beato chi, nel momento in cui tutti lo lodano ed esaltano, non si reputa migliore di quanto è ritenuto misero, semplice, spregevole. L’uomo, infatti, tanto vale quanto conta davanti a Dio, e non di più. Guai all’uomo che, posto in alto dagli altri, non mantiene il desiderio di riprendere un pasto più modesto. E beato chi non cerca volontariamente il posto d’onore, ma ambisce soltanto di mettersi al servizio di tutti.
beato l’uomo che non parla continuamente di sé, solo per ricavarne qualche vantaggio e che non chiacchera a vanvera, ma valuta attentamente ciò che deve dire e rispondere. Guai all’uomo che non sa tenere segreto il bene che il Signore gli ispira, e se ne vanta davanti agli altri per guadagnarci sopra, senza preoccuparsi di corrispondere con le opere buone. Costui ha già ricevuto la sua mercede in questa terra e le sue parole contribuiscono ben poco al bene di chi le ascolta.
beato chi accetta di essere corretto, accusato e rimproverato da un altro, come se lo facesse da se stesso. Beato chi, quando viene rimproverato, non è pronto a scusarsi, ma con umiltà confessa la sua colpa e volentieri cerca di correggersi. Anzi, ancora più beato chi non si difende e accetta il rimprovero anche di una colpa che non ha commesso.
beato l’uomo che si comporta verso coloro che gli sono inferiori con la stessa umiltà che dimostra verso le persone più importanti. Beato quel servo che esercita continuamente un severo controllo su di sé. E’ servo di Dio, fedele e saggio, colui che, ogni volta che cade in peccato, è pronto a riparare nel suo intimo con il pentimento ed esternamente con la confessione e la penitenza.
beato colui che ama il fratello ammalato, dal quale non può aspettarsi alcun contraccambio, come ama il fratello sano che lo può ricompensare. Beato chi amerà e rispetterà un fratello che sta lontano, come se fosse presente e non dirà, dietro le spalle di nessuno, quanto non direbbe in loro presenza. Amen
Pace e bene.