La notte mi par d’oro più di ogni sole al mondo, sogno allora una bella donna dal capo biondo.
Sogno le dolci cose, che il tuo sguardo annunciava, remoto paradiso di canti risuonava.
Guarda a lungo la notte e una nube veloce- per dire cos’ hai fatto di me, non ho la voce.
Hermann Hesse
Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro per le tue pene. Ti amerò come le praterie amano la primavera, e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come la valle canta l’eco delle campane; ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde.
Kahlil Gibran
Canzone
Che giorno siamo noi Noi siamo tutti i giorni Amica mia Noi siamo tutta la vita Amore mio Noi ci amiamo e noi viviamo Noi viviamo e noi ci amiamo E noi non sappiamo che cosa è la vita E noi non sappiamo che cosa è il giorno E noi non sappiamo che cosa è l’amore
La possessivita' finisce sempre col distuggere cio' che si propone di proteggere......
Diceva Kahlil Gibran: Tenetevi uni accanto agli altri, ma non troppo vicini,cosi' come le colonne del tempio si ergono a distanza, come il cipresso e la quercia non crescono l'uno all'ombra dell'altro.
Il possesso non e' stato mai gratificante per nessuno...
e penso anch'io che sono importanti gli "spazi"......,in
Valentino Il nome Valentinus, diffuso nella Roma antica, derivava dal participio presente del verbo valens, valentis che significava "in buona salute", quindi il chiamare un bimbo in questo modo equivaleva all'augurio di godere di ottima salute, di crescere sano e forte.