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De: Ver@ (Mensaje original) |
Enviado: 30/03/2013 20:24 |
SABATO SANTO
Il Sabato Santo è il giorno liturgico in cui il culto cristiano celebra il Signore Gesù Cristo nel mistero della sua discesa agli inferi.
La data del Sabato santo è mobile in quanto collegata con la data della Pasqua. Inoltre, essendo la Pasqua celebrata in giorni diversi nella Chiesa cattolica e nella Chiesa ortodossa, la data solitamente non coincide nelle varie tradizioni ecclesiastiche
La discesa agli inferi
Gesù Cristo, dopo che il suo corpo tolto dalla croce su cui è morto il Venerdì Santo e deposto nel sepolcro viene preservato dalla corruzione grazie alla virtù divina, discende agli inferi con la sua divinità e con la sua anima umana, ma non con il suo corpo. Secondo certe tradizioni cristiane resta negli inferi per un tempo corrispondente a circa quaranta ore compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, libera le anime dei giusti morti prima di lui e apre loro le porte del Paradiso. Compiuta tale missione, la divinità e l'anima di Gesù si ricongiungono al Corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della resurrezione, centro della fede di tutti i Cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua
Nella Chiesa cattolica
Il Sabato Santo è il terzo giorno del Triduo Pasquale: è un giorno di silenzio e, pur se un senso di lutto pervade tutta l'area del tempio, esso è incentrato sull'attesa dell'annuncio della Risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale, che non fa parte di tale giorno e che si svolge nella notte tra questo sabato e la domenica successiva. La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l'astinenza dalla carne anche per tutto il Sabato Santo, tuttavia non ne fa un obbligo per i fedeli.
In tale giorno, come nel Venerdì Santo, la Chiesa cattolica non offre il sacrificio della Messa ma a differenza del Venerdì Santo la comunione può essere distribuita solo come viatico. Per questa ragione, il Sabato Santo è detto "aliturgico", da intendersi non nel senso che è l'unico giorno dell'anno senza alcuna liturgia (in quanto in esso è prevista la celebrazione della liturgia delle ore), ma nel senso che in esso non si celebra la messa, celebrazione che una volta veniva indicata con il termine liturgia. L'Eucarestia non è conservata normalmente nel Tabernacolo, che quindi è spalancato e senza conopeo, ma viene normalmente conservata in altro luogo adatto, come la sacrestia, anche se in qualche posto continua ad essere conservata nell'altare della reposizione. Le luci e tutte le candele sono spente. Gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti: tovaglia e copritovaglia. In molte chiese rimane esposta la Croce servita per l'adorazione nel Venerdì Santo.
Nella Liturgia delle Ore secondo il rito romano, questo giorno è l'unico sabato in cui si recitano i Vespri e la Compieta del giorno, e non i primi Vespri e la Compieta dopo i primi Vespri della domenica successiva. Nel Sabato Santo viene anche consigliata la devozione delle Quarantore.
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De: Ver@ |
Enviado: 30/03/2013 20:24 |
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De: Ver@ |
Enviado: 30/03/2013 20:29 |
Un videomessaggio di Papa Francesco per l’ostensione in tv della Sindone
Un Sabato Santo eccezionale per l’Arcidiocesi di Torino e per tutta la Chiesa. Gli occhi sulla Sindone, in un’Ostensione televisiva che la porterà in ogni casa, nel mondo intero. Simbolo di dolore ma anche di speranza, di morte ma anche di Risurrezione. “La Sindone, icona del Sabato Santo”, ha scritto l’Arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia nel messaggio di Pasqua, “non ci rivela solo il soffrire di Cristo, ma anche la sua fede nell’amore potente del Padre che lo fa risorgere da morte”.
L’Ostensione di sabato nel pomeriggio su Raiuno, nella trasmissione “A sua immagine” (tra le 17,10 e le 18,40), “evento di forte impatto mediatico mondiale”, avrà uno spettatore d’eccezione, il papa Francesco, che farà sentire la sua voce con un video-messaggio. “La sua elezione – dice Nosiglia – è come un raggio di sole che ha squarciato le tenebre della sfiducia e dell’abbattimento di molti cuori”. Il nuovo Papa ha messo al centro “la necessità di professare la nostra fede in Gesù Cristo, accogliendone la croce quale fonte di salvezza e di amore che dona se stesso, soprattutto per le persone più povere, sole e malate”.
A vedere la Sindone dal vivo, faccia a faccia, nel Duomo di Torino ci saranno altri spettatori eccezionali, come spiega l’Arcivescovo: “Molti malati e sofferenti, disabili e persone in difficoltà, che portano nel proprio corpo i segni della Passione del Signore, ma la vivono con fede e abbandono alla sua volontà, offrendo come Gesù sulla croce il proprio sacrificio nella testimonianza dell’amore che si dona”. Il dolore che parla al dolore. Nella certezza che Cristo ha vinto il dolore e la morte, una volta per tutte. E, “se Cristo ha vinto la morte” – secondo mons. Nosiglia – è possibile vivere da salvati, facendo “della vita un dono di preghiera e di amore a Dio rinunciando ai beni terreni, alla propria realizzazione personale, agli affetti più cari e scegliere la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata per sempre”; oppure vivere il matrimonio “rinunciando alla tentazione del disimpegno”; e ancora “lottare contro ogni forma di ingiustizia nel mondo del lavoro, mettendo al primo posto le persone, invece del consumismo sfrenato”; e operare per la pace e la giustizia.
Per l’Arcivescovo di Torino la Sindone ci mostra “non solo il buio del sepolcro, ma anche la luce della risurrezione, non solo la disperazione di chi si sente solo con il proprio dramma, ma anche la fiducia e la speranza di vittoria che Dio assicura a chiunque si fida di Lui e della potenza della Pasqua del suo Figlio Gesù”.
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De: Ver@ |
Enviado: 31/03/2013 11:10 |
SABATO SANTO, IL GIORNO DEL SILENZIO
Il Sabato Santo, incastonato tra il dolore della Croce e la gioia della Pasqua, si colloca al centro della nostra fede. è un giorno denso di sofferenza, di attesa e di speranza; segnato da un profondo silenzio.
I discepoli hanno ancora nel cuore le immagini dolorose della morte di Gesù che segna la fine dei loro sogni messianici. In quel giorno sperimentano il silenzio di Dio, la pesantezza della sua apparente sconfitta, la disperazione dovuta all’assenza del Maestro prigioniero della morte.
C’è stato, a partire dalla cena pasquale, un succedersi vorticoso di fatti imprevedibili, che li ha sorpresi e ammutoliti. Le anticipazioni sulla sua passione più volte fatte da Gesù, i segni rassicuranti e miracolosi che le avevano sostenute, l’amore mostrato nell’Ultima Cena... tutto, in questo giorno, sembra svanito.
I discepoli hanno l’impressione che Dio sia divenuto muto e che non suggerisca più linee interpretative della storia.
A ciò si aggiunge la vergogna d’essere fuggiti e d’aver rinnegato il Signore: si sentono traditori, incapaci di far fronte al presente e senza prospettiva di futuro, non vedono come uscire da una situazione di crollo delle illusioni, mancando ancora quei segni che incominceranno a scuoterli a partire dal mattino della Domenica con il racconto del sepolcro vuoto e le apparizioni del Risorto.
Tuttavia, i discepoli, proprio attraverso la porta del Sabato Santo, ci aiutano a riflettere sul senso del nostro tempo e a leggere il passaggio dei nostri giorni, riconoscendo nel loro disorientamento, le nostalgie e le paure che caratterizzano la nostra vita di credenti nello scenario che s’appresta all’inizio di questo millennio.
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