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General: Giovanni Paolo II
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Resposta  Mensagem 1 de 2 no assunto 
De: rom*  (Mensagem original) Enviado: 15/07/2013 07:46
 

E’ stato un grande papa, un grande uomo, un grande maestro della fede, amico dei giornalisti e dei mass-media, che anche da Papa voleva continuare a fare il prete, mettendo spesso in difficoltà anche il protocollo.

 

Uno strenuo difensore dei deboli, degli emarginati e dei giusti; poeta della vita; grande difensore della tradizione, ma anche grandissimo innovatore, promotore del dialogo interreligioso, inimitabile testimone della Chiesa “ Scuola di Comunione “, conservatore ( per quanto riguarda i pilastri della dottrina della fede ) e progressista ( per le sue numerose aperture ) allo stesso tempo: restauratore e rinnovatore.

 

Il parroco del mondo, l’ uomo che ha cambiato la storia, irriducibile nel non fare sconti sulle grandi questioni etiche e morali; il papa coraggioso, fermo e ostinato, temuto dai potenti e amato dagli ultimi; non solo teologo, ma, soprattutto, carismatico, mistico e missionario, il “ globetrotter “ che, nei suoi 104 viaggi apostolici nelle più remote zone del mondo, anche non cattoliche, ha saputo portare sempre parole di gioia e di speranza, alla ricerca dell’essere umano, perché nessuno, come lui, ha avuto grandi capacità di capire la gente e le sofferenze del mondo: pellegrino di grande spessore cosmico, sempre in un bagno di folla.

 

non abbiate paura: aprite le porte a cristo, e  varcate la soglia della speranza, è una delle sue frasi più celebri, fin dal lontano 1978, rivolte soprattutto ai giovani, dei quali era leader indiscusso, con i quali sorrideva, gioiva e gesticolava sempre, soprattutto in occasioni di quelle incredibili Giornate Mondiali della Gioventù, da lui volute e create, con i loro megaconcerti, autentiche Woodstok cattoliche.

 

Quegli stessi giovani, i suoi papa-boys, in migliaia in veglia in Piazza San Pietro, ma in milioni nella piazza del mondo, che lui amava chiamare sentinelle del mattino e luce nel mondo, ai quali ha rivolto il suo ultimo, commovente pensiero,   < trasmesso al suo fedele segretario Don Stanislaw, poco prima di perdere conoscenza >, con quella frase che ha già fatto il giro del mondo: vi ho cercato, e adesso voi siete venuti a me. vi ringrazio.

  

 
 
 
   


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De: Rubacuori Enviado: 15/07/2013 13:37

Beato te Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II

"Beato te, amato Papa Giovanni Paolo II, perché hai creduto! Continua a sostenere dal Cielo la fede del Popolo di Dio". è la preghiera rivolta da Benedetto XVI al suo immediato predecessore, presiedendone la beatificazione sul sagrato della basilica Vatricana la mattina del 1° maggio, domenica della Divina Misericordia. Il Pontefice ha celebrato l'eucaristia proclamando beato Papa Wojtyla, alla presenza di una folla immensa di fedeli radunatasi in piazza San Pietro, ma anche nelle strade adiacenti e in diversi altri luoghi di Roma.


Cari fratelli e sorelle!

Sei anni or sono ci trovavamo in questa Piazza per celebrare i funerali del Papa Giovanni Paolo II. Profondo era il dolore per la perdita, ma più grande ancora era il senso di una immensa grazia che avvolgeva Roma e il mondo intero: la grazia che era come il frutto dell'intera vita del mio amato Predecessore, e specialmente della sua testimonianza nella sofferenza. Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità. Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!
Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a tutti voi che, per questa felice circostanza, siete convenuti così numerosi a Roma da ogni parte del mondo, Signori Cardinali, Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, Confratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, Delegazioni Ufficiali, Ambasciatori e Autorità, persone consacrate e fedeli laici, e lo estendo a quanti sono uniti a noi mediante la radio e la televisione. Questa Domenica è la Seconda di Pasqua, che il beato Giovanni Paolo II ha intitolato alla Divina Misericordia. Perciò è stata scelta questa data per l'odierna Celebrazione, perché, per un disegno provvidenziale, il mio Predecessore rese lo spirito a Dio proprio la sera della vigilia di questa ricorrenza. Oggi, inoltre, è il primo giorno del mese di maggio, il mese di Maria; ed è anche la memoria di san Giuseppe lavoratore. Questi elementi concorrono ad arricchire la nostra preghiera, aiutano noi che siamo ancora pellegrini nel tempo e nello spazio; mentre in Cielo, ben diversa è la festa tra gli Angeli e i Santi! Eppure, uno solo è Dio, e uno è Cristo Signore, che come un ponte congiunge la terra e il Cielo, e noi in questo momento ci sentiamo più che mai vicini, quasi partecipi della Liturgia celeste.
"Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Gv 20, 29). Nel Vangelo di oggi Gesù pronuncia questa beatitudine: la beatitudine della fede. Essa ci colpisce in modo particolare, perché siamo riuniti proprio per celebrare una Beatificazione, e ancora di più perché oggi è stato proclamato Beato un Papa, un Successore di Pietro, chiamato a confermare i fratelli nella fede. Giovanni Paolo II è beato per la sua fede, forte e generosa, apostolica. E subito ricordiamo quell'altra beatitudine: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli" (Mt 16, 17). Che cosa ha rivelato il Padre celeste a Simone? Che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Per questa fede Simone diventa "Pietro", la roccia su cui Gesù può edificare la sua Chiesa. La beatitudine eterna di Giovanni Paolo II, che oggi la Chiesa ha la gioia di proclamare, sta tutta dentro queste parole di Cristo: "Beato sei tu, Simone" e "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!". La beatitudine della fede, che anche Giovanni Paolo II ha ricevuto in dono da Dio Padre, per l'edificazione della Chiesa di Cristo.
Ma il nostro pensiero va ad un'altra beatitudine, che nel Vangelo precede tutte le altre. è quella della Vergine Maria, la Madre del Redentore. A Lei, che ha appena concepito Gesù nel suo grembo, santa Elisabetta dice: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto" (Lc 1, 45). La beatitudine della fede ha il suo modello in Maria, e tutti siamo lieti che la beatificazione di Giovanni Paolo II avvenga nel primo giorno del mese mariano, sotto lo sguardo materno di Colei che, con la sua fede, sostenne la fede degli Apostoli, e continuamente sostiene la fede dei loro successori, specialmente di quelli che sono chiamati a sedere sulla cattedra di Pietro. Maria non compare nei racconti della risurrezione di Cristo, ma la sua presenza è come nascosta ovunque: lei è la Madre, a cui Gesù ha affidato ciascuno dei discepoli e l'intera comunità. In particolare, notiamo che la presenza effettiva e materna di Maria viene registrata da san Giovanni e da san Luca nei contesti che precedono quelli del Vangelo odierno e della prima Lettura: nel racconto della morte di Gesù, dove Maria compare ai piedi della croce (cfr. Gv 19, 25); e all'inizio degli Atti degli Apostoli, che la presentano in mezzo ai discepoli riuniti in preghiera nel cenacolo (cfr. At 1, 14).



 
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