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De: Piero889 (Mensaje original) |
Enviado: 29/07/2013 12:45 |
Incidente Avellino, il bilancio dei morti sale a 39. ‘Bus danneggiato prima dell’impatto’
La tragedia è avvenuta domenica verso le 20.30 all'altezza del chilometro 32 dell'A 16: il pullman arrivando a forte velocità in corrispondenza di un rallentamento ha sfondato il guardrail, precipitando così da un viadotto alto quasi 30 metri. Si indaga sulle cause: parte dell'impianto di trasmissione è stato trovato a terra un chilometro prima del luogo dell'incidente. Un testimone ha invece parlato di una gomma scoppiata
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Omicidio colposo plurimo e disastro colposo. L’inchiesta avviata dalla Procura di Avellino sull’incidente avvenuto domenica ieri sera sulla A16 sarà “a tutto campo”. Gli accertamenti giudiziari saranno finalizzati a far luce non solo su eventuali responsabilità dell’autista, che è morto nell’incidente, ma anche sulle condizioni tecniche dell’autocorriera. Le prime indicazioni che arrivano sembrerebbero confermare l’ipotesi di un guasto al mezzo come causa del disastro: pezzi dell’impianto di trasmissione sono stati trovati a terra ad un chilometro di distanza dal punto di impatto; e un operatore autostradale avrebbe visto procedere il mezzo ad alta velocità e con la portiera anteriore aperta o mancante. Da verificare anche la qualità della barriera di protezione che è stata abbattuta dall’autobus.
In attesa di chiarezza sulle cause, il bilancio delle vittime continua a salire. “Al momento ci risultano 39 morti”, ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. L’elenco delle vittime è stato trasmesso al prefetto di Avellino, Umberto Guidato, e al procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo. Il disastro si è verificato ieri sera alle 20.30 in Irpinia, quando un pullman proveniente dalle Terme di Telese è precipitato da un viadotto sulla A16 Napoli-Canosa. Trentasei i corpi già recuperati, due persone sono decedute in ospedale. Il comandante dei vigili del fuoco di Avellino Alessio Barbarulo ai microfoni di Sky Tg24 ha escluso che ci siano bimbi tra le vittime: “Tre bambini – ha detto – dovrebbero essere ancora ricoverati e non risulta che nessuno dei tre sia deceduto”. Due, però, secondo gli ultimi aggiornamenti, sono molto gravi. I tre bambini sono ricoverati nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Si tratta di due maschi ed una femmina. Uno dei due maschi è in rianimazione, l’altro è ricoverato in chirurgia d’urgenza, mentre la piccola è nel reparto di neurochirurgia, dove nella notte è stata sottoposta a un intervento chirurgico ed era già stata sottoposta a una tac dell’ospedale di Nola (Napoli), dal quale è stata poi trasferita. Dieci, in totale, i feriti gravi.
Secondo una delle prime ipotesi, all’origine dell’incidente potrebbe esserci stato un problema all’impianto frenante dell’autobus, un Granturismo della società Mondotravel. Sul luogo dell’incidente la polizia autostradale non ha rilevato segni di frenata da parte dell’autobus. Il mezzo, in base a una prima ricostruzione, si è strascinato lungo una barriera di cemento e ha poi sfondato il guard rail finendo nella scarpata. “Mia nipote mi ha raccontato che è scoppiata la gomma sinistra dell’autobus. L’autista ha cercato di tenere il controllo in tutti i modi ma non c’è riuscito e il bus è sbandato finendo giù nel dirupo”, ha però raccontato Vincenzo Rusciano che ha visitato una delle superstiti, la nipote Annalisa, in ospedale ad Avellino. Secondo gli ultimi aggiornamenti, l’autobus precipitato è giunto sul luogo dell’incidente a forte velocità e con la porta anteriore aperta o mancante, forse a causa di un precedente contatto. E’ quanto avrebbe affermato l’operatore che, circa un chilometro prima, segnalava rallentamenti sull’autostrada. E parti del sistema di trasmissione del mezzo sono state trovate a terra oltre un chilometro prima del luogo dove è precipitato e questo, sottolineano fonti vicine all’inchiesta, rende molto probabile che il bus fosse già danneggiato mentre percorreva un tratto in forte pendenza. L’ultima ipotesi è che l’autista, avendo perso il controllo del mezzo, avrebbe cercato di rallentarne la velocità appoggiando il veicolo sulla barriera laterale destra, senza però riuscirci. Al momento, comunque, la Polstrada fa sapere che “non si può escludere nessuna ipotesi. La ricostruzione della dinamica è una vera e propria attività di indagine che inizieremo dopo la restituzione dei corpi”. Per quel che riguarda la qualità delle misure di sicurezza, dalle prima verifiche emerge che la barriera sistemata sul bordo laterale destro del viadotto Acqualonga, contro cui ha impattato l’autobus precipitato, è un ‘new jersey’ in calcestruzzo con un ‘mancorrente’ metallico. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una tipologia sottoposta a cosiddetta ‘prova di crash‘, depositata presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, ed è stata installata negli anni ’90 come “riqualifica della barriera di primo impianto”.
Per ora, in ogni caso, la cronaca racconta di quarantotto persone di ritorno da una gita. Il gruppo, che includeva moltissimi bambini, tornava da un fine settimana a Telese Terme e, dopo una tappa a Pietrelcina nei luoghi di Padre Pio, era diretto a San Giugliano, vicino a Napoli. Poi l’incidente: arrivato a forte velocità in prossimità di un rallentamento, il bus ha tamponato alcune macchine ed è precipitato dal viadotto Acqualonga al km 32 dell’autostrada A 16 Napoli-Canosa spaccandosi a metà. La caduta è avvenuta tra Monteforte Irpino e Baiano, da un’altezza di circa 30 metri. Il tratto autostradale è stato chiuso al traffico fino a mezzanotte e mezzo. “La scena” ha raccontato il fotografo dell’agenzia Ansa, Cesare Abbate, è tragica, “sulla strada ci sono auto distrutte, almeno una decina. Persone lievemente ferite e giù, dal cavalcavia dove è avvenuto l’incidente, l’immagine della tragedia: una trentina di corpi coperti da lenzuola bianche allineati ai bordi della strada provinciale”.
Delle 39 vittime, 36 corpi sono stati recuperati nella notte sul luogo dell’incidente, due sono decedute in ospedale. Una ragazza di 22 anni è morta tra le braccia del vigile del fuoco che l’aveva liberata dalla trappola di lamiere e sedili. I corpi stati portati nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino dove i parenti, sotto choc, stanno procedendo al riconoscimento. Urla strazianti si ascoltano sia nella camera ardente sia all’uscita, dove in tantissimi si stanno sentendo male mentre un tragico appello annuncia il momento del riconoscimento.
Come annunciato dal sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, i funerali delle 38 vittime si svolgeranno domani, presso il Palazzetto dello Sport di Monteruscello, frazione di Pozzuoli, alle ore 10.
Intanto arriva la dichiarazione di cordoglio da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si dice “profondamente addolorato dal drammatico bilancio dell’incidente”: ”Questa inaccettabile sciagura richiama tutti, istituzioni e cittadini, ad un più tenace impegno per la sicurezza stradale e impone ogni iniziativa utile a ridurre i fattori di rischio”, ha detto il capo dello Stato in un messaggio inviato al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, esprime il suo “sgomento” e invita a “fare chiarezza sull’accaduto”. Il premier Enrico Letta sta valutando un sopralluogo sul posto della tragedia.
La polizia stradale ha sequestrato tutta la documentazione relativa al pulmman. Gli uomini della Polstrada si sono recati nella sede della Mondotravel di Giugliano e oltre ai documenti relativi al pullman, hanno sequestrato anche i documenti degli altri mezzi della ditta, per verificare che tutto fosse in regola. Accertamenti tossicologici, poi, saranno effettuati sul cadavere dell’autista.
”Il gravissimo incidente sulla A16 con 39 vittime e 10 feriti, forse la più grande tragedia stradale nella storia infortunistica del Paese, che negli ultimi 60 anni ha fatto contare oltre 500.000 morti e 14 milioni di feriti sulle strade, ripropone prepotente il tema della sicurezza nei mezzi professionali di trasporto: pullman e autocarri”. E’ l’intervento dell’Asaps, l’associazione amici sostenitori della Polstrada che da tempo chiede l’istituzione di un catasto dei sinistri gravi per investigare, conoscere e analizzare le fasi precedenti, concomitanti e successive all’impatto, sia con riguardo al mezzo che al conducente.
L’Asaps ritiene che in questa tipologia di incidenti nella maggior parte dei casi giochino un ruolo importante gli esasperati tempi di guida con lo sforamento delle 9 ore giornaliere ammesse, o il salto dei turni di riposo previsti dall’articolo 174 del CdS. A parere dell’associazione anche la lunga crisi economica sta incidendo nella spinta verso una forzata illegalità nella registrazione dei tempi di guida, di riposo e del superamento dei limiti di velocità registrati che è ampiamente documentata. L’Asaps ha raccolto i vari e originali sistemi utilizzati dai sempre più numerosi conducenti, per taroccare i risultati registrati sul cronotachigrafo digitale, la scatola nera di più recente costruzione. “Per fronteggiare questo fenomeno riteniamo si debba tornare ad una vigilanza estesa dalla strada al ventre dell’impresa, fatta di uomini e donne in divisa, professionisti del controllo all’autotrasporto capaci di fare verifiche tecniche su strada. La Polizia Stradale con gli scarsi mezzi a disposizione e il suo sempre più esiguo e invecchiato personale (mancano oltre 2.000 agenti in organico e l’età media è ormai di 45 anni) fa sicuramente più di quello che può, ma non riesce per tutto quello che oggi è necessario. Sono insufficienti e sempre meno frequenti i controlli con i Cmr, centri mobili di revisione organizzati con il MIT che danno risultati molto utili”.
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con mi mas sentido pesar para todas sus familiares
Ernesto |
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AVELLINO - Una gita che si è trasformata in tragedia, che si è conclusa con il pullman fuori controllo, con una folle corsa di un chilometro e con quel volo dal viadotto che ha provocato 38 morti e una ventina di feriti. L'incidente avvenuto ieri sera sulla A16 Napoli-Canosa, nella zona di Monteforte Irpino, suscita dolore, sgomento e incredulità. Ma con il passare dello ore, a mano a mano che emergono particolari sulla dinamica della sciagura, pone una serie di inquietanti interrogativi.
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La gita. Il pullman, un Granturismo organizzato dalla società Mondotravel, era partito da Telese Terme (Benevento) ed era diretto nel Napoletano. I passeggeri venivano da Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli e Marano ed erano stati tra l'altro a Pietrelcina, paese natale di Padre Pio, in provincia di Benevento. Si conoscevano quasi tutti e andavano spesso in gita. Tra le vittime c'è anche l'autista.
I feriti e l'obitorio. L'automezzo è spaccato in due. La parte superiore è un ammasso di lamiere contorte, quella inferiore è piegata. La cabina di guida è distrutta, mentre diversi sedili sono stati strappati dall'urto e proiettati nella boscaglia. I feriti sono stati ricoverati, tutti in gravi condizioni, nell'ospedale di Avellino e di altri comuni limitrofi. Tra loro ci sono anche cinque bambini, due gravi, ricoverati al Santobono di Napoli. Nessuno dei genitori dei cinque piccoli è al capezzale dei propri figli, ha confermato il direttore medico di presidio dell'ospedale pediatrico, Carlo Maranelli. Dovrebbero essere ricoverati in qualche altro ospedale. Tre feriti sono stati portati all'ospedale Cardarelli di Napoli: uno di loro, un uomo di 41 anni, è grave ed è in rianimazione. Gli altri due pazienti, uno di 51 anni e uno di 79, sono ricoverati in Chirurgia d'urgenza: hanno riportato diverse fratture.
Le vittime. Tra le persone che sono morte la più giovane aveva 16 anni: si chiamava Silvana Del Giudice, era nata a Napoli nel febbraio del 1997, e abitava a Monterusciello, frazione di Pozzuoli. Il più anziano, Salvatore Testa, aveva 88 anni essendo nato nel 1925. Fra i morti ci sono anche due zii del calciatore della Juve Stabia Salvatore Bruno. Ben ventisei vittime su trentotto erano originarie di Pozzuoli.
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