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General: il mio canto è una preghiera
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: rom*  (Mensaje original) Enviado: 18/04/2013 15:56

Fiaba dal Nepal

IL MIO CANTO E’ UNA PREGHIERA

C’era una volta un re molto sensibile, che amava la natura. Una sera sentì un canto

melodioso. Subito uscì dal suo palazzo, ma non vide nessuno. Non dormì tutta la notte,

pensando a chi poteva essere. La mattina dopo ecco ancora una volta lo stesso suono, dolce

come la prima volta. Ma anche questa volta non riuscì a scoprire da dove venisse. Fece

cercare dovunque, ma invano.

Un giorno radunò i suoi consiglieri e disse:

- Chi mi porterà l’uccello che canta così dolcemente avrà un premio!

Tutti si misero a cercare. Alcuni soldati si fermarono vicino ad un pozzo e un rospo, che

passava di lì chiese: - Che state cercando?

- Stiamo cercando uno che canta una dolce melodia tutti i giorni, all’alba e al tramonto. Lo

conosci per caso?- Ma certo- rispose- sono io!

I soldati, felici della scoperta, presero il rospo e lo portarono a corte. Il re disse:

- Mi è stato detto che canti dall’alba al tramonto. Sarebbe un onore per me sentirti cantare

adesso.

Il rospo si sentì lusingato da tanto rispetto e si mise a cantare, anzi a gracidare. Alla fine del

canto il re gli disse: - Grazie per la tua cortesia, ma non è la tua voce che ho sentito.

Fu portato al re un corvo, ma quando lo sentì gracchiare disse: - Non è lui!

Un giorno dei ragazzi chiesero ad un merlo: - Chi è che canta una canzone tanto melodiosa

tutti i giorni dall’alba al tramonto?

Il merlo rispose semplicemente: - Sono io!

I ragazzi scoppiarono a ridere, perché era la stessa risposta data dagli altri. Ma l’uccello

insisté: - E’ la mia voce! Avvertite il re di aspettarmi domani all’alba sul suo balcone. Mi

troverà posato sul ramo di un albero!

La mattina seguente, prima che sorgesse l’alba, il re era là, sul balcone.

Subito udì il merlo intonare il suo canto: una melodia divina!

Finito il canto, il merlo si posò sulla mano del sovrano e chiese:

- Perché piangi così?

- E’ la tua canzone: è bellissima! Che cosa cantavi?

- Il mio canto è una preghiera! E’ un modo di ringraziare Dio, Creatore del mondo, per

avermi dato la vita. Io sono piccolo e posso dargli una mano per risolvere i suoi problemi. E

ne ha tanti! Però nessuno può impedirmi di ringraziarlo per ciò che mi ha dato!

 


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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Lelina Enviado: 18/04/2013 17:25
Insieme ad echi di mille sospiri, d’amor plasmati,
 
elevo a te il mio canto o bianca signora, delle notti regina,
 
pallida vestale che adorna l’altare del sentimento,
 
musa sei, che dolce è l’ispirar l’anime sognanti.
 
 
 
Oh dea delle notti idiliache,
 
romantica custode della confidenza del cuore,
 
dei tuoi nivei raggi avvolgimi,
 
e di coraggio, l’inatteso ardore, illumina.
 
Che ogni coincidenza sia messaggio di Santa provenienza,
 
oh immacolata acquisiscenza, del saggio esperto e della folle profana,
 
nel velo tuo di misteri incandescenti, 

accendermi vorrei, per poi soffocare,
 
ed il volto della svelata quintessenza, d’amore accarezzare.
 
 
 
Cerco nel tuo splendore, la chiave per interpretare le stelle,
 
il punto d’incontro fantastico dove l’arcano diviene sapienza,
 
e l’infinito mostra finalmente l’ultimo orizzonte,
 
irradiato da impensati bagliori, figli della genesi,
 
immane potenza che illumina fin il più piccolo pensiero d’amore.
 
 
 
Nel tuo riverberare mediterraneo,
 
l’amoroso mio distante, io celebro e canto,
 
quando ispirazione e incanto vibrano all’unisono,
 
e nella soave armonia, dei febbrili batticuori,
 
all’infinito la mia piuma scrive, 

mentre acclamo il maestoso tuo spettacolo,
 
piangendo rime di dolore per un Romeo lontano.
 
Della mia malinconia, oh immensa, non dire, ti prego non tradirmi,
 
svanire potrebbe, ed io svenire.
 
 
 
Fa che tu sia, per il mio anelito d’amore, dolce rimando,
 
un sussurrare al suo cuore, parole che san coltivare il sentimento,
 
e che, come un triste Cirano, 

celato dalla chioma di gentili zagare, innalzerò,
 
per essere da te nutrite con il sommo tuo poema,
 
divina sintesi degli amori di ogni tempo.
 
 
 
Vai, vai, leggiadra lucentezza, vai prima che arrivi l’alba.
 
Polvere di me, che l’adorabile suo dormire addolciranno,
 
e nel suo delicato sognare, il cielo in una stanza, vedere faranno,
 
promettimi di portar con te.
 
Fremente, attendo il prossimo appuntamento,
 
ed il volto di Romeo, di nuovo poter sfiorare.

dal web



 
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