Il giorno dopo la presentazione della squadra di ministri il governo guidato da Letta giura al Quirinale. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, e i ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato, pronunciando la formula di rito.
Erano presenti, in qualità di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, Generale Rolando Mosca Moschini. Si legge in un comunicato del Quirinale.
Intanto è stato convocato alle 13 il primo consiglio dei Ministri del governo Letta, con mezz’ora di anticipo rispetto al previsto. La decisione dopo la sparatoria avvenuta davanti a Palazzo Chigi, mentre il nuovo governo giurava al Quirinale. Dopo il giuramento nelle mani del Capo dello Stato a Palazzo Chigi si svolge la cerimonia del passaggio di consegne tra il presidente Mario Monti e il nuovo premier Enrico Letta.
ARRIVO “LOW PROFILE” PER I MINISTRI
L’appuntamento con Napolitano era stato fissato alle 11,30. Molti dei nuovi ministri sono arrivati al Quirinale a piedi arrivano come il democratico Andrea Orlando, l’Udc Giampiero D’Alia ed anche Emma Bonino, scesa dal taxi, in Piazza del Quirinale è stata accolta dall’applauso della folla. Si presenta al Colle il nuovo ministro della Giustizia, il prefetto Anna Maria Cancellieri. Con lei anche le nipotine. In taxi, la neo ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. Oggi il Quirinale, nonostante il giuramento del nuovo esecutivo, è rimasto aperto al pubblico che in fila attende di visitare il palazzo.
Applausi dalla folla per Josefa Idem arrivata a piedi insieme al marito e alla sua bambina. Alla guida di una Panda rossa, da sola, è arrivato il ministro della Cultura, Massimo Bray. Al volante della sua Yaris, anche questa rossa, è arrivata il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo. Il marito Francesco Boccia, invece, è arrivato poco dopo a bordo di un taxi. A piedi, anche lui applaudito, è arrivato il sindaco di Reggio Emilio, Graziano Del Rio, ora ministro per gli Affari regionali, accompagnato da buona parte della sua numerosa famiglia composta da nove figli.
ALT DELLA LEGA
La Lega nord non voterà la fiducia al nuovo governo guidato da Enrico Letta se il presidente del Consiglio non accoglierà, nel suo discorso alle Camere, le tre principali richieste del Carroccio: Macroregione, mantenimento del 75% delle risorse sul territorio e convenzione per le riforme costituzionali. è quanto ha deciso la segreteria politica della Lega nord, riunitasi oggi a Milano.