Insieme ad echi di mille sospiri, d’amor plasmati,
elevo a te il mio canto o bianca signora, delle notti regina,
pallida vestale che adorna l’altare del sentimento,
musa sei, che dolce è l’ispirar l’anime sognanti.
Oh dea delle notti idiliache,
romantica custode della confidenza del cuore,
dei tuoi nivei raggi avvolgimi,
e di coraggio, l’inatteso ardore, illumina.
Che ogni coincidenza sia messaggio di Santa provenienza,
oh immacolata acquisiscenza, del saggio esperto e della folle profana,
nel velo tuo di misteri incandescenti,
accendermi vorrei, per poi soffocare,
ed il volto della svelata quintessenza, d’amore accarezzare.
Cerco nel tuo splendore, la chiave per interpretare le stelle,
il punto d’incontro fantastico dove l’arcano diviene sapienza,
e l’infinito mostra finalmente l’ultimo orizzonte,
irradiato da impensati bagliori, figli della genesi,
immane potenza che illumina fin il più piccolo pensiero d’amore.
Nel tuo riverberare mediterraneo,
l’amoroso mio distante, io celebro e canto,
quando ispirazione e incanto vibrano all’unisono,
e nella soave armonia, dei febbrili batticuori,
all’infinito la mia piuma scrive,
mentre acclamo il maestoso tuo spettacolo,
piangendo rime di dolore per un Romeo lontano.
Della mia malinconia, oh immensa, non dire, ti prego non tradirmi,
svanire potrebbe, ed io svenire.
Fa che tu sia, per il mio anelito d’amore, dolce rimando,
un sussurrare al suo cuore, parole che san coltivare il sentimento,
e che, come un triste Cirano,
celato dalla chioma di gentili zagare, innalzerò,
per essere da te nutrite con il sommo tuo poema,
divina sintesi degli amori di ogni tempo.
Vai, vai, leggiadra lucentezza, vai prima che arrivi l’alba.
Polvere di me, che l’adorabile suo dormire addolciranno,
e nel suo delicato sognare, il cielo in una stanza, vedere faranno,
promettimi di portar con te.
Fremente, attendo il prossimo appuntamento,
ed il volto di Romeo, di nuovo poter sfiorare.
dal web