Nè l’intima grazia della tua fronte luminosa come una festa
nè il favore del tuo corpo, tuttora arcano e tàcito e fanciullesco,
nè l’alternarsi delle tue vicende in parole o in silenzi saranno offerta così misteriosa
come rimirare il tuo sonno coinvolto nella veglia delle mie braccia.
Di nuovo miracolosamente vergine per la virtù assolutoria del sonno,
serena e splendente come fausto ricordo trascelto,
mi offrirai quella sponda della tua vita che tu stessa non possiedi.
Proiettato nella quiete, scorgerò quella riva estrema del tuo essere
e ti vedrò forse per la prima volta quale Iddio deve ravvisarti,
annullata la finzione del Tempo senza l’amore, senza di me.
Jorge Luis Borges