RIVERBERI LONTANI: AUTUNNI PASSATI...
Un raspo con ancora qualche acino d'uva vicino, lasciato incautamente da mio nipote su questo tavolo, e l'aria fresca autunnale che mi investe dalla finestra aperta,mi riporta ad un ricordo lontano. Ad altri autunni vissuti con spensieratezza in campagnia di zio Giacobbe, proprio in questo periodo di vendemmia. E' un ricordo di autunno dorato in un grande cortile, pieno di voci, dove noi bambini saltellavamo a piedi nudi, con gli occhi colmi di sole e le labbra zuccherine, dai gelsi e dagli acini d'uva che prendevamo dagli enormi tini, dove i grandi pigiavano il mosto.
Echi di infanzia spensierata,che con le manine sporche e appiccicose, si rubava il pane caldo sfornato alle prime ore del mattino e si correva arrampicandoci su un grande albero di gelsi, e li si consumava la nostra prima colazione. Qualche sculaccione scappava sempre alla discesa per via dei grembiulini macchiati e sporchi, ma l'atmosfera era cosi' rilassante e allegra che anche i rimproveri dei grandi non facevano presa a noi piccini che scappavamo via a inventarci giochi e sempre giochi
Dolce e amaro ricordo di quel tempo, incatenato all'ombra di quel grande gelso, dove si riunivano tutti gli assenti di oggi,tutti quelli che ho amato e perduto. Quanta tenerezza mi fa il ricordo di quell'allegria di adulti che sapevano sculacciare, ma anche accarezzare e consolare noi bambini, quando correvamo da loro piangenti.
Tra le voci dell'autunno ricordo quella di mia madre e ad una ad una il sovraffollarsi di altre voci care che non si odono piu' e tutto passa lentamente nel silenzio di oggi. Ma non c'e' mai stato il silenzio nel mio cuore e oggi nuove care voci riempiono il silenzio che mi e' intorno in questo momento....
Annamaria nostalgica....