Sappiamo che la terra è rotonda. Ma la nostra percezione quotidiana ci dice che è piatta. Solo quando viaggiamo un po’ lontano verso l’oriente o l’occidente ci accorgiamo di dover regolare l’orologio – o, in una conversazione telefonica a distanza, dobbiamo tener conto del “fuso orario”. Ma questo non basta a darci una prospettiva della struttura (e della complessità) del mondo in cui viviamo.
Sappiamo che capire vuol dire “mettersi nei panni degli altri”, osservare ogni cosa dal loro punto di vista. Sembra ovvio. Ma, in pratica, è difficile, perché non siamo abbastanza abituati a cambiare prospettiva.
Sappiamo che l’orizzonte è limitato, che occorre salire più in alto per vedere più lontano. Ma troppo spesso ci dimentichiamo di farlo nelle prospettive del pensiero e della curiosità. Restiamo chiusi, senza neppure rendercene conto, nell’orizzonte ristretto del nostro punto di vista e del nostro piccolo cerchio di abitudini.
Gli studi sulla percezione ci dicono che vediamo le cose in modo molto diverso non solo dalla cima di una montagna rispetto al fondovalle, ma anche stando in piedi o seduti – o spostandoci di pochi metri. E che lo stesso oggetto, o lo stesso disegno, può avere diverse interpretazioni secondo l’atteggiamento mentale con cui lo guardiamo.
Gli esperimenti sulla “testimonianza” ci insegnano che, anche pochi minuti dopo aver visto la stessa cosa, ogni persona la racconta in modo diverso – non perché sta consapevolmente mentendo, ma perché ne ha avuto una diversa percezione.
Se ho imparato molto dai lettori di Il potere della stupidità è perché ognuno lo legge in modo diverso. Ogni volta che qualcuno legge, nasce un libro nuovo, che non è ciò che ha scritto l’autore, ma ciò che si forma nella mente del lettore, in base alle sue esperienze e al suo stato d’animo. è stata (e continuerà a essere) un’esperienza molto interessante. Ma c’è voluta attenzione, pazienza, continua verifica. E spesso il commento di un lettore mi ha aiutato a capire meglio l’opinione di un altro, proprio per il fertile incrocio delle loro diverse prospettive.
L’infinita ricchezza e varietà della comunicazione è affascinante. Ma può anche essere un problema, quando percezioni troppo ristrette rendono vuoto il dialogo o misero l’apprendimento.
Quanti sono abituati a guardare una carta geografica? Possiamo vivere tranquillamente senza sapere a memoria qual è la capitale della Quasilandia o la popolazione del Forsistan. Ma capiamo meglio situazioni, avvenimenti, mentalità e culture se sappiamo dove, e in quali condizioni, vivono le persone a cui stiamo pensando – o con cui, per qualsiasi motivo, abbiamo un rapporto.