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De: rom* (Mensaje original) |
Enviado: 07/01/2013 08:45 |
C'è una cattedrale con magnifiche vetrate. Una di esse in particolare attira l'attenzione per la sua singolare bellezza e i giochi di luce. Ecco la sua storia.
Durante la costruzione della cattedrale, il Maestro e gli artigiani più bravi lavoravano in laboratori allestiti all'interno del cantiere.
Un mattino, al Maestro si presentò un giovane forestiero che portava alla cintura gli arnesi da artigiano.
«Ho già gli operai e gli scultori che mi servono», disse il Maestro e indicò sgarbatamente la porta d'uscita allo straniero.
«Non chiedo di lavorare le pietre», disse lo sconosciuto. «Mi piacerebbe soltanto realizzare una vetrata, come prova, senza alcun impegno o spesa da parte vostra».
Il Maestro accettò e concesse al giovane una vecchia baracca inutilizzata accanto alla discarica del cantiere.
Nei mesi seguenti, nessuno gli badò. Il giovane lavorava nella sua baracca, silenzioso e alacre.
E venne il giorno in cui portò fuori la sua opera segreta. Era una vetrata di incredibile splendore, con colori luminosi, come nessuno aveva mai visto prima. Senza dubbio, più incantevole di tutte le altre vetrate della cattedrale.
La fama della stupenda vetrata si sparse e cominciò ad arrivare gente da vicino e da lontano per ammirarla.
«Dove hai preso tutti questi meravigliosi pezzi di vetro così brillanti e luminosi?», chiedevano sorpresi ed eccitati allo stesso tempo i maestri artigiani.
E lo straniero rispose: «Oh, ho trovato frammenti qua e là, dove lavoravano gli operai. Questa vetrata è fatta con i pezzi scartati da altri come inutili».
Dio, per fare grandi cose, sceglie sempre tra coloro che sono considerati dal mondo come "scarti inutili "...
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GESù è LA PIETRA SCARTATA DAI COSTRUTTORI”
“Scartare” è una delle operazioni che ogni tanto ci ritroviamo a compiere nella nostra vita quotidiana: scartare i vestiti che non vanno più, scartare del cibo ormai scaduto, scartare degli oggetti che avevamo tenuto perché potevano servire, ma ormai sono anni che stanno in quell’armadio o in cantina, scartare…. come dire: “non mi serve più, si può buttare, è di scarto….”. Diverso è quando si tratta non di qualcosa ma di qualcuno che, per qualche motivo viene scartato, messo da parte. Oggi purtroppo capita sempre più spesso, ad esempio nel mondo del lavoro: dopo anni ci si sente dire: “cercati un altro posto, non ci servi più….”; oppure per una casa o un lavoro: “tu sei straniero e noi vogliamo un italiano….”. Persone scartate, a cui si dice in fondo: “sei di scarto, sei inutile, non sei quello che volevo…..”. Se mai è capitata a noi una cosa del genere, ce ne ricordiamo sicuramente, perché fa soffrire, fa sentire inutili, rifiutati… A volte capita anche di sentire che qualche grande personaggio, uno scrittore o un cantante, all’inizio della loro carriera siano stati “scartati”, cioè qualcuno li ha giudicati inadatti per qualcosa che poi hanno dimostrato di saper fare molto bene. Siamo tutti molto bravi a scartare, a giudicare altri; molto più difficile è accettare di “essere scartati”, messi da parte, giudicati inutili o incapaci. Ma siamo in buona compagnia, perché anche a Gesù è capitata la stessa cosa: coloro che si ritenevano capaci di capire e valutare tutto e tutti, i capi e i sacerdoti del tempo, i “costruttori” lo hanno scartato, non lo hanno riconosciuto come la “pietra fondamentale” dell’edificio che Dio voleva costruire. Ma nel suo caso scartare ha voluto dire “eliminare”, condannare a morte, ad una morte terribile in croce...
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