da orfani.
Dichiarare: “Io credo in Dio Padre onnipotente”,
per poi andarsene tremanti. Affermare con la lingua:
“Credo nell’amore di Dio”, per poi essere convinti che,
di fatto, Egli abita una “luce inaccessibile”.
Credo alla potenza di Dio, ma essa rimane per me soltanto
un concetto spirituale. Credo alla provvidenza del Signore,
ma la limito ai santi delle Scritture. Credo che l’Eterno
ha regnato in un tempo remoto con il quale non abbiamo
più nulla a che fare. Questo è più oltraggioso, per il nostro
Padre celeste, più nocivo, per il mondo, e più ingannevole,
per noi stessi, del non avere alcun Dio.
Aspiriamo ad una fede grande! Cerchiamo
Dio con tutto il cuore! Chiediamo sapendo di ricevere!
Stai pur sicuro che il Suo amore, la Sua potenza e la
Sua sapienza sono all’opera, nella nostra casa e sul posto
di lavoro, in questa nazione e nel mondo intero.
“Il Suo regno signoreggia su tutto”
(Salmo 103:19): sulla Chiesa, sui figli e su tutta la famiglia:
sulla giornata lavorativa e sugli impegni della domenica:
anche sullo stipendio. Sii certo nel tuo cuore della
più grande e semplice verità: “Il mio Dio mi verrà
incontro con la sua bontà”. Queste parole hanno qualche
significato per noi, o le prendiamo alla leggera, considerandole
unicamente un’espressione poetica?
“Egli ti coprirà con le sue penne, e sotto le sue ali troverai rifugio..
.” (Salmo 91:4). Si tratta di una dolce realtà. Sotto le Sue penne:
quale assoluta protezione! Che intimità e sicurezza!
Pensi che si tratti soltanto di una metafora che non
deve essere forzata? Gesù vede la tua preoccupazione,
come tu sia aggravato e tremante, come tu sprechi tempo
ed energie a soffermarti sulle tue difficoltà, sprofondando
nella tua debolezza. Il Suo tenero e immenso amore
desidera avvolgerti “come la gallina raccoglie
i suoi pulcini sotto le ali”
(Matteo 23:37).
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