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De: Futuro2012 (Mensaje original) |
Enviado: 28/09/2013 04:33 |
La rosa è uno dei fiori più antichi che esistono, secondo i ritrovamenti fossili effettuati negli Stati Uniti la sua comparsa sulla terra avvenne circa 4 milioni di anni fa anche se notizie più precise riguardo, soprattutto all'interessamento dell'uomo per queste piante, si hanno in epoche più recenti: 5.000 anni fa la rosa era coltivata dai Sumeri ma non è escluso che già l'uomo preistorico avesse scoperto le ottime proprietà nutrizionali dei suoi frutti dal gusto piacevole e ricchi di Vitamina C.
Nell'antico Egitto le rose erano consacrate alla dea Iside dove nei sarcofaghi di regine e sacerdotesse si trovavano corone di rosa abissina; presso gli antichi Greci era apprezzata tanto da essere decantata da Omero come simbolo della bellezza femminile e come ornamento degli scudi di Achille ed Ettore, era anche il fiore di Afrodite, dea dell'amore e Saffo la chiamava regina dei fiori.
Anche Erodoto (490 a.C.) ci parla di Rose ed in particolare di quelle del giardino di Re Mida il quale, esiliato in Macedonia, trasferì in quelle terre le piante dalla Frigia meglio note poi come rose di Damasco.
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Nell'antica Roma per la rosa vi era una vera passione per questo fiore: nobili e patrizi le coltivavano e le usavano per ornare i banchetti.
Con la caduta dell’impero romano bisogna arrivare fino al Medio Evo, per ritrovare, nel Vecchio Continente, un vivo interesse per la rosa in particolare coincidente con l’arrivo dalle crociate della Rosa gallica officinalis che venne usata come pianta medicinale e per questo coltivata prima nei giardini dei conventi, e nei primi Orti Botanici definiti Giardini dei Semplici come quelli di Padova e Pisa, fondati nel 1540.
In seguito grazie alla capacità dei suoi petali di conservare il profumo anche dopo l’essiccazione, vennero trasferiti in Francia nella regione di Provins, per la produzione di profumo acqua di Rose e della Conserva di Rose di Provins.
Famose anche nel mondo arabo e in oriente, le rose attraversarono i secoli accompagnando opere d’arte e letteratura.
E’ proprio per merito di Giuseppina Bonaparte che la Francia è ancora oggi il paese in cui si possono ammirare splendidi giardini dedicati alla rosa: uno di questi, a Sud di Parigi, è quello di Hay les Roses nato per volontà di un grande appassionato di rose, Jules Gravereux, a fine 800 la cui forma, a triangolo rettangolo crea un gigantesco ventaglio fiorito decorato da un medaglione centrale costituito da una vasca circondata da aiuole di rose e prato.
L’altro famosissimo giardino di rose francese, Bagatelle, si trova nel cuore della capitale a Bois de Boulogne dove ogni anno dal 1909 si tiene il Concorso Internazionale di Rose Nuove.
Ci sono molti altri giardini dedicati alle rose, anche in Italia a Firenze, Cavriglia in Val d’Arno, Pavia e Padova.
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La Rosa è simbolo di completezza, raggiungimento totale del fine e della perfezione.
Ad essa si associano le idee collegate a queste qualità: il centro mistico, il giardino dell'Eros, il Paradiso di Dante, l'emblema di Venere, la persona amata. Sempre connesso al simbolismo della rosa è l'ordine cavalleresco assoldato da Re Artù al fine del ritrovamento del Graal: l'ordine de La Rose Noire.
Per quanto riguarda le leggende, ci sono tanti miti sull’origine delle rose: nella mitologia greca, ad esempio, ci sono due versioni molto suggestive.
La prima narra che Afrodite dopo essere uscita dalle onde marine, avrebbe fatto cadere a terra una goccia d’acqua dalla sua pelle e da quella goccia sia nata la prima rosa.
La seconda versione attribuisce invece la nascita della rosa a Chloris, la dea greca dei fiori che, dopo aver trovato in un bosco il corpo senza vita di una ninfa racchiusa nel tronco di un albero chiese aiuto ad Afrodite.
Mossa a pietà la dea le donò la bellezza, Dioniso, dio del vino, le aggiunse il nettare per donarle un dolce profumo ed infine le tre Grazie le diedero fascino, gioia e luminosità.
Zephir, il dio del vento dell’est, spazzò via le nuvole così che Apollo, dio del sole, potesse con i suoi raggi riscaldarla e permetterle di fiorire.
In ogni caso queste rose erano tutte bianche: un giorno però Afrodite, correndo incontro ad Adone che era stato ferito mortalmente dal geloso Ares, inciampò su un cespuglio di rose e si punse con le sue spine.
Le rose, vergognandosi per l’offesa recata alla dea, arrossirono all’istante e rimasero rosse per l’eternità.
Per quanto riguarda le rose gialle la leggenda sulla loro origine risale addirittura alla storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha.
Poiché Maometto sospettava che gli fosse infedele chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose e, se queste avessero cambiato colore, i suoi dubbi sarebbero stati fondati.
Quando Maometto tornò a casa, Aisha gli offrì delle rose rosse, lui le ordinò di lasciarle cadere nel fiume e le rose divennero gialle.
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Una leggenda sulle rose è addirittura legata alle origini delle Dolomiti e spiega perchè queste montagne al tramonto si tingono di rosa.
Sul Catinaccio, si intravede fino a primavera inoltrata una grande chiazza di neve racchiusa in una specie di catino. Dice la leggenda che lì, un tempo, c’era il giardino di rose di Re Laurino che regnava su un popolo di nani minatori, alla ricerca di cristalli, argento ed oro. Egli inoltre, possedeva due armi magiche: una cintura che gli forniva una forza pari a quella di 12 uomini ed una cappa che lo rendeva invisibile.
Un giorno il re dell’Adige invitò tutti i nobili del circondario ad una gita di maggio per scegliere un marito alla figlia, tutti tranne Re Laurino che decise allora di partecipare come ospite invisibile.
Quando vide la fanciulla se ne innamorò all’istante, la caricò in groppa al suo cavallo e fuggì – Tutti lo inseguirono schierandosi in breve davanti al Giardino delle Rose. Re Laurino allora indossò la cintura, che gli dava la forza di dodici uomini e si gettò nella lotta.
Quando si rese conto che nonostante tutto stava per soccombere, indossò la cappa e si mise a saltellare qua e là nel giardino, convinto di non essere visto.
Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi. Lo afferrarono, tagliarono la cintura magica e lo imprigionarono.
Laurino si girò verso il roseto che lo aveva tradito e gli lanciò una maledizione: nè di giorno, nè di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo.
Laurino però dimenticò il tramonto e così da allora accade che il Catinaccio, sia al tramonto sia all’alba, si colori come un giardino di ineguagliabile bellezza.
(Bolzano.net)
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Un’altra leggenda invece racconta della rosa e del diavolo, spiegando come mai questo fiore è diventato rosso.
Tanto tempo fa, il diavolo che come sappiamo viene dall’inferno, portò sulla terra un fiore speciale, fu chiamata rosa per il suo colore che incantava e allo stesso tempo ingannava.
Tante persone la videro in uno splendido giardino, ma nessuno la raccolse, tranne un uomo che era definito dal mondo, avaro. Perché il suo amore per il denaro era immenso. Nonostante ne avesse tanto, lo desiderava più di qualsiasi cosa.
Quando la raccolse, dalla rosa spuntò una spina, una goccia di sangue uscì dal dito e i petali della rosa s’infuocarono.
L’uomo spaventato e ferito la lasciò cadere per terra e scappò.
Un altro uomo la vide per terra, ma i petali non erano bruciati così curioso la raccolse, vide la spina e non la toccò, ma quest’uomo era molto superbo, apprezzava se stesso molto più degli altri, non sapeva il significato dell’umiltà e così spuntò un'altra spina.
Anche lui dopo essersi punto e aver visto la rosa infuocata l'abbandonò.
Un altro uomo la raccolse, la sua ira a vanvera nascondeva il perdono di ogni cuore. Senza ragionare, ma con il cuore infuocato come la rosa dalla quale spuntò un’altra spina e fu abbandonata.
Poi la raccolse un uomo lussurioso che pensava solo al lusso, esagerando e godendosi l’amore senza sentimenti.
La stessa cosa successe e ancora la rosa fu abbandonata.
Quando passò di lì un uomo molto grasso che mangiava tanto, la rosa riconobbe l’ingordigia e non solo nel cibo, così successe la stessa cosa.
Passò un po’ di tempo e la rosa non appassì, rimase con le cinque spine e cominciò a cambiare colore, era rosa ma con sfumature rosse.
Le spine avevano ritoccato il colore, per far capire che chi l’aveva toccata si avvicinava al rosso e al diavolo.
Quando la raccolse un uomo che sentiva la gioia del prossimo con tristezza, provando solo invidia, spuntò la sesta spina e la rosa rimase abbandonata come prima.
La prese in mano un uomo che nell’accidia, perse il coraggio di affrontare la vita sentendo noia e tristezza. La pigrizia lo faceva rinunciare a tutto con l’indifferenza nelle cose che fanno parte della vita. Spuntò la settima spina pungente che fece abbandonare la rosa.
Infine, un uomo che aveva nel cuore amore sincero ed eterno, passeggiava nel giardino mano nella mano con la sua amata donna. Vide il fiore per terra e lo prese in mano per regalarlo all’amata e questa volta non spuntò nessuna spina.
Entrambi sorrisero felici e quando si baciarono, la rosa che stava già cambiando colore, s’infuocò senza provocare dolore o paura e divenne rossa.
Da quel giorno la rosa fu così chiamata simbolo d’amore, perchè sconfigge il male.
(Neteditor.it)
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Nella letteratura il romanzo più noto che riguarda anche questo bellissimo fiore è Il nome della rosa di Umberto Eco.
Un posto d’onore alla rosa è stato persino attribuito in un manga, con il famoso personaggio di Oscar François de Jarjayet meglio nota come Lady Oscar, la Rosa di Versailles.
Per quanto riguarda invece la Storia, va ricordato il movimento della Rosa Biancafondato dai fratelli Sophie e Hans Scholl, che si opposero fieramente alla dittatura di Adolf Hitler sacrificando le loro vite insieme a Christoph Probst.
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De: Nando1 |
Enviado: 28/09/2013 05:19 |
Narra la leggenda che le rose quando sono state create erano solo di colore bianco... Un bel giorno per loro passò vicino a un roseto la dea venere che un po' distratta o forse molto attirata dallo splendido fiore si avvicinò troppo e fu punta , la rosa per la grande vergogna di aver fatto male ad una dea diventò rossa e da quel giorno esistono rose di altri colori... La creazione ha sempre il tocco del divino perchè sorretta da qualcosa di unico. universale e infinito che si chiama AMORE per TUTTO e per TUTTI !
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La rosa profonda
La rosa, la rosa immarcescibile
che non canto, quella che è peso e fragranza quella dell’oscuro giardino della notte fonda, quella di qualunque giardino e qualunque sera, quella che risorge dalla tenue cenere per l’arte dell’alchimia, la rosa dei persiani e di Ariosto quella che è sempre sola, quella che è la rosa delle rose, il giovane fiore platonico, l’ardente e cieca rosa che non canto, la rosa irraggiungibile.
(Luis Borges)
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